In queste pagine propongo di discutere del diritto di voto (e più in generale dei diritti politici) dei migranti a partire da una prospettiva nuova: quella dell’art. 3, 2° co. della Costituzione. Questo non solo perché, come spero di riuscire ad argomentare, questa norma mi sembra dare un appiglio per l’attribuzione di questi diritti ai migranti che possa far breccia nelle condizioni di asseribilità della comunità dei giuristi. La mia tesi è che i migranti, che stanno nel territorio nazionale, sono nella stragrande maggioranza dei “lavoratori” che, come afferma appunto la norma ricordata, hanno diritto a “l’effettiva partecipazione […] all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. La cosa che mi sta più a cuore è che, se classifichiamo i migranti sotto questa etichetta e traiamo le conseguenze che l’art. 3 ci impone di trarre, appaiono palesemente incostituzionali le politiche che lo Stato italiano ha adottato negli ultimi quindici anni, la logica di fondo delle quali era però già presente nella cosiddetta “legge Martelli” del 1990, miranti a configurare i migranti come gastarbeiter.

“Prendiamo sul serio l’art. 3, 2° comma della Costituzione!. Tesi sulla incostituzionalità dei gastarbaiter e sul dovere costituzionale di conferire il diritto di voto alle elezioni regionali e amministrative ai lavoratori migranti” / Emilio Santoro. - STAMPA. - (2013), pp. 229-256.

“Prendiamo sul serio l’art. 3, 2° comma della Costituzione!. Tesi sulla incostituzionalità dei gastarbaiter e sul dovere costituzionale di conferire il diritto di voto alle elezioni regionali e amministrative ai lavoratori migranti”

SANTORO, EMILIO
2013

Abstract

In queste pagine propongo di discutere del diritto di voto (e più in generale dei diritti politici) dei migranti a partire da una prospettiva nuova: quella dell’art. 3, 2° co. della Costituzione. Questo non solo perché, come spero di riuscire ad argomentare, questa norma mi sembra dare un appiglio per l’attribuzione di questi diritti ai migranti che possa far breccia nelle condizioni di asseribilità della comunità dei giuristi. La mia tesi è che i migranti, che stanno nel territorio nazionale, sono nella stragrande maggioranza dei “lavoratori” che, come afferma appunto la norma ricordata, hanno diritto a “l’effettiva partecipazione […] all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. La cosa che mi sta più a cuore è che, se classifichiamo i migranti sotto questa etichetta e traiamo le conseguenze che l’art. 3 ci impone di trarre, appaiono palesemente incostituzionali le politiche che lo Stato italiano ha adottato negli ultimi quindici anni, la logica di fondo delle quali era però già presente nella cosiddetta “legge Martelli” del 1990, miranti a configurare i migranti come gastarbeiter.
2013
9788823018051
Razzismi, discriminazioni e confinamenti
229
256
Emilio Santoro
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