Il complesso di Villa Salviati, al Ponte alla Badia, a Firenze, costituisce uno degli esempi più significativi nel territorio fiorentino di dimora signorile rinascimentale. Ciò per l’imponenza della sua mole, per la qualità della sua definizione architettonica, per la vastità degli ambienti e degli annessi, nonché per le rilevanti sistemazioni paesaggistiche delle pendici collinari che da via Bolognese scendono verso la valle del Mugnone, articolate e strutturate nel corso dei secoli dal prezioso disegno dei giardini formali e del parco, di solenne ampiezza. A metà del Cinquecento, infatti, la villa era celebrata per la bellezza della sua struttura, che “quasi si pavoneggia” dinanzi al complesso della Badia Fiesolana, come ebbe a scrivere Benedetto Varchi, storiografo alla corte di Cosimo I. Agli inizi del settecento, tra il 1708 e il 1718, il duca Antonio Salviati fece costruire una nuova stalla, uno “stanzone” per le piante e un nuovo condotto per le acque, comprendente “vivaio e conserva”. Proprio alla costruzione del condotto per l’acqua si collegò la realizzazione di un giardino all’italiana “nell’orto della villa” organizzato in forme geometriche, con ricchezza e varietà di elementi arborei e vegetali e di una Grotta (oggi costituente l’ultima stanza della struttura oggetto di studio) che nel corso del XIX sec. subì un successivo ampliamento con l’aggiunta di ulteriori due stanze, caratterizzate da evidenti differenze stilistiche, rispetto alla prima settecentesca. La Grotta nel giardino della Villa, è quindi costituita da tre singole stanze, che si presentano a noi, oggi, ricche di decorazioni policrome mosaicate, specchiature, pareti rivestite di speleotemi articolate da nicchie, pareti di intonaci dipinte e parzialmente affrescate ecc.. Numerosi campioni sono stati prelevati all’interno delle tre stanze della Grotta e sulla facciata esterna, rappresentativi della variegata complessità dei materiali costituenti; tra questi pietre naturali e minerali di vario tipo, facenti parte dei mosaici ma anche dei pavimenti e delle decorazioni, oltre a pietre artificiali, malte di allettamento, malte da intonaco e da decorazione. I campioni sono stati sottoposti ad indagini di carattere mineralogico-petrografico tramite diffrattometria a raggi X (XRD), analisi petrografica in sezione sottile al microscopio polarizzatore (OM), indagini per spettrofotometria infrarossa (FTIR) riguardante la sola parte dei pigmenti, analisi al microscopio elettronico (SEM). Tutte e tre le stanze della Grotta sono state inoltre sottoposte ad un monitoraggio relativo alle condizioni microclimatiche interne, tramite posizionamento di termoigrometri. Le indagini svolte hanno permesso una corretta caratterizzazione dei materiali all’interno e all’esterno della Grotta oltre a definire le condizioni conservative in cui essi si trovavano: è stato possibile infatti evidenziare i litotipi e i minerali costituenti le tessere dei mosaici, le pietre dei pavimenti, le tipologie di malte presenti, risalendo anche ai materiali primari utilizzati nel confezionamento ed individuando periodi diversi di realizzazione per ciascuna stanza della Grotta. Dal monitoraggio termoigrometrico è invece risultato con immediatezza che l’interno della Grotta è, in generale, fortemente umido, salvo alcuni periodi influenzati dalle condizioni esterne, che interagiscono fortemente con l’ambiente ipogeo, dato lo stato di degrado delle porte di accesso e la copertura a “lastrico solare” della prima stanza. L’elaborazione settimanale mette ancora più in evidenza, tramite i valori massimi, medi e minimi, le variazioni sia di temperatura che di umidità, per le motivazioni sinteticamente espresse poco sopra. Ciò è in grado di influenzare fortemente lo sviluppo del degrado dei materiali costituenti.

La Grotta di Villa Salviati (Firenze): Caratterizzazione e stato di conservazione dei materiali costituenti / Malesani P.; Pecchioni E.; Cantisani E.; Cecchi G.; Chelazzi F.; Droghini F.; Pagani G.; Sabatini G.; Scala A.; Trevisan R. - STAMPA. - (2006), pp. 65-66. (Intervento presentato al convegno IV Congresso Nazionale di Archeometria AiAr, Pisa tenutosi a Pisa nel 1-3 Febbraio 2006).

La Grotta di Villa Salviati (Firenze): Caratterizzazione e stato di conservazione dei materiali costituenti

MALESANI, PIERGIORGIO;PECCHIONI, ELENA;
2006

Abstract

Il complesso di Villa Salviati, al Ponte alla Badia, a Firenze, costituisce uno degli esempi più significativi nel territorio fiorentino di dimora signorile rinascimentale. Ciò per l’imponenza della sua mole, per la qualità della sua definizione architettonica, per la vastità degli ambienti e degli annessi, nonché per le rilevanti sistemazioni paesaggistiche delle pendici collinari che da via Bolognese scendono verso la valle del Mugnone, articolate e strutturate nel corso dei secoli dal prezioso disegno dei giardini formali e del parco, di solenne ampiezza. A metà del Cinquecento, infatti, la villa era celebrata per la bellezza della sua struttura, che “quasi si pavoneggia” dinanzi al complesso della Badia Fiesolana, come ebbe a scrivere Benedetto Varchi, storiografo alla corte di Cosimo I. Agli inizi del settecento, tra il 1708 e il 1718, il duca Antonio Salviati fece costruire una nuova stalla, uno “stanzone” per le piante e un nuovo condotto per le acque, comprendente “vivaio e conserva”. Proprio alla costruzione del condotto per l’acqua si collegò la realizzazione di un giardino all’italiana “nell’orto della villa” organizzato in forme geometriche, con ricchezza e varietà di elementi arborei e vegetali e di una Grotta (oggi costituente l’ultima stanza della struttura oggetto di studio) che nel corso del XIX sec. subì un successivo ampliamento con l’aggiunta di ulteriori due stanze, caratterizzate da evidenti differenze stilistiche, rispetto alla prima settecentesca. La Grotta nel giardino della Villa, è quindi costituita da tre singole stanze, che si presentano a noi, oggi, ricche di decorazioni policrome mosaicate, specchiature, pareti rivestite di speleotemi articolate da nicchie, pareti di intonaci dipinte e parzialmente affrescate ecc.. Numerosi campioni sono stati prelevati all’interno delle tre stanze della Grotta e sulla facciata esterna, rappresentativi della variegata complessità dei materiali costituenti; tra questi pietre naturali e minerali di vario tipo, facenti parte dei mosaici ma anche dei pavimenti e delle decorazioni, oltre a pietre artificiali, malte di allettamento, malte da intonaco e da decorazione. I campioni sono stati sottoposti ad indagini di carattere mineralogico-petrografico tramite diffrattometria a raggi X (XRD), analisi petrografica in sezione sottile al microscopio polarizzatore (OM), indagini per spettrofotometria infrarossa (FTIR) riguardante la sola parte dei pigmenti, analisi al microscopio elettronico (SEM). Tutte e tre le stanze della Grotta sono state inoltre sottoposte ad un monitoraggio relativo alle condizioni microclimatiche interne, tramite posizionamento di termoigrometri. Le indagini svolte hanno permesso una corretta caratterizzazione dei materiali all’interno e all’esterno della Grotta oltre a definire le condizioni conservative in cui essi si trovavano: è stato possibile infatti evidenziare i litotipi e i minerali costituenti le tessere dei mosaici, le pietre dei pavimenti, le tipologie di malte presenti, risalendo anche ai materiali primari utilizzati nel confezionamento ed individuando periodi diversi di realizzazione per ciascuna stanza della Grotta. Dal monitoraggio termoigrometrico è invece risultato con immediatezza che l’interno della Grotta è, in generale, fortemente umido, salvo alcuni periodi influenzati dalle condizioni esterne, che interagiscono fortemente con l’ambiente ipogeo, dato lo stato di degrado delle porte di accesso e la copertura a “lastrico solare” della prima stanza. L’elaborazione settimanale mette ancora più in evidenza, tramite i valori massimi, medi e minimi, le variazioni sia di temperatura che di umidità, per le motivazioni sinteticamente espresse poco sopra. Ciò è in grado di influenzare fortemente lo sviluppo del degrado dei materiali costituenti.
2006
IV Congresso Nazionale di Archeometria AiAr
IV Congresso Nazionale di Archeometria AiAr, Pisa
Pisa
Malesani P.; Pecchioni E.; Cantisani E.; Cecchi G.; Chelazzi F.; Droghini F.; Pagani G.; Sabatini G.; Scala A.; Trevisan R
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