Introduzione: La prostatectomia radicale è oggi il trattamento di scelta dell'adenocarcinoma prostatico clinicamente organo-confinato, garantendo percentuali di sopravvivenza libera da ripresa di malattia superiori al 70% anche per lunghi follow¬up. Attualmente le tecniche più utilizzate sono l'approccio retropubico retrogrado decritto da Walsh e più recentemente la tecnica laparoscopica anterograda intra o extraperitoneale. Riportiamo i risultati a lungo termine della prostatectomia radicale retropubica anterograda nel trattamento dell'adenocarcinoma prostatico clinicamente organo-confinato. Pazienti e Metodi: Tra il 1988 ed il 2004, 845 pazienti (età media 64.8 anni, range 43-78) con adenocarcinoma prostatico in stadio clinico T 1 -T2 sono stati trattati con prostatectomia radicale anterograda. Il PSA preoperatorio medio era 13.6 ng/ml (range 0.8-140) In 803 pazienti è stata effettuata contestualmente all'intervento la linfadenectomia pelvica. 44 pazienti erano stati sottoposti a terapia ormonale neoadiuvante. Tutti i pazienti con interessamento neoplastico linfonodale sono stati trattati con ormonoterapia adiuvante precoce (entro 3 mesi). I dati relativi alle perdite ematiche, la morbilità perioperatoria e postoperatoria erano disponibili sui 484 pazienti trattati dal 2000 al 2004. Il follow-up ha incluso il dosaggio del PSA ogni 3 mesi nel primo anno, ogni 6 mesi per i successivi 2 anni e quindi annualmente. Abbiamo considerato ripresa biochimica di malattia il rilievo di PSA > 0.2 ng/ml in due determinazioni consecutive. Il follow-up medio dei 793 pazienti di cui erano disponibili i dati era 46.2 anni (mediana 40.5, range 6-168). Risultati: La sopravivenza attuariale libera da ripresa biochimica di malattia a 5 e 10 anni è riultata rispettivamente nei pazienti con linfonodi negativi 75.3% e 66.7% ; nei 122 (14.4%) pazienti con interessamento linfonodale 56.8% e 24.3%. All'esame anatomopatologico 330/845 pazienti (39.1%) erano pT2, 273 erano pT3a (32.3%), 101 pT3b (12%), 19 pT4 (2.2%). La sopravivenza attuariale libera da ripresa biochimica di malattia a 5 anni era 91.1% per lo stadio pT2, 73.8% per i pT3a, 41.9% per i pT3b e 41.6% per i pT4. Complessivamente sono stati registrati 23 decessi (2.9%) di cui 15 (1.9%) correlati e 8 non correlati con la patologia neoplastica. Complessivamente sono stati diagnosticati margini chirurgici positivi in 108/845 pazienti (12.7%). In 25/484 (5.1%) pazienti sono state effettuate emotrasfusioni, le perdite ematiche medie sono state 320 cc (range 120-850). Sono state registrate 2 lesioni del retto (0.4%),e un reintervento per emorragia postoperatoria. Conclusioni: La prostatectomia radicale anterograda garantisce un efficace controllo oncologico locale con bassa incidenza di margini chirurgici positivi e buone percentuali di sopravvivenza libera da recidiva neoplastica anche per follow-up lunghi. Questi risultati sono ottenuti con ridotte perdite ematiche e bassa incidenza di complicanze intra e postoperatorie

LA PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA ANTE¬ROGRADA NEL TRATTAMENTO DELL'ADENOCARCINOMA PROSTATICO CLINICAMENTE LOCALIZZATO / Masieri L.; Serni S.; Minervini A.; Carloni M.; Giubilei G.; Ierardi A.; Lapini A.; Carini M.. - STAMPA. - 77 n°3, suppl 2:(2005), pp. 70-71. (Intervento presentato al convegno XV Congresso Nazionale SIUrO tenutosi a Giardini Naxos nel 3-6 novembre).

LA PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA ANTE¬ROGRADA NEL TRATTAMENTO DELL'ADENOCARCINOMA PROSTATICO CLINICAMENTE LOCALIZZATO

Masieri L.;SERNI, SERGIO;MINERVINI, ANDREA;CARINI, MARCO
2005

Abstract

Introduzione: La prostatectomia radicale è oggi il trattamento di scelta dell'adenocarcinoma prostatico clinicamente organo-confinato, garantendo percentuali di sopravvivenza libera da ripresa di malattia superiori al 70% anche per lunghi follow¬up. Attualmente le tecniche più utilizzate sono l'approccio retropubico retrogrado decritto da Walsh e più recentemente la tecnica laparoscopica anterograda intra o extraperitoneale. Riportiamo i risultati a lungo termine della prostatectomia radicale retropubica anterograda nel trattamento dell'adenocarcinoma prostatico clinicamente organo-confinato. Pazienti e Metodi: Tra il 1988 ed il 2004, 845 pazienti (età media 64.8 anni, range 43-78) con adenocarcinoma prostatico in stadio clinico T 1 -T2 sono stati trattati con prostatectomia radicale anterograda. Il PSA preoperatorio medio era 13.6 ng/ml (range 0.8-140) In 803 pazienti è stata effettuata contestualmente all'intervento la linfadenectomia pelvica. 44 pazienti erano stati sottoposti a terapia ormonale neoadiuvante. Tutti i pazienti con interessamento neoplastico linfonodale sono stati trattati con ormonoterapia adiuvante precoce (entro 3 mesi). I dati relativi alle perdite ematiche, la morbilità perioperatoria e postoperatoria erano disponibili sui 484 pazienti trattati dal 2000 al 2004. Il follow-up ha incluso il dosaggio del PSA ogni 3 mesi nel primo anno, ogni 6 mesi per i successivi 2 anni e quindi annualmente. Abbiamo considerato ripresa biochimica di malattia il rilievo di PSA > 0.2 ng/ml in due determinazioni consecutive. Il follow-up medio dei 793 pazienti di cui erano disponibili i dati era 46.2 anni (mediana 40.5, range 6-168). Risultati: La sopravivenza attuariale libera da ripresa biochimica di malattia a 5 e 10 anni è riultata rispettivamente nei pazienti con linfonodi negativi 75.3% e 66.7% ; nei 122 (14.4%) pazienti con interessamento linfonodale 56.8% e 24.3%. All'esame anatomopatologico 330/845 pazienti (39.1%) erano pT2, 273 erano pT3a (32.3%), 101 pT3b (12%), 19 pT4 (2.2%). La sopravivenza attuariale libera da ripresa biochimica di malattia a 5 anni era 91.1% per lo stadio pT2, 73.8% per i pT3a, 41.9% per i pT3b e 41.6% per i pT4. Complessivamente sono stati registrati 23 decessi (2.9%) di cui 15 (1.9%) correlati e 8 non correlati con la patologia neoplastica. Complessivamente sono stati diagnosticati margini chirurgici positivi in 108/845 pazienti (12.7%). In 25/484 (5.1%) pazienti sono state effettuate emotrasfusioni, le perdite ematiche medie sono state 320 cc (range 120-850). Sono state registrate 2 lesioni del retto (0.4%),e un reintervento per emorragia postoperatoria. Conclusioni: La prostatectomia radicale anterograda garantisce un efficace controllo oncologico locale con bassa incidenza di margini chirurgici positivi e buone percentuali di sopravvivenza libera da recidiva neoplastica anche per follow-up lunghi. Questi risultati sono ottenuti con ridotte perdite ematiche e bassa incidenza di complicanze intra e postoperatorie
2005
Arch Ital Urol Androl
XV Congresso Nazionale SIUrO
Giardini Naxos
Masieri L.; Serni S.; Minervini A.; Carloni M.; Giubilei G.; Ierardi A.; Lapini A.; Carini M.
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