Negli anni novanta, le pubbliche amministrazioni di molti Paesi europei sono state interessate da un cambiamento volto a rendere le municipalities più responsabili nell’impiego delle risorse pubbliche e nel raggiungimento degli obiettivi di stabiliti nel Trattato di Maastricht (Council of Europe, 2007; Parker, Gould, 1999). Le riforme sono state ispirate dalla corrente del New Public Management (Pollitt, Bouchkaert, 2004; Pollitt, Summa, 1997) che proprio in quegli anni iniziava a diffondersi in Europa. Nonostante il vento riformista, il processo di decentramento volto alla razionalizzazione delle spese e al miglioramento dei risultati delle aziende pubbliche ed anche a causa della crisi economica in atto, le difficoltà finanziarie degli enti locali sono oggi notevolmente acuite. La dottrina nazionale e internazionale si è frequentemente occupata delle crisi di impresa, anche se da punti di vista non sempre convergenti (Lewis, Stanworth, 1984; Weitzel, Jhonson, 1989), mentre la stessa attenzione non è stata riservata allo stato di sofferenza dell’azienda pubblica. Tuttavia, alcuni Stati hanno introdotto procedure ad hoc per soccorrere gli enti in sofferenza finanziaria (Högye, 2002: pp. 593-616; Knox, Levinson, 2009; Zimmermann, 2010). In particolare, in Italia è stata introdotta per gli enti locali la procedura dissesto finanziario (D.l. 66/1989, convertito, con modificazioni, in L. 144/1989). La necessità di individuare tempestivamente i primi sintomi di crisi rappresenta una problematica estremamente complessa e attuale, che può essere affrontata secondo una duplice prospettiva. Con riferimento alla prima, è evidente l’esigenza della pubblica amministrazione, soprattutto a livello di organismi sovraordinati, di intervenire in soccorso alle realtà pubbliche in difficoltà finanziaria, evitando la riduzione dei servizi pubblici forniti alla collettività amministrata e facendo luce su eventuali responsabilità alle quali seguiranno adeguati provvedimenti sanzionatori. Tale prospettiva, legata agli aspetti più operativi della pubblica amministrazione, può essere definita “istituzionale”. La seconda prospettiva, connessa agli elementi più tipici della ricerca, interessa invece la comunità scientifica che indaga gli aspetti collegati al manifestarsi del fenomeno, alle cause e alle possibili soluzioni e, di fatto, alimenta il dibattito su questa tematica. Le due prospettive hanno un comune denominatore nella necessità/volontà di individuare ed intervenire prima del conclamarsi degli stati di difficoltà finanziaria, perciò questa ricerca, di natura esplorativa, ha dunque due distinti destinatari: la comunità scientifica e quella istituzionale. Nei confronti della comunità scientifica si vuole approfondire il dibattito utilizzando una modalità di analisi derivata dalla letteratura e integrata con soluzioni dettate dalle specifiche problematiche settoriali. Al tempo stesso, in una prospettiva istituzionale, si intende proporre un set di indicatori ragionati che consenta al destinatario istituzionale di “misurare” agevolmente il “polso” della situazione degli enti locali italiani. Tali misurazioni consentiranno sia di compiere comparazioni tra gli enti locali, sia di avviare ulteriori approfondimenti nel caso in cui i risultati evidenzino i primi segnali di difficoltà finanziarie. Pertanto, la domanda di ricerca alla quale ci proponiamo di rispondere è la seguente: è possibile costruire un sistema di indicatori in grado di segnalare le situazioni di potenziale futuro dissesto? L’obiettivo che questa ricerca si propone è dunque costruire un set di indicatori ragionati che consenta di esprimere un giudizio sullo “stato di salute” degli enti locali italiani. A tal fine, nel prosieguo della trattazione, si intende: • compiere un’analisi della letteratura in tema di crisi di azienda; • esaminare il fenomeno del dissestato finanziario; • formulare, sulla base del framework teorico, della prassi contabile italiana e del trend dei dissesti, un set di indicatori ragionati per l’individuazione dei primi sintomi della crisi che potrebbe condurre al dissesto; • descrivere i risultati di una ricerca empirica condotta sugli enti locali italiani dichiarati dissestati al fine di testare il sistema di indicatori; • delineare alcune osservazioni conclusive, evidenziando contemporaneamente i limiti ed i possibili sviluppi futuri della ricerca.

L'analisi e la prevenzione dei default degli enti locali italiani / Elena Gori; Silvia Fissi. - (2012), pp. 1-18. (Intervento presentato al convegno Innovare per crescere: quali proposte per il governo e l'amministrazione delle aziende? tenutosi a Modena nel 27-28 novembre 2012).

L'analisi e la prevenzione dei default degli enti locali italiani

GORI, ELENA;FISSI, SILVIA
2012

Abstract

Negli anni novanta, le pubbliche amministrazioni di molti Paesi europei sono state interessate da un cambiamento volto a rendere le municipalities più responsabili nell’impiego delle risorse pubbliche e nel raggiungimento degli obiettivi di stabiliti nel Trattato di Maastricht (Council of Europe, 2007; Parker, Gould, 1999). Le riforme sono state ispirate dalla corrente del New Public Management (Pollitt, Bouchkaert, 2004; Pollitt, Summa, 1997) che proprio in quegli anni iniziava a diffondersi in Europa. Nonostante il vento riformista, il processo di decentramento volto alla razionalizzazione delle spese e al miglioramento dei risultati delle aziende pubbliche ed anche a causa della crisi economica in atto, le difficoltà finanziarie degli enti locali sono oggi notevolmente acuite. La dottrina nazionale e internazionale si è frequentemente occupata delle crisi di impresa, anche se da punti di vista non sempre convergenti (Lewis, Stanworth, 1984; Weitzel, Jhonson, 1989), mentre la stessa attenzione non è stata riservata allo stato di sofferenza dell’azienda pubblica. Tuttavia, alcuni Stati hanno introdotto procedure ad hoc per soccorrere gli enti in sofferenza finanziaria (Högye, 2002: pp. 593-616; Knox, Levinson, 2009; Zimmermann, 2010). In particolare, in Italia è stata introdotta per gli enti locali la procedura dissesto finanziario (D.l. 66/1989, convertito, con modificazioni, in L. 144/1989). La necessità di individuare tempestivamente i primi sintomi di crisi rappresenta una problematica estremamente complessa e attuale, che può essere affrontata secondo una duplice prospettiva. Con riferimento alla prima, è evidente l’esigenza della pubblica amministrazione, soprattutto a livello di organismi sovraordinati, di intervenire in soccorso alle realtà pubbliche in difficoltà finanziaria, evitando la riduzione dei servizi pubblici forniti alla collettività amministrata e facendo luce su eventuali responsabilità alle quali seguiranno adeguati provvedimenti sanzionatori. Tale prospettiva, legata agli aspetti più operativi della pubblica amministrazione, può essere definita “istituzionale”. La seconda prospettiva, connessa agli elementi più tipici della ricerca, interessa invece la comunità scientifica che indaga gli aspetti collegati al manifestarsi del fenomeno, alle cause e alle possibili soluzioni e, di fatto, alimenta il dibattito su questa tematica. Le due prospettive hanno un comune denominatore nella necessità/volontà di individuare ed intervenire prima del conclamarsi degli stati di difficoltà finanziaria, perciò questa ricerca, di natura esplorativa, ha dunque due distinti destinatari: la comunità scientifica e quella istituzionale. Nei confronti della comunità scientifica si vuole approfondire il dibattito utilizzando una modalità di analisi derivata dalla letteratura e integrata con soluzioni dettate dalle specifiche problematiche settoriali. Al tempo stesso, in una prospettiva istituzionale, si intende proporre un set di indicatori ragionati che consenta al destinatario istituzionale di “misurare” agevolmente il “polso” della situazione degli enti locali italiani. Tali misurazioni consentiranno sia di compiere comparazioni tra gli enti locali, sia di avviare ulteriori approfondimenti nel caso in cui i risultati evidenzino i primi segnali di difficoltà finanziarie. Pertanto, la domanda di ricerca alla quale ci proponiamo di rispondere è la seguente: è possibile costruire un sistema di indicatori in grado di segnalare le situazioni di potenziale futuro dissesto? L’obiettivo che questa ricerca si propone è dunque costruire un set di indicatori ragionati che consenta di esprimere un giudizio sullo “stato di salute” degli enti locali italiani. A tal fine, nel prosieguo della trattazione, si intende: • compiere un’analisi della letteratura in tema di crisi di azienda; • esaminare il fenomeno del dissestato finanziario; • formulare, sulla base del framework teorico, della prassi contabile italiana e del trend dei dissesti, un set di indicatori ragionati per l’individuazione dei primi sintomi della crisi che potrebbe condurre al dissesto; • descrivere i risultati di una ricerca empirica condotta sugli enti locali italiani dichiarati dissestati al fine di testare il sistema di indicatori; • delineare alcune osservazioni conclusive, evidenziando contemporaneamente i limiti ed i possibili sviluppi futuri della ricerca.
2012
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Innovare per crescere: quali proposte per il governo e l'amministrazione delle aziende?
Modena
27-28 novembre 2012
Elena Gori; Silvia Fissi
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/866012
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