Il saggio presenta le potenzialità dell’approccio della narrazione biografica come strategia didattica e ne sistematizza gli usi, sempre concentrando il centro dell’argomentazione sulle varie categorie di soggetti che ricadono nella tipologia dei figli dell’immigrazione. In particolare l’autrice tratta i vari benefici dell’applicazione delle pratiche narrative nelle strategie educative, come quello dello etero-stima, che deriva dalla posizione di preminenza che nella situazione della narrazione assume il soggetto narrante rispetto al raccoglitore della narrazione; dell’auto- stima legato al fatto che il racconto narrativo, nella sua capacità di ricostruire in modo teleologico e sinottico la narrazione biografica, al fine di giungere ad una sua sintesi unitaria e intelligibile, può contribuire a dare senso a tante esperienze ed eventi che spesso nella vita non riflettuta di tutti i giorni appaiono eterogenei e privi di senso; e ancora a quello dell’eso-stima, in cui la narrazione ricostruita dal narrante viene ri-sottoposta all’attenzione dello stesso, facilitando in questo modo un processo di accettazione e riconoscimento della propria esistenza e biografia (Alberti 2009). Lo scopo di usare la narrazione biografica come strategia didattica (che secondo l’autrice può essere rilevato in vari modi più o meno direttivi durante le attività scolastiche) è quindi liberare le potenzialità del narrante rispetto all’oggi, attraverso l’accrescimento di una consapevolezza nuova, che può contribuire in qualche modo a dare senso e unità al proprio percorso di vita, passato e futuro. Soprattutto in relazione al tema di studio, l’uso di tale approccio appare quindi molto rilevante quando un insegnante vuole aiutare un ragazzo “straniero” ad individuare un filo conduttore capace di ricomporre le fratture identitarie che, come poco sopra riportate, possono derivare dalla gestione di una doppia biografia e di un doppio registro di appartenenze, valorizzando e mediando le varie componenti in modo non riduttivo anche nel rispetto della specificità del percorso di vita del ragazzo.

Incontro tra storie e culture. Le storie di vita come strategia didattica / Stefania Tirini. - STAMPA. - (2011), pp. 259-274.

Incontro tra storie e culture. Le storie di vita come strategia didattica

TIRINI, STEFANIA
2011

Abstract

Il saggio presenta le potenzialità dell’approccio della narrazione biografica come strategia didattica e ne sistematizza gli usi, sempre concentrando il centro dell’argomentazione sulle varie categorie di soggetti che ricadono nella tipologia dei figli dell’immigrazione. In particolare l’autrice tratta i vari benefici dell’applicazione delle pratiche narrative nelle strategie educative, come quello dello etero-stima, che deriva dalla posizione di preminenza che nella situazione della narrazione assume il soggetto narrante rispetto al raccoglitore della narrazione; dell’auto- stima legato al fatto che il racconto narrativo, nella sua capacità di ricostruire in modo teleologico e sinottico la narrazione biografica, al fine di giungere ad una sua sintesi unitaria e intelligibile, può contribuire a dare senso a tante esperienze ed eventi che spesso nella vita non riflettuta di tutti i giorni appaiono eterogenei e privi di senso; e ancora a quello dell’eso-stima, in cui la narrazione ricostruita dal narrante viene ri-sottoposta all’attenzione dello stesso, facilitando in questo modo un processo di accettazione e riconoscimento della propria esistenza e biografia (Alberti 2009). Lo scopo di usare la narrazione biografica come strategia didattica (che secondo l’autrice può essere rilevato in vari modi più o meno direttivi durante le attività scolastiche) è quindi liberare le potenzialità del narrante rispetto all’oggi, attraverso l’accrescimento di una consapevolezza nuova, che può contribuire in qualche modo a dare senso e unità al proprio percorso di vita, passato e futuro. Soprattutto in relazione al tema di studio, l’uso di tale approccio appare quindi molto rilevante quando un insegnante vuole aiutare un ragazzo “straniero” ad individuare un filo conduttore capace di ricomporre le fratture identitarie che, come poco sopra riportate, possono derivare dalla gestione di una doppia biografia e di un doppio registro di appartenenze, valorizzando e mediando le varie componenti in modo non riduttivo anche nel rispetto della specificità del percorso di vita del ragazzo.
2011
9788877968524
Figli dell'immigrazione a scuola. Approcci di ricerca e strategie didattiche
259
274
Stefania Tirini
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