Lo scavo delle Navi Antiche di Pisa ha restituito numerosi manufatti ceramici riferibili sia alle suppellettili di bordo sia al carico dei relitti. Le suppellettili di bordo rappresentavano il corredo necessario per cucinare e conservare il cibo a sono costituite essenzialmente da fornelli e piastre in terracotta e vasellame da mensa e da cucina (pentole, olle, piatti, boccali, brocche). Nel contesto del Cantiere di scavo il carico delle navi è rappresenatato essenzialmente da anfore vinarie alcune delle quali contenenti sabbia di natura vulcanica, resti di frutta e pigmenti. Parte delle anfore mostrano ancora testimonianza dell’impermeabilizzazione interna per la conservazione dei liquidi. La presenza di una così elevata quantità di ceramica, riferibile tra l’altro ad un ampio intervallo di tempo compreso tra il periodo ellenistico e l’età romana, è stata di particolare interesse per lo studio delle rotte commerciali in ambito mediterraneo all’epoca. Infatti lo studio archeometrico delle ceramiche può fornire importanti informazioni circa l’area geografica di provenienza dei materiali costitutivi e quindi dei manufatti. Attualmente sono stati analizzati 50 campioni tra olle, boccaletti e contenitori di uso di bordo e 30 di anfore riconducibili alle tipologie Dressel 1A, 1B e 1C, Lamboglia, Mana e Will C, D e E. Le analisi sono state effettuate mediante tecniche di microscopia ottica ed elettronica, microanalisi EDX, microsonda elettronica, diffrattometria r X, fluorescenza r X e spettroscopia FT-IR. Le suppellettili di bordo mostrano una evidente variabilità composizionale e tecnologica e sono riconducibili a diverse provenienze, in abito tirrenico. Le anfore sono state fabbricate in gran parte con materie prime riconducibili all’area medio tirrenica. Più problematica rimane la provenienza di alcune anfore riconducibili alle tipologie Lamboglia, Mana e Will da collocare in un ambito geografico riferibile a diverse aree costiere del medio-alto tirreno. Il trattamento di impermeabilizzazione, ancora presente in alcune anfore, risulta dall’applicazione, dopo la cottura della ceramica, di un materiale a base di di catrame di legna prodotto dalla distillazione distruttiva del legno di Pinaceae in difetto di ossigeno.

Considerazioni sulle rotte commerciali in area tirrenica nel periodo romano attraverso lo studio archeometrico della ceramica rinvenuta nello scavo delle Navi Antiche di Pisa / Pallecchi P.; Camilli A.; Cantisani E.; Giachi G.; Pecchioni E.; Ugolini A.. - STAMPA. - (2008), pp. 19-19. (Intervento presentato al convegno 12a Giornata di Archeometrica Ceramica - La Ceramica e il mare: il contributo dell’archeometria allo studio della circolazione dei prodotti ceramici nel Mediterraneo, Genova tenutosi a Genova nel 10-11 Aprile 2008).

Considerazioni sulle rotte commerciali in area tirrenica nel periodo romano attraverso lo studio archeometrico della ceramica rinvenuta nello scavo delle Navi Antiche di Pisa

PECCHIONI, ELENA;
2008

Abstract

Lo scavo delle Navi Antiche di Pisa ha restituito numerosi manufatti ceramici riferibili sia alle suppellettili di bordo sia al carico dei relitti. Le suppellettili di bordo rappresentavano il corredo necessario per cucinare e conservare il cibo a sono costituite essenzialmente da fornelli e piastre in terracotta e vasellame da mensa e da cucina (pentole, olle, piatti, boccali, brocche). Nel contesto del Cantiere di scavo il carico delle navi è rappresenatato essenzialmente da anfore vinarie alcune delle quali contenenti sabbia di natura vulcanica, resti di frutta e pigmenti. Parte delle anfore mostrano ancora testimonianza dell’impermeabilizzazione interna per la conservazione dei liquidi. La presenza di una così elevata quantità di ceramica, riferibile tra l’altro ad un ampio intervallo di tempo compreso tra il periodo ellenistico e l’età romana, è stata di particolare interesse per lo studio delle rotte commerciali in ambito mediterraneo all’epoca. Infatti lo studio archeometrico delle ceramiche può fornire importanti informazioni circa l’area geografica di provenienza dei materiali costitutivi e quindi dei manufatti. Attualmente sono stati analizzati 50 campioni tra olle, boccaletti e contenitori di uso di bordo e 30 di anfore riconducibili alle tipologie Dressel 1A, 1B e 1C, Lamboglia, Mana e Will C, D e E. Le analisi sono state effettuate mediante tecniche di microscopia ottica ed elettronica, microanalisi EDX, microsonda elettronica, diffrattometria r X, fluorescenza r X e spettroscopia FT-IR. Le suppellettili di bordo mostrano una evidente variabilità composizionale e tecnologica e sono riconducibili a diverse provenienze, in abito tirrenico. Le anfore sono state fabbricate in gran parte con materie prime riconducibili all’area medio tirrenica. Più problematica rimane la provenienza di alcune anfore riconducibili alle tipologie Lamboglia, Mana e Will da collocare in un ambito geografico riferibile a diverse aree costiere del medio-alto tirreno. Il trattamento di impermeabilizzazione, ancora presente in alcune anfore, risulta dall’applicazione, dopo la cottura della ceramica, di un materiale a base di di catrame di legna prodotto dalla distillazione distruttiva del legno di Pinaceae in difetto di ossigeno.
2008
12a Giornata di Archeometrica Ceramica - La Ceramica e il mare: il contributo dell’archeometria allo studio della circolazione dei prodotti ceramici nel Mediterraneo
12a Giornata di Archeometrica Ceramica - La Ceramica e il mare: il contributo dell’archeometria allo studio della circolazione dei prodotti ceramici nel Mediterraneo, Genova
Genova
Pallecchi P.; Camilli A.; Cantisani E.; Giachi G.; Pecchioni E.; Ugolini A.
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