Questo è quindi un progetto che vede coinvolte diverse realtà e diverse figure, tutte unite dalla grande passione per lo sport e per i suoi valori di sana lealtà e competitività, che sempre più si stanno perdendo nel mondo attuale: per questo tutti insieme abbiamo cercato di mettere insieme una serie di conoscenze e informazioni tali da poter mettere in guardia su molte delle insidie che si nascondono nel mondo dello sport. Tra le varie istituzioni che hanno partecipato, oltre alla ASL di Terni, al CONI e ai NAS dei Carabinieri, ci sono gli importanti e qualificati contributi del mondo scientifico quali quello dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Università di Firenze, Siena, Verona, Molise, Milano e Perugia. Grazie a loro abbiamo potuto cominciare la lotta al doping partendo dal gradino più basso ma essenziale della scala da affrontare: capire cosa è il doping, quali sono le sostanze e i metodi di abuso, quali sono i rischi connessi a queste sostanze e a questi metodi. Solo conoscendo il nemico si sa come combatterlo. Questo progetto per cui è un progetto di ampio respiro. In primo luogo è rivolto a tutti gli operatori socio-sanitari che più sono vicini al mondo dello sport, per approfondire i temi del doping: parliamo quindi di medici, di farmacisti, di studenti universitari di discipline scientifiche, i quali dovrebbero essere informati su questo tema. In secondo luogo è rivolto agli sportivi: il progetto mette a disposizione strumenti adeguati per poter comprendere il fenomeno del doping senza ricorrere a terminologie troppo specifiche, cercando di puntare direttamente e in parole semplici alle conseguenze sia legali che mediche in seguito ad assunzione di sostanze dopanti. In ultimo, ma non per importanza, è rivolto ai giovani, sportivi e non, studenti, appassionati, titolari di strutture sportive, a tutti coloro che hanno semplicemente voglia di capire un po’ di più quali sono questi metodi dopanti, cosa dice la legislazione a loro proposito, cosa succede al nostro organismo quando entriamo in contatto con queste sostanze, etc. Come ho accennato prima, è un progetto articolato in più fasi, e con diversi strumenti a disposizione in base alle fasce di persone a cui è rivolto; si pone come un percorso, anzi come un modello di percorso che può essere adottato da qualsiasi altra realtà, sanitaria e non. Ci sono al suo interno informazioni prettamente scientifiche, informazioni dal punto di vista legale, materiale come opuscoli e pieghevoli e locandine di immediato impatto, e informazioni su come impostare l’intero percorso a seconda che la campagna sia rivolta a studenti delle scuole medie e superiori, o a società sportive, o ancora a operatori sanitari. È un percorso che mettiamo a disposizione di chi ha voglia di metterlo in pratica nella propria realtà territoriale, perché crediamo che sia il caso di dover dare una risposta forte e su larga scala nei confronti del doping, perché crediamo che ogni ASL con la propria organizzazione debba intervenire sul proprio territorio per far crescere la coscienza dei cittadini su questo tema. Bisogna intraprendere questo percorso, e bisogna farlo subito, per poter portare avanti un concetto ancora più ampio: l’educazione alla salute. Perché dire no al doping significa tenere alla propria salute.

Il Doping e le sostanze dopanti / F. Bartolini; M.G. Giovannini; D.E. Pellegrini-Giampietro. - STAMPA. - (2012).

Il Doping e le sostanze dopanti.

GIOVANNINI, MARIA GRAZIA;PELLEGRINI-GIAMPIETRO, DOMENICO EDOARDO
2012

Abstract

Questo è quindi un progetto che vede coinvolte diverse realtà e diverse figure, tutte unite dalla grande passione per lo sport e per i suoi valori di sana lealtà e competitività, che sempre più si stanno perdendo nel mondo attuale: per questo tutti insieme abbiamo cercato di mettere insieme una serie di conoscenze e informazioni tali da poter mettere in guardia su molte delle insidie che si nascondono nel mondo dello sport. Tra le varie istituzioni che hanno partecipato, oltre alla ASL di Terni, al CONI e ai NAS dei Carabinieri, ci sono gli importanti e qualificati contributi del mondo scientifico quali quello dell’Istituto Superiore di Sanità e delle Università di Firenze, Siena, Verona, Molise, Milano e Perugia. Grazie a loro abbiamo potuto cominciare la lotta al doping partendo dal gradino più basso ma essenziale della scala da affrontare: capire cosa è il doping, quali sono le sostanze e i metodi di abuso, quali sono i rischi connessi a queste sostanze e a questi metodi. Solo conoscendo il nemico si sa come combatterlo. Questo progetto per cui è un progetto di ampio respiro. In primo luogo è rivolto a tutti gli operatori socio-sanitari che più sono vicini al mondo dello sport, per approfondire i temi del doping: parliamo quindi di medici, di farmacisti, di studenti universitari di discipline scientifiche, i quali dovrebbero essere informati su questo tema. In secondo luogo è rivolto agli sportivi: il progetto mette a disposizione strumenti adeguati per poter comprendere il fenomeno del doping senza ricorrere a terminologie troppo specifiche, cercando di puntare direttamente e in parole semplici alle conseguenze sia legali che mediche in seguito ad assunzione di sostanze dopanti. In ultimo, ma non per importanza, è rivolto ai giovani, sportivi e non, studenti, appassionati, titolari di strutture sportive, a tutti coloro che hanno semplicemente voglia di capire un po’ di più quali sono questi metodi dopanti, cosa dice la legislazione a loro proposito, cosa succede al nostro organismo quando entriamo in contatto con queste sostanze, etc. Come ho accennato prima, è un progetto articolato in più fasi, e con diversi strumenti a disposizione in base alle fasce di persone a cui è rivolto; si pone come un percorso, anzi come un modello di percorso che può essere adottato da qualsiasi altra realtà, sanitaria e non. Ci sono al suo interno informazioni prettamente scientifiche, informazioni dal punto di vista legale, materiale come opuscoli e pieghevoli e locandine di immediato impatto, e informazioni su come impostare l’intero percorso a seconda che la campagna sia rivolta a studenti delle scuole medie e superiori, o a società sportive, o ancora a operatori sanitari. È un percorso che mettiamo a disposizione di chi ha voglia di metterlo in pratica nella propria realtà territoriale, perché crediamo che sia il caso di dover dare una risposta forte e su larga scala nei confronti del doping, perché crediamo che ogni ASL con la propria organizzazione debba intervenire sul proprio territorio per far crescere la coscienza dei cittadini su questo tema. Bisogna intraprendere questo percorso, e bisogna farlo subito, per poter portare avanti un concetto ancora più ampio: l’educazione alla salute. Perché dire no al doping significa tenere alla propria salute.
2012
F. Bartolini; M.G. Giovannini; D.E. Pellegrini-Giampietro
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