Wilkinson (2009) sottolinea che il numero di individui che scontano pene detentive è influenzato non solo dal tasso di criminalità ma anche dalla disuguaglianza sociale, per cui le società con maggiori disparità economiche sono anche le più punitive, senza che questo si traduca in un minor numero di reati. Quasi la metà dei detenuti perde le proprie reti di supporto, e coloro che riescono a mantenerle hanno maggior successo nel reinserimento. Fattori invece come la ri-creazione di relazioni e la presenza di servizi territoriali, l’inserimento lavorativo, i programmi per tossicodipendenti o per autori di crimini sessuali sono collegabili alla riduzione del comportamento recidivo. A partire da tali evidenze, sono state svolte ricerche negli istituti di pena toscani per analizzare la percezione del trattamento e la funzione delle reti di supporto interne o esterne al carcere. I risultati evidenziano che il carcere è una realtà a cui si arriva con differenze individuali, che tendono ad acutizzarsi sia durante la detenzione sia, e soprattutto, al momento del reinserimento. L’istituzione totale in sé costituisce un elemento di criticità anche per i migliori progetti, tuttavia le attività svolte sono valutate per l’apporto che offrono alla rielaborazione dei problemi soggettivi. Un maggior impulso ai percorsi di inclusione e un potenziamento delle reti territoriali potrebbero avere importanti effetti di reinserimento.

PENE DETENTIVE, MALESSERE PSICOSOCIALE, INCLUSIONE / Patrizia Meringolo. - ELETTRONICO. - (2013), pp. ---. (Intervento presentato al convegno LA RICERCA DELLE BUONE PRATICHE IN PSICOLOGIA DELLA SALUTE tenutosi a Orvieto nel 10-12 Maggio 2013).

PENE DETENTIVE, MALESSERE PSICOSOCIALE, INCLUSIONE

MERINGOLO, PATRIZIA
2013

Abstract

Wilkinson (2009) sottolinea che il numero di individui che scontano pene detentive è influenzato non solo dal tasso di criminalità ma anche dalla disuguaglianza sociale, per cui le società con maggiori disparità economiche sono anche le più punitive, senza che questo si traduca in un minor numero di reati. Quasi la metà dei detenuti perde le proprie reti di supporto, e coloro che riescono a mantenerle hanno maggior successo nel reinserimento. Fattori invece come la ri-creazione di relazioni e la presenza di servizi territoriali, l’inserimento lavorativo, i programmi per tossicodipendenti o per autori di crimini sessuali sono collegabili alla riduzione del comportamento recidivo. A partire da tali evidenze, sono state svolte ricerche negli istituti di pena toscani per analizzare la percezione del trattamento e la funzione delle reti di supporto interne o esterne al carcere. I risultati evidenziano che il carcere è una realtà a cui si arriva con differenze individuali, che tendono ad acutizzarsi sia durante la detenzione sia, e soprattutto, al momento del reinserimento. L’istituzione totale in sé costituisce un elemento di criticità anche per i migliori progetti, tuttavia le attività svolte sono valutate per l’apporto che offrono alla rielaborazione dei problemi soggettivi. Un maggior impulso ai percorsi di inclusione e un potenziamento delle reti territoriali potrebbero avere importanti effetti di reinserimento.
2013
LA RICERCA DELLE BUONE PRATICHE IN PSICOLOGIA DELLA SALUTE
LA RICERCA DELLE BUONE PRATICHE IN PSICOLOGIA DELLA SALUTE
Orvieto
Patrizia Meringolo
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