Una delle maggiori cause del declino numerico dei Chirotteri a livello europeo è senza dubbio la progressiva scomparsa dei loro rifugi, generalmente dovuta alla presenza dell’uomo. Alcune specie si sono tuttavia adattate ad utilizzare come riparo alcuni manufatti umani, anche durante alcune delle fasi più importanti del loro ciclo biologico. Le recenti tecniche costruttive, tuttavia, sono sempre più avare di spazi disponibili da poter colonizzare, mentre le vecchie abitazioni che vengono abbandonate dall’uomo e utilizzate dai pipistrelli finiscono per crollare. Anche le specie di Chirotteri più antropofile si trovano dunque a fronteggiare questa crisi dei rifugi. All’interno del Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli è presente una delle colonie riproduttive di Rhinolophus ferrumequinum più grandi d’Italia, che utilizza come rifugio un rudere abbandonato che fino al 2006 era a serio rischio di crollo. Grazie al recente progetto LIFE NATURA “DUNETOSCA” è stato possibile intervenire per il restauro conservativo dell’edificio e per il monitoraggio della colonia in questione. Sono stati individuati i diversi rifugi che questi animali frequentano all’interno del Parco e quindi indagati i relativi parametri microclimatici (temperatura, umidità relativa, escursione termica giornaliera). In questo modo è stato possibile delinearne una cronologia nell’utilizzo, influenzata non solo dalle diverse caratteristiche climatiche, ma anche dall’insorgere di occasionali fattori di disturbo quali la presenza di predatori. E’ stato inoltre studiato il comportamento di emergenza serale, valutando come i parametri climatici (temperatura, umidità relativa, precipitazioni) e demografici (presenza di piccoli e subadulti, dimensioni della colonia) potessero influenzarlo. In particolare, l’inizio del light sampling che precede l’emergenza serale viene anticipato rispetto al tramonto all’aumento della temperatura ed in presenza dei piccoli. Ciò conferma osservazioni precedenti che ipotizzano ciò in funzione del meno profondo torpore diurno e delle maggiori esigenze trofiche della madre legate all’allattamento del proprio piccolo. La durata dell’emergenza serale è invece profondamente influenzata da temperatura e presenza di subadulti. Questi individui, ancora inesperti al volo, escono e rientrano nel rifugio di frequente, effettuando un comportamento molto simile a quello del light sampling, ma in condizione di avanzata oscurità. Il presente studio evidenzia quanto sia di fondamentale importanza per le colonie riproduttive di questa specie, e probabilmente per molte altre, la conservazione di più siti di rifugio all’interno del proprio areale, così che in caso di disturbo sia possibile spostarsi da uno all’altro. E’ altresì fondamentale prevedere un efficace programma di monitoraggio che consenta di valutare adattativamente il successo di un programma di conservazione e che permetta inoltre lo studio delle caratteristiche ecologiche della specie, con evidenti ricadute positive sulla Ricerca.

Studio dell’utilizzo dei rifugi e del comportamento d’emergenza di una colonia riproduttiva di Rhinolophus ferrumequinum, Mammalia, Chiroptera / Giacomo Maltagliati; Paolo Agnelli; Stefano Cannicci. - STAMPA. - (2012), pp. 141-141. (Intervento presentato al convegno VIII Congresso Italiano di Teriologia tenutosi a Piacenza nel 9-11 Maggio 2012).

Studio dell’utilizzo dei rifugi e del comportamento d’emergenza di una colonia riproduttiva di Rhinolophus ferrumequinum, Mammalia, Chiroptera.

MALTAGLIATI, GIACOMO;AGNELLI, PAOLO;CANNICCI, STEFANO
2012

Abstract

Una delle maggiori cause del declino numerico dei Chirotteri a livello europeo è senza dubbio la progressiva scomparsa dei loro rifugi, generalmente dovuta alla presenza dell’uomo. Alcune specie si sono tuttavia adattate ad utilizzare come riparo alcuni manufatti umani, anche durante alcune delle fasi più importanti del loro ciclo biologico. Le recenti tecniche costruttive, tuttavia, sono sempre più avare di spazi disponibili da poter colonizzare, mentre le vecchie abitazioni che vengono abbandonate dall’uomo e utilizzate dai pipistrelli finiscono per crollare. Anche le specie di Chirotteri più antropofile si trovano dunque a fronteggiare questa crisi dei rifugi. All’interno del Parco Naturale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli è presente una delle colonie riproduttive di Rhinolophus ferrumequinum più grandi d’Italia, che utilizza come rifugio un rudere abbandonato che fino al 2006 era a serio rischio di crollo. Grazie al recente progetto LIFE NATURA “DUNETOSCA” è stato possibile intervenire per il restauro conservativo dell’edificio e per il monitoraggio della colonia in questione. Sono stati individuati i diversi rifugi che questi animali frequentano all’interno del Parco e quindi indagati i relativi parametri microclimatici (temperatura, umidità relativa, escursione termica giornaliera). In questo modo è stato possibile delinearne una cronologia nell’utilizzo, influenzata non solo dalle diverse caratteristiche climatiche, ma anche dall’insorgere di occasionali fattori di disturbo quali la presenza di predatori. E’ stato inoltre studiato il comportamento di emergenza serale, valutando come i parametri climatici (temperatura, umidità relativa, precipitazioni) e demografici (presenza di piccoli e subadulti, dimensioni della colonia) potessero influenzarlo. In particolare, l’inizio del light sampling che precede l’emergenza serale viene anticipato rispetto al tramonto all’aumento della temperatura ed in presenza dei piccoli. Ciò conferma osservazioni precedenti che ipotizzano ciò in funzione del meno profondo torpore diurno e delle maggiori esigenze trofiche della madre legate all’allattamento del proprio piccolo. La durata dell’emergenza serale è invece profondamente influenzata da temperatura e presenza di subadulti. Questi individui, ancora inesperti al volo, escono e rientrano nel rifugio di frequente, effettuando un comportamento molto simile a quello del light sampling, ma in condizione di avanzata oscurità. Il presente studio evidenzia quanto sia di fondamentale importanza per le colonie riproduttive di questa specie, e probabilmente per molte altre, la conservazione di più siti di rifugio all’interno del proprio areale, così che in caso di disturbo sia possibile spostarsi da uno all’altro. E’ altresì fondamentale prevedere un efficace programma di monitoraggio che consenta di valutare adattativamente il successo di un programma di conservazione e che permetta inoltre lo studio delle caratteristiche ecologiche della specie, con evidenti ricadute positive sulla Ricerca.
2012
Hystrix - The Italian Journal of Mammalogy - (N.S.) - Supp. 2012
VIII Congresso Italiano di Teriologia
Piacenza
Giacomo Maltagliati; Paolo Agnelli; Stefano Cannicci
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