La rete delle infrastrutture di trasporto costituisce la spina dorsale della società e del commercio. Disporre di una rete di infrastrutture di trasporto efficiente a tutti i livelli, locale, regionale, nazionale e transnazionale, rappresenta il basamento fondante sul quale si possono sviluppare i rapporti fra i popoli e le relazioni di scambio tra i luoghi della produzione, della distribuzione e del consumo dei beni. Molti dei rami della rete oggi in esercizio, soprattutto quelli di più anziana realizzazione, non sono però più in grado di soddisfare gli odierni requisiti funzionali, di sicurezza e di qualità e rischiano di compromettere le fondamenta su cui si basa l’economia delle nazioni. Si presenta quindi una importante e difficile sfida. Nella situazione economica odierna non è più possibile costruire e gestire infrastrutture con i metodi e le impostazioni adottate nel XX secolo. Le infrastrutture che il secolo scorso ci ha consegnato sono costruite con largo impiego di risorse non rinnovabili, producono per la loro manutenzione grandi quantità di materiali da demolizione che debbono essere smaltiti, adottano processi costruttivi e di gestione caratterizzati da elevati consumi energetici, che immettono in ambiente tonnellate di CO2, consentono condizioni di deflusso veicolare che comportano, soprattutto nelle aree urbane, grandi perditempo per diffusi fenomeni di congestione e offrono condizioni di insicurezza all’utenza che non sono più a lungo sopportabili. In sostanza, sono caratterizzate da alti costi e bassi livelli di efficienza. Oggi non è più pensabile continuare su questi binari. E’ vitale riuscire a sviluppare metodi e tecnologie in grado di migliorare l’offerta infrastrutturale e renderla globalmente più competitiva. Le parole chiave per raccogliere la sfida è pensare a situazioni infrastrutturali “adaptable, automated and resilient”, caratterizzate da connotati definibili con 3 parole: “Green” (infrastrutture progettate per produrre un minimo impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita, dal progetto alla costruzione, all’esercizio ed alla fase finale del loro riuso), ”Smart” (infrastrutture in grado di offrire un servizio di elevata qualità, grande affidabilità in esercizio e di sicurezza, tenuto conto dei rischi dell’ambiente naturale ed antropizzato in cui le stesse si sviluppano e dei cambiamenti climatici attesi) e “Low Cost” (infrastrutture il cui costo di costruzione e manutenzione sia ottimizzato e gestito al fine di preservare e migliorare la qualità della vita delle generazioni future in Europa).

Normativa e Infrastrutture / L. Domenichini. - STAMPA. - Atti dei Convegni dei Lincei 280:(2014), pp. 53-66. (Intervento presentato al convegno Mobilità, traffico e sicurezza stradale tenutosi a Accademia dei Lincei nel 17 Ottobre 2012).

Normativa e Infrastrutture

DOMENICHINI, LORENZO
2014

Abstract

La rete delle infrastrutture di trasporto costituisce la spina dorsale della società e del commercio. Disporre di una rete di infrastrutture di trasporto efficiente a tutti i livelli, locale, regionale, nazionale e transnazionale, rappresenta il basamento fondante sul quale si possono sviluppare i rapporti fra i popoli e le relazioni di scambio tra i luoghi della produzione, della distribuzione e del consumo dei beni. Molti dei rami della rete oggi in esercizio, soprattutto quelli di più anziana realizzazione, non sono però più in grado di soddisfare gli odierni requisiti funzionali, di sicurezza e di qualità e rischiano di compromettere le fondamenta su cui si basa l’economia delle nazioni. Si presenta quindi una importante e difficile sfida. Nella situazione economica odierna non è più possibile costruire e gestire infrastrutture con i metodi e le impostazioni adottate nel XX secolo. Le infrastrutture che il secolo scorso ci ha consegnato sono costruite con largo impiego di risorse non rinnovabili, producono per la loro manutenzione grandi quantità di materiali da demolizione che debbono essere smaltiti, adottano processi costruttivi e di gestione caratterizzati da elevati consumi energetici, che immettono in ambiente tonnellate di CO2, consentono condizioni di deflusso veicolare che comportano, soprattutto nelle aree urbane, grandi perditempo per diffusi fenomeni di congestione e offrono condizioni di insicurezza all’utenza che non sono più a lungo sopportabili. In sostanza, sono caratterizzate da alti costi e bassi livelli di efficienza. Oggi non è più pensabile continuare su questi binari. E’ vitale riuscire a sviluppare metodi e tecnologie in grado di migliorare l’offerta infrastrutturale e renderla globalmente più competitiva. Le parole chiave per raccogliere la sfida è pensare a situazioni infrastrutturali “adaptable, automated and resilient”, caratterizzate da connotati definibili con 3 parole: “Green” (infrastrutture progettate per produrre un minimo impatto ambientale durante tutto il loro ciclo di vita, dal progetto alla costruzione, all’esercizio ed alla fase finale del loro riuso), ”Smart” (infrastrutture in grado di offrire un servizio di elevata qualità, grande affidabilità in esercizio e di sicurezza, tenuto conto dei rischi dell’ambiente naturale ed antropizzato in cui le stesse si sviluppano e dei cambiamenti climatici attesi) e “Low Cost” (infrastrutture il cui costo di costruzione e manutenzione sia ottimizzato e gestito al fine di preservare e migliorare la qualità della vita delle generazioni future in Europa).
2014
Mobilità, traffico e sicurezza stradale
Mobilità, traffico e sicurezza stradale
Accademia dei Lincei
17 Ottobre 2012
L. Domenichini
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