Il Pulpito di San Leonardo in Arcetri è una delle opere più rappresentative dell’XI secolo in ambito toscano. Costituito da sei formelle a rilievo con scene bibliche e da elementi architettonici con intarsi bicromi, le prime notizie lo collocano nella Chiesa di San Pier Scheraggio a Firenze. Dopo essere stato smontato nel corso del XVI secolo, i frammenti rimanenti del pulpito furono rimontati, nel 1782, nella Chiesa di San Leonardo in Arcetri. Nel 1921 fu nuovamente smontato e rimontato nella stessa chiesa ad opera dell’architetto Giuseppe Castellucci dell’Opificio delle Pietre Dure, con l’aggiunta di nuovi elementi architettonici. Nel 2009 il pulpito è stato nuovamente restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure. Nel presente lavoro è stata effettuata una sperimentazione per scegliere due tipi di malte da restauro, confezionate con materiali tradizionali, per sostituire le malte novecentesche in cattivo stato di conservazione. Le malte dovevano in un caso svolgere la funzione di connessione tra gli elementi architettonici e nell’altro di incollaggio di nuove integrazioni realizzate per risanare le lacune delle decorazioni ad intarsio. Lo studio si è sviluppato in varie fasi: una prima fase di recupero delle conoscenze tecnologiche rinvenute in letteratura; una seconda fase di confezionamento dei provini in cantiere scegliendo materiali tradizionali idonei (legante di grassello e aggregato costituito da sabbia silicea o polvere di marmo e prodotti idraulicizzanti come cocciopesto e pozzolana) seguendo una precisa metodologia per la ricerca del corretto rapporto legante/aggregato e della distribuzione granulometrica; una terza fase durante la quale i provini di malta, sono stati sottoposti a test di adesione e assorbimento di acqua per immersione totale. A fine sperimentazione è stato possibile scegliere due miscele con caratteristiche ottimali di traspirabilità, compatibilità fisico-chimica con gli elementi di supporto, resistenza meccanica e resa estetica, adeguate al caso specifico del pulpito. Il lavoro ha rappresentato quindi una importante occasione per poter definire la corretta scelta dei materiali e delle modalità di confezionamento di malte idonee al restauro di un’opera d’arte così significativa.

Sperimentazione di nuove malte da restauro: il caso del Pulpito di San Leonardo in Arcetri abstract / M. Gomez Ubierna; E. Pecchioni; F. Fratini. - STAMPA. - (2010), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno III Convegno Nazionale del Forum Italiano Calce Lecce, 2-3 Dicembre 2010 tenutosi a Lecce nel 2-3 Dicembre 2010).

Sperimentazione di nuove malte da restauro: il caso del Pulpito di San Leonardo in Arcetri abstract

PECCHIONI, ELENA;
2010

Abstract

Il Pulpito di San Leonardo in Arcetri è una delle opere più rappresentative dell’XI secolo in ambito toscano. Costituito da sei formelle a rilievo con scene bibliche e da elementi architettonici con intarsi bicromi, le prime notizie lo collocano nella Chiesa di San Pier Scheraggio a Firenze. Dopo essere stato smontato nel corso del XVI secolo, i frammenti rimanenti del pulpito furono rimontati, nel 1782, nella Chiesa di San Leonardo in Arcetri. Nel 1921 fu nuovamente smontato e rimontato nella stessa chiesa ad opera dell’architetto Giuseppe Castellucci dell’Opificio delle Pietre Dure, con l’aggiunta di nuovi elementi architettonici. Nel 2009 il pulpito è stato nuovamente restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure. Nel presente lavoro è stata effettuata una sperimentazione per scegliere due tipi di malte da restauro, confezionate con materiali tradizionali, per sostituire le malte novecentesche in cattivo stato di conservazione. Le malte dovevano in un caso svolgere la funzione di connessione tra gli elementi architettonici e nell’altro di incollaggio di nuove integrazioni realizzate per risanare le lacune delle decorazioni ad intarsio. Lo studio si è sviluppato in varie fasi: una prima fase di recupero delle conoscenze tecnologiche rinvenute in letteratura; una seconda fase di confezionamento dei provini in cantiere scegliendo materiali tradizionali idonei (legante di grassello e aggregato costituito da sabbia silicea o polvere di marmo e prodotti idraulicizzanti come cocciopesto e pozzolana) seguendo una precisa metodologia per la ricerca del corretto rapporto legante/aggregato e della distribuzione granulometrica; una terza fase durante la quale i provini di malta, sono stati sottoposti a test di adesione e assorbimento di acqua per immersione totale. A fine sperimentazione è stato possibile scegliere due miscele con caratteristiche ottimali di traspirabilità, compatibilità fisico-chimica con gli elementi di supporto, resistenza meccanica e resa estetica, adeguate al caso specifico del pulpito. Il lavoro ha rappresentato quindi una importante occasione per poter definire la corretta scelta dei materiali e delle modalità di confezionamento di malte idonee al restauro di un’opera d’arte così significativa.
2010
Calce: archeologia della produzione, attualità dell'impiego
III Convegno Nazionale del Forum Italiano Calce Lecce, 2-3 Dicembre 2010
Lecce
M. Gomez Ubierna; E. Pecchioni; F. Fratini
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