Il contributo consiste nel I Capitolo della II Parte di un Rapporto del Parlamento dell'Unione Europea, avente ad oggetto il tema dell'adozione internazionale, esaminato in un'ottica comparatistica. In tale Capitolo si analizzano le soluzioni accolte dai vari sistemi nazionali, nell'ambito dei Paesi dell'Unione Europea, alla luce dell'incidenza degli strumenti di diritto internazionale. Più precisamente, ci si sofferma sul ruolo svolto dalla Convenzione de L'Aja del 1993, e sui mutamenti intervenuti, nell'ambito delle legislazioni nazionali, a seguito della sua ratifica. Sono quindi presi in esame, dall'Autrice, una serie di profili centrali: i requisiti per poter affermare l'idoneità all'adozione, i presupposti per poter dichiarare un minore adottabile, il procedimento accolto e le diverse figure di adozione ammesse. Il lavoro in cui si inserisce il contributo è uno "Study" (PE.419.613), che è stato coordinato dall'Istituto degli Innocenti, in collaborazione con ChildOnEurope, associazione europea che ha ricevuto l'incarico a seguito di una procedura di selezione internazionale pubblica. Più precisamente, si tratta di uno studio transnazionale e multidisciplinare svolto alla luce di relazioni presentate da ciascuno dei ventisette Paesi membri dell'UE, redatto a cura di un Comitato scientifico nominato dal Parlamento dell'UE di cui l'Autrice ha fatto parte assieme a F. Juffer, I. Lammerant, E. Moretti, P. Pazè, R. Pregliasco e P. Selman, su richiesta del Directorate-General Internal Policies Policy Department, Citizens Rights and Constitutional Affairs, del Parlamento dell'Unione Europea. Il contributo individuale apportato dall'Autrice all'intero volume è consistito, oltre che nella supervisione dei profili di diritto europeo e internazionale privato e nel coordinamento delle relative parti, nella redazione (in inglese) delle seguenti parti (nonché nella totale revisione dell'intero testo del Rapporto nella traduzione in francese): "Introduction", "Conclusions" ("1. General trends in Intercountry Adoption across Europe" e "3. Legislative and Normative Aspects") e "Recommendations", il Capitolo II della Parte I, e il Capitolo I della Parte II (per l’esattezza, le seguenti pagine: "Introduction"– pp. 1-3-, "Chapter II of Part I, The International legal Framework: Child and Human Rights Challenging Adoption" – p. 45 ss –, paragrafi 1, 2.1, 2.1.1, 3.1, 4., 4.1., eccetto pp. 58-59, sino alla nota 58, nonché paragrafi 4.2, 5., 5.1, 6.1, 6.2, 6.3; "Chapter I of Part I, Legal and Policy Frameworks I" – p. 97 ss. – paragrafi 1, 5, 6, 7, 8 e 9, "Conclusions"– pp. 155 e 157-159- "Final Recommendations" – pp.161-165 –, "Annexes" n. 2, 3, 4 e 5, ivi compresa l’intera bibliografia giuridica - pp. 173-223-). Si precisa che il numero delle pagine inserite nella scheda si riferisce al contributo dell'Autrice, co riferimento alla parte in cui si inserisce il capitolo da lei redatto ove, nota, sono indicati gli apporti individuali dei coautori. La numerazione dei paragrafi, appena indicata, concerne il contributo personale dell'Autrice, nella versione definitiva del Rapporto, che si può consultare nel file allegato. Tale numerazione dei paragrafi risulta in parte diversa, rispetto a quella indicata nelle note inziali dei capitoli, a pie' di pagina, modificata per ragioni editoriali. Quanto al contenuto delle parti redatte dall’Autrice, sono dedicate ai principali profili giuridici dell’adozione internazionale. Si inseriscono in un ampio contesto, delineato dal Rapporto, che è stato redatto dal Comitato scientifico prima ricordato, il cui scopo primario è stato quello di proporre una visione comparatistica del tema, che consentisse di comprendere i principali nodi da sciogliere, grazie ad un’analisi di carattere interdisciplinare. Oltre all’interesse verso le soluzioni affermatesi de iure condito, si è perseguito altresì l’intento di definire le possibili vie da seguire de iure condendo. L’obiettivo del lavoro è consistito infatti nella formulazione di precise opzioni, da individuare in vista di una strategia precisa, da parte dell’Unione Europea, basata sui risultati delle indagini svolte a livello nazionale, di cui si dà ampiamente conto nel Rapporto. Qui si è data notevole rilevanza all’impatto, a livello sociale, delle diverse soluzioni giuridiche accolte, in attuazione di politiche del welfare alquanto differenziate, in ambito statale, seppur tutte rivolte a favore di un’estesa protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, a rischio d’abbandono. Lo studio adotta una visuale olistica, giacché aspira a una conoscenza del fenomeno in esame a tutto tondo, valutando sia le opzioni normative, sia le prassi, sia le problematiche, d’ordine psicologico e sociologico, implicate dal tema. L’attenzione verso i dati acquisiti tramite la comparazione giuridica, grazie allo studio dei rapporti dettagliati predisposti dai referenti designati dalle autorità competenti di ciascuno dei ventisette Paesi dell’Unione Europea, di cui si dà ampio conto in ulteriori parti del lavoro redatte dall'Autrice: e, per l'esattezza, nelle schede riassuntive finali (v. Annex 5), e di cui è testimonianza l’ampia biliografia giuridica (v. Annex 3) e le Raccomandazioni finali, da ritenere l’elemento cardine dell’opera, il cui punto d’arrivo è consistito nella proposta di adottare una Risoluzione, da parte del Parlamento dell’UE. Questa soluzione è stata ritenuta preferibile al ricorso ad altre forme di normazione pur possibili (Direttive, Regolamenti), che avrebbero potuto alimentare distinzioni a seconda delle origini nazionali dei minori adottandi, la cui piena tutela si è ritenuto potesse esser meglio assicurata, invece, secondo la visione proposta dal Rapporto, ed evidenziata espressamente dall’Autrice nelle Raccomandazioni Finali, solo ove si rendano più efficaci gli strumenti di diritto internazionale già vigenti ed applicabili, rispettivamente, in caso di adozione internazionale e interna (ossia, la Convenzione de L’Aja del 29.5.1993, in tema di minori stranieri e di cooperazione in materia di adozione internazionale, e la Convenzione sull’adozione redatta in seno al Consiglio d’Europa nel novembre del 2008, di riforma della Convenzione del 1967). Tale indicazione, a distanza di un anno e mezzo dalla pubblicazione dell’opera, è stata recepita dal Parlamento, che ha adottato una Risoluzione intitolata – come il Rapporto – “International Adoption in the European Union”, in data 19 gennaio 2011, a conferma della piena condivisione dell’impostazione ivi proposta (cfr. P7_TA(2011). Titolare del copyright sull’opera è il Parlamento Europeo, che ha divulgato il testo nel sito ufficiale, oltre a renderlo disponibile, gratuitamente, in versione cartacea. Di qui, l’assenza di ISBN. L’autrice ha ceduto i propri diritti d’autore in base ad un epresso accordo raggiunto con l’Istituto degli Innocenti, e, per l'esattezza, in base ad un contratto che ha autorizzato le istituzioni pubbliche coinvolte nell'iniziativa a rendere accessibile il lavoro liberamente.

Legal and Policy Frameworks / E. URSO. - STAMPA. - (2009), pp. 97-134.

Legal and Policy Frameworks

URSO, ELENA
2009

Abstract

Il contributo consiste nel I Capitolo della II Parte di un Rapporto del Parlamento dell'Unione Europea, avente ad oggetto il tema dell'adozione internazionale, esaminato in un'ottica comparatistica. In tale Capitolo si analizzano le soluzioni accolte dai vari sistemi nazionali, nell'ambito dei Paesi dell'Unione Europea, alla luce dell'incidenza degli strumenti di diritto internazionale. Più precisamente, ci si sofferma sul ruolo svolto dalla Convenzione de L'Aja del 1993, e sui mutamenti intervenuti, nell'ambito delle legislazioni nazionali, a seguito della sua ratifica. Sono quindi presi in esame, dall'Autrice, una serie di profili centrali: i requisiti per poter affermare l'idoneità all'adozione, i presupposti per poter dichiarare un minore adottabile, il procedimento accolto e le diverse figure di adozione ammesse. Il lavoro in cui si inserisce il contributo è uno "Study" (PE.419.613), che è stato coordinato dall'Istituto degli Innocenti, in collaborazione con ChildOnEurope, associazione europea che ha ricevuto l'incarico a seguito di una procedura di selezione internazionale pubblica. Più precisamente, si tratta di uno studio transnazionale e multidisciplinare svolto alla luce di relazioni presentate da ciascuno dei ventisette Paesi membri dell'UE, redatto a cura di un Comitato scientifico nominato dal Parlamento dell'UE di cui l'Autrice ha fatto parte assieme a F. Juffer, I. Lammerant, E. Moretti, P. Pazè, R. Pregliasco e P. Selman, su richiesta del Directorate-General Internal Policies Policy Department, Citizens Rights and Constitutional Affairs, del Parlamento dell'Unione Europea. Il contributo individuale apportato dall'Autrice all'intero volume è consistito, oltre che nella supervisione dei profili di diritto europeo e internazionale privato e nel coordinamento delle relative parti, nella redazione (in inglese) delle seguenti parti (nonché nella totale revisione dell'intero testo del Rapporto nella traduzione in francese): "Introduction", "Conclusions" ("1. General trends in Intercountry Adoption across Europe" e "3. Legislative and Normative Aspects") e "Recommendations", il Capitolo II della Parte I, e il Capitolo I della Parte II (per l’esattezza, le seguenti pagine: "Introduction"– pp. 1-3-, "Chapter II of Part I, The International legal Framework: Child and Human Rights Challenging Adoption" – p. 45 ss –, paragrafi 1, 2.1, 2.1.1, 3.1, 4., 4.1., eccetto pp. 58-59, sino alla nota 58, nonché paragrafi 4.2, 5., 5.1, 6.1, 6.2, 6.3; "Chapter I of Part I, Legal and Policy Frameworks I" – p. 97 ss. – paragrafi 1, 5, 6, 7, 8 e 9, "Conclusions"– pp. 155 e 157-159- "Final Recommendations" – pp.161-165 –, "Annexes" n. 2, 3, 4 e 5, ivi compresa l’intera bibliografia giuridica - pp. 173-223-). Si precisa che il numero delle pagine inserite nella scheda si riferisce al contributo dell'Autrice, co riferimento alla parte in cui si inserisce il capitolo da lei redatto ove, nota, sono indicati gli apporti individuali dei coautori. La numerazione dei paragrafi, appena indicata, concerne il contributo personale dell'Autrice, nella versione definitiva del Rapporto, che si può consultare nel file allegato. Tale numerazione dei paragrafi risulta in parte diversa, rispetto a quella indicata nelle note inziali dei capitoli, a pie' di pagina, modificata per ragioni editoriali. Quanto al contenuto delle parti redatte dall’Autrice, sono dedicate ai principali profili giuridici dell’adozione internazionale. Si inseriscono in un ampio contesto, delineato dal Rapporto, che è stato redatto dal Comitato scientifico prima ricordato, il cui scopo primario è stato quello di proporre una visione comparatistica del tema, che consentisse di comprendere i principali nodi da sciogliere, grazie ad un’analisi di carattere interdisciplinare. Oltre all’interesse verso le soluzioni affermatesi de iure condito, si è perseguito altresì l’intento di definire le possibili vie da seguire de iure condendo. L’obiettivo del lavoro è consistito infatti nella formulazione di precise opzioni, da individuare in vista di una strategia precisa, da parte dell’Unione Europea, basata sui risultati delle indagini svolte a livello nazionale, di cui si dà ampiamente conto nel Rapporto. Qui si è data notevole rilevanza all’impatto, a livello sociale, delle diverse soluzioni giuridiche accolte, in attuazione di politiche del welfare alquanto differenziate, in ambito statale, seppur tutte rivolte a favore di un’estesa protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, a rischio d’abbandono. Lo studio adotta una visuale olistica, giacché aspira a una conoscenza del fenomeno in esame a tutto tondo, valutando sia le opzioni normative, sia le prassi, sia le problematiche, d’ordine psicologico e sociologico, implicate dal tema. L’attenzione verso i dati acquisiti tramite la comparazione giuridica, grazie allo studio dei rapporti dettagliati predisposti dai referenti designati dalle autorità competenti di ciascuno dei ventisette Paesi dell’Unione Europea, di cui si dà ampio conto in ulteriori parti del lavoro redatte dall'Autrice: e, per l'esattezza, nelle schede riassuntive finali (v. Annex 5), e di cui è testimonianza l’ampia biliografia giuridica (v. Annex 3) e le Raccomandazioni finali, da ritenere l’elemento cardine dell’opera, il cui punto d’arrivo è consistito nella proposta di adottare una Risoluzione, da parte del Parlamento dell’UE. Questa soluzione è stata ritenuta preferibile al ricorso ad altre forme di normazione pur possibili (Direttive, Regolamenti), che avrebbero potuto alimentare distinzioni a seconda delle origini nazionali dei minori adottandi, la cui piena tutela si è ritenuto potesse esser meglio assicurata, invece, secondo la visione proposta dal Rapporto, ed evidenziata espressamente dall’Autrice nelle Raccomandazioni Finali, solo ove si rendano più efficaci gli strumenti di diritto internazionale già vigenti ed applicabili, rispettivamente, in caso di adozione internazionale e interna (ossia, la Convenzione de L’Aja del 29.5.1993, in tema di minori stranieri e di cooperazione in materia di adozione internazionale, e la Convenzione sull’adozione redatta in seno al Consiglio d’Europa nel novembre del 2008, di riforma della Convenzione del 1967). Tale indicazione, a distanza di un anno e mezzo dalla pubblicazione dell’opera, è stata recepita dal Parlamento, che ha adottato una Risoluzione intitolata – come il Rapporto – “International Adoption in the European Union”, in data 19 gennaio 2011, a conferma della piena condivisione dell’impostazione ivi proposta (cfr. P7_TA(2011). Titolare del copyright sull’opera è il Parlamento Europeo, che ha divulgato il testo nel sito ufficiale, oltre a renderlo disponibile, gratuitamente, in versione cartacea. Di qui, l’assenza di ISBN. L’autrice ha ceduto i propri diritti d’autore in base ad un epresso accordo raggiunto con l’Istituto degli Innocenti, e, per l'esattezza, in base ad un contratto che ha autorizzato le istituzioni pubbliche coinvolte nell'iniziativa a rendere accessibile il lavoro liberamente.
2009
INTERNATIONAL ADOPTION IN THE EUROPEAN UNION
97
134
E. URSO
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