È stata censita la diversità delle specie ornitiche presente in alcune tipologie forestali della Regione Siciliana e la relazione tra le ornitocenosi, le scelte gestionali ed i diversi fattori abiotici e biotici. L’analisi della species richness (= numero delle specie) dimostra che essa è correlata con il bioclima, il diametro massimo degli individui arborei, il valore trofico di tutti gli strati di vegetazione ed il valore trofico dello strato arboreo. I boschi meso-supramediterranei sono più ricchi di specie rispetto ai boschi termomesomediterranei. L’importanza del diametro massimo degli individui arborei, che esprime indirettamente anche il tipo di gestione di un bosco, viene spiegata dalla dipendenza di alcune specie corticicole da piante di grosse dimensioni e di alcune specie legate a chiome di alberi alti in genere corrispondenti a piante di grosse dimensioni. Il valore trofico dei boschi è stato censito attraverso un apposito rilievo delle specie floristiche con valore nutritivo presente nello strato erbaceo, arbustivo e arboreo. L’assenza di specie con valore trofico riduce molto le specie di uccelli presenti ma, nello stesso tempo, l’abbondanza di specie floristiche con valore trofico non produce una abbondanza di specie ornitiche. Quando invece della species richness si correla l’indice di diversità di Shannon con i fattori suddetti, il risultato è simile: viene influenzato dal bioclima, dal diametro massimo e dalla presenza di piante con valore trofico. Infine, è da sottolineare che né la species richness né l’indice di Shannon risulta essere influenzata dal diametro del legno morto in piedi o dal volume del legno morto a terra. Le indicazioni che risultano dai risultati dell’analisi sono: 1) per aumentare la diversità ornitica bisogna lasciare nuclei di piante adulte e di una certa dimensione, anche nei cedui; 2) alla luce dei risultati sulla presenza di specie con valore trofico vanno riviste le norme che prevedono le specie (qualità e quantità) da rilasciare nei cedui; 3) per i rimboschimenti vanno escluse le ripuliture del sottobosco e le spalcature che devono essere limitate alla fascia perimetrale per la prevenzione degli incendi.

La biodiversità dei boschi siciliani. Parte I: l’avifauna / La Mantia T.; Lo Duca R.; Massa B.; Nocentini S.; Rühl J.. - In: L'ITALIA FORESTALE E MONTANA. - ISSN 0021-2776. - STAMPA. - 69 (3):(2014), pp. 173-193. [10.4129/ifm.2014.3.01]

La biodiversità dei boschi siciliani. Parte I: l’avifauna.

NOCENTINI, SUSANNA;
2014

Abstract

È stata censita la diversità delle specie ornitiche presente in alcune tipologie forestali della Regione Siciliana e la relazione tra le ornitocenosi, le scelte gestionali ed i diversi fattori abiotici e biotici. L’analisi della species richness (= numero delle specie) dimostra che essa è correlata con il bioclima, il diametro massimo degli individui arborei, il valore trofico di tutti gli strati di vegetazione ed il valore trofico dello strato arboreo. I boschi meso-supramediterranei sono più ricchi di specie rispetto ai boschi termomesomediterranei. L’importanza del diametro massimo degli individui arborei, che esprime indirettamente anche il tipo di gestione di un bosco, viene spiegata dalla dipendenza di alcune specie corticicole da piante di grosse dimensioni e di alcune specie legate a chiome di alberi alti in genere corrispondenti a piante di grosse dimensioni. Il valore trofico dei boschi è stato censito attraverso un apposito rilievo delle specie floristiche con valore nutritivo presente nello strato erbaceo, arbustivo e arboreo. L’assenza di specie con valore trofico riduce molto le specie di uccelli presenti ma, nello stesso tempo, l’abbondanza di specie floristiche con valore trofico non produce una abbondanza di specie ornitiche. Quando invece della species richness si correla l’indice di diversità di Shannon con i fattori suddetti, il risultato è simile: viene influenzato dal bioclima, dal diametro massimo e dalla presenza di piante con valore trofico. Infine, è da sottolineare che né la species richness né l’indice di Shannon risulta essere influenzata dal diametro del legno morto in piedi o dal volume del legno morto a terra. Le indicazioni che risultano dai risultati dell’analisi sono: 1) per aumentare la diversità ornitica bisogna lasciare nuclei di piante adulte e di una certa dimensione, anche nei cedui; 2) alla luce dei risultati sulla presenza di specie con valore trofico vanno riviste le norme che prevedono le specie (qualità e quantità) da rilasciare nei cedui; 3) per i rimboschimenti vanno escluse le ripuliture del sottobosco e le spalcature che devono essere limitate alla fascia perimetrale per la prevenzione degli incendi.
2014
69 (3)
173
193
La Mantia T.; Lo Duca R.; Massa B.; Nocentini S.; Rühl J.
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