L’inaspettata scoperta, nel dicembre 1998, del complesso archeologico di Pisa S. Rossore ha consentito il recupero di numerosi materiali tra cui una serie di relitti in diverso stato di integrità e cronologicamente compresi tra la fine dell’età ellenistica e l’età tardo antica. Tra questi relitti la nave “B” è una delle più integre e meglio conservate. Si tratta di una nave oneraria romana di medie dimensioni, costruita a doppio fasciame con legno di quercia e abete, rinvenuta inclinata su un lato e contenente ancora parte del carico parzialmente fuoriuscito al momento dell’impatto con il fondale. Il carico della nave era composto essenzialmente da anfore; insieme a queste sono stati trovati materiale di stivaggio, necessario alla stabilizzazione del carico e zavorra imbarcata per assicurare sufficiente stabilità alla nave durante la navigazione. I campioni di roccia costituenti il materiale di stivaggio e la zavorra della nave, sono stati sottoposti a caratterizzazione mineralogico petrografia e geochimica tramite analisi mineralogiche per diffrattometria a raggi X (XRD), analisi chimiche per fluorescenza a raggi X (XRF) e analisi petrografiche per osservazione in sezione sottile al microscopio in luce polarizzata (OM). I dati minero-chimici e petrologici dei campioni investigati hanno fornito informazioni utili sulla possibile provenienza dei materiali lapidei naturali trovati e quindi sulle rotte seguite dalla nave “B”. Il materiale di zavorra è costituito da rocce sedimentarie e semi-metamorfiche: la provenienza delle rocce sedimentarie è dalle coste del Lazio (Circeo-Gaeta) mentre le rocce semi-metamorfiche hanno origine dalla costa del Sud della Toscana, dall’Arcipelago Toscano e probabilmente non è da escludere anche una provenienza dalla costa Ligure (Punta Bianca) e dalle coste tirreniche della Calabria. Il materiale di stivaggio risulta costituito da lapilli e scorie di natura piroclastica, provenienti dall’area napoletana. Il materiale tufaceo incoerente è stato ritrovato parzialmente cementato da calcite di ricristallizzazione; ciò può indicare l’utilizzo di calce che veniva aspersa sotto e sopra i blocchi tufacei con funzione igienizzante. Dai dati analitici è possibile trarre conclusioni relative alle possibili rotte della nave, nello specifico il materiale di stivaggio e le zavorre possono dare due tipi di informazioni ben distinte: lo stivaggio permette l’identificazione del porto principale (area napoletana) da dove la nave partiva con il carico delle anfore, il materiale di stivaggio serviva infatti a tenere ferme le anfore all’interno della stiva, difficilmente quindi veniva rimosso una volta che la nave si liberava dal carico. L’identificazione del porto di partenza nell’area partenopea potrebbe essere ulteriormente avvalorata dall’analisi del contenuto di alcune anfore del carico costituito da sabbie ad augite e sanidino. Diversamente le zavorre possono dare informazioni sui luoghi ove le navi venivano scaricate. Ciò non permette comunque una sicura identificazione dei porti di approdo in quanto le rocce della zavorra erano caricate nei porti utilizzando spesso materiali che altre navi avevano appena scaricato. Per questo motivo le zavorre sono costituite da rocce di provenienza molto eterogenea in grado di dare indicazioni sulle sole rotte commerciali seguite dalle navi che approdavano a Pisa. Dall’insieme dei dati ottenuti possiamo quindi ritenere l’origine del carico della nave B dall’area partenopea mentre le rotte commerciali dell’epoca comprendevano sicuramente, oltre l’area campana, l’alta e media costa tirrenica, l’arcipelago toscano e la costa tirrenica calabrese.

La nave B del Sito Archeologico di Pisa San Rossore: studio dei materiali di stivaggio e della zavorra / Pecchioni E.; Cantisani E.; Pallecchi P.; Fratini F.; Pandeli E.; Rescic S.. - STAMPA. - (2006), pp. 241-242. (Intervento presentato al convegno IV Congresso Nazionale di Archeometria AiAr, Pisa tenutosi a Pisa nel 1-3 Febbraio 2006).

La nave B del Sito Archeologico di Pisa San Rossore: studio dei materiali di stivaggio e della zavorra

PECCHIONI, ELENA;PANDELI, ENRICO;
2006

Abstract

L’inaspettata scoperta, nel dicembre 1998, del complesso archeologico di Pisa S. Rossore ha consentito il recupero di numerosi materiali tra cui una serie di relitti in diverso stato di integrità e cronologicamente compresi tra la fine dell’età ellenistica e l’età tardo antica. Tra questi relitti la nave “B” è una delle più integre e meglio conservate. Si tratta di una nave oneraria romana di medie dimensioni, costruita a doppio fasciame con legno di quercia e abete, rinvenuta inclinata su un lato e contenente ancora parte del carico parzialmente fuoriuscito al momento dell’impatto con il fondale. Il carico della nave era composto essenzialmente da anfore; insieme a queste sono stati trovati materiale di stivaggio, necessario alla stabilizzazione del carico e zavorra imbarcata per assicurare sufficiente stabilità alla nave durante la navigazione. I campioni di roccia costituenti il materiale di stivaggio e la zavorra della nave, sono stati sottoposti a caratterizzazione mineralogico petrografia e geochimica tramite analisi mineralogiche per diffrattometria a raggi X (XRD), analisi chimiche per fluorescenza a raggi X (XRF) e analisi petrografiche per osservazione in sezione sottile al microscopio in luce polarizzata (OM). I dati minero-chimici e petrologici dei campioni investigati hanno fornito informazioni utili sulla possibile provenienza dei materiali lapidei naturali trovati e quindi sulle rotte seguite dalla nave “B”. Il materiale di zavorra è costituito da rocce sedimentarie e semi-metamorfiche: la provenienza delle rocce sedimentarie è dalle coste del Lazio (Circeo-Gaeta) mentre le rocce semi-metamorfiche hanno origine dalla costa del Sud della Toscana, dall’Arcipelago Toscano e probabilmente non è da escludere anche una provenienza dalla costa Ligure (Punta Bianca) e dalle coste tirreniche della Calabria. Il materiale di stivaggio risulta costituito da lapilli e scorie di natura piroclastica, provenienti dall’area napoletana. Il materiale tufaceo incoerente è stato ritrovato parzialmente cementato da calcite di ricristallizzazione; ciò può indicare l’utilizzo di calce che veniva aspersa sotto e sopra i blocchi tufacei con funzione igienizzante. Dai dati analitici è possibile trarre conclusioni relative alle possibili rotte della nave, nello specifico il materiale di stivaggio e le zavorre possono dare due tipi di informazioni ben distinte: lo stivaggio permette l’identificazione del porto principale (area napoletana) da dove la nave partiva con il carico delle anfore, il materiale di stivaggio serviva infatti a tenere ferme le anfore all’interno della stiva, difficilmente quindi veniva rimosso una volta che la nave si liberava dal carico. L’identificazione del porto di partenza nell’area partenopea potrebbe essere ulteriormente avvalorata dall’analisi del contenuto di alcune anfore del carico costituito da sabbie ad augite e sanidino. Diversamente le zavorre possono dare informazioni sui luoghi ove le navi venivano scaricate. Ciò non permette comunque una sicura identificazione dei porti di approdo in quanto le rocce della zavorra erano caricate nei porti utilizzando spesso materiali che altre navi avevano appena scaricato. Per questo motivo le zavorre sono costituite da rocce di provenienza molto eterogenea in grado di dare indicazioni sulle sole rotte commerciali seguite dalle navi che approdavano a Pisa. Dall’insieme dei dati ottenuti possiamo quindi ritenere l’origine del carico della nave B dall’area partenopea mentre le rotte commerciali dell’epoca comprendevano sicuramente, oltre l’area campana, l’alta e media costa tirrenica, l’arcipelago toscano e la costa tirrenica calabrese.
2006
IV Congresso Nazionale di Archeometria AiAr,
IV Congresso Nazionale di Archeometria AiAr, Pisa
Pisa
Pecchioni E.; Cantisani E.; Pallecchi P.; Fratini F.; Pandeli E.; Rescic S.
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