Sebbene ostracismo ed esclusione siano connessi, il primo comprende elementi di indesiderabilità sociale, di rifiuto e di apartheid non ugualmente presenti nell'esclusione. La definizione del breaking point tra i due fenomeni non è univoca, e spesso basata su ricerche di laboratorio piuttosto che su ricerche situate. Gli studi community based, ai quali ci riferiamo, sono finalizzati all'individuazione di variabili di tipo proattivo, per impedire l’ostracismo, o reattivo, per diminuirne gli effetti in situazioni già compromesse (Drury, & Reicher, 2005; Toro, Trickett, Wall, & Salem, 1991; Toro, 2007; Zimmerman, 2000). Obiettivo dello studio è stato quello di analizzare gli interventi di contrasto all'esclusione, ipotizzando che un modello di intervento empowering produca cambiamenti positivi. I risultati hanno dimostrato che considerare i marginali solo come individui bisognosi di assistenza sociale aumenta lo stigma, l’indesiderabilità sociale e forme di ostracismo. Questo induce un progressivo disempowerment, provocando il fenomeno delle revolving doors (Kushel et al., 2005), con un passaggio tra i servizi senza uscire dalla marginalità.

STRATEGIE COMMUNITY BASED DI CONTRASTO ALL’OSTRACISMO / Patrizia Meringolo; Alessandro Morandi. - ELETTRONICO. - (2013), pp. 86-87. (Intervento presentato al convegno ABITARE ZONE DI CONFINE: INCONTRI POSSIBILI TRA LA PSICOLOGIA SOCIALE, PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI, TRA ACCADEMIA E REALTÀ SOCIALE tenutosi a Padova nel 25-28 Settembre 2013).

STRATEGIE COMMUNITY BASED DI CONTRASTO ALL’OSTRACISMO

MERINGOLO, PATRIZIA;
2013

Abstract

Sebbene ostracismo ed esclusione siano connessi, il primo comprende elementi di indesiderabilità sociale, di rifiuto e di apartheid non ugualmente presenti nell'esclusione. La definizione del breaking point tra i due fenomeni non è univoca, e spesso basata su ricerche di laboratorio piuttosto che su ricerche situate. Gli studi community based, ai quali ci riferiamo, sono finalizzati all'individuazione di variabili di tipo proattivo, per impedire l’ostracismo, o reattivo, per diminuirne gli effetti in situazioni già compromesse (Drury, & Reicher, 2005; Toro, Trickett, Wall, & Salem, 1991; Toro, 2007; Zimmerman, 2000). Obiettivo dello studio è stato quello di analizzare gli interventi di contrasto all'esclusione, ipotizzando che un modello di intervento empowering produca cambiamenti positivi. I risultati hanno dimostrato che considerare i marginali solo come individui bisognosi di assistenza sociale aumenta lo stigma, l’indesiderabilità sociale e forme di ostracismo. Questo induce un progressivo disempowerment, provocando il fenomeno delle revolving doors (Kushel et al., 2005), con un passaggio tra i servizi senza uscire dalla marginalità.
2013
ABITARE ZONE DI CONFINE: INCONTRI POSSIBILI TRA LA PSICOLOGIA SOCIALE, PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI, TRA ACCADEMIA E REALTÀ SOCIALE
ABITARE ZONE DI CONFINE: INCONTRI POSSIBILI TRA LA PSICOLOGIA SOCIALE, PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI, TRA ACCADEMIA E REALTÀ SOCIALE
Padova
25-28 Settembre 2013
Patrizia Meringolo; Alessandro Morandi
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