L’articolo si apre con una rilettura del celebre saggio di Kazimir Malevich La lumière et la couleur, sulla luce, il colore e la materia, e analizza criticamente l’opera dell’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza, che ritrova nella gravità e nella luce i propri temi fondamentali. La luce è per Campo Baeza “la forza della levità”, l’imprescindibile materiale con cui conferire allo spazio creato l’anima di una tensione, ponendo l’architettura in relazione con l’uomo e il proprio tempo. La “certezza” del bianco è la base “solida” ed “efficace” di questa luminosa distillazione: il bianco è il luogo dove la diversità non è visibile, il simbolo di una sostanza inalterabile che sta oltre la forma, lo spazio ed il tempo e nella quale si con-fondono il silenzio, la semplicità e la bellezza. Sulle orme di Adriano, Bernini, Mies van der Rohe e, non ultimi, dei suoi più diretti maestri - Alejandro De la Sota, Francisco Javier Sáenz de Oiza, Miguel Fisac e Javier Carvajal - l’architetto di Cadice intraprende la strada, pericolosa e rivoluzionaria, della bellezza. Ed in questa ricerca, che si oppone tenacemente alla mediocre stabilità su cui riposa gran parte dell’architettura contemporanea, risiedono la forza e l’importanza del suo lavoro. Il progetto “Tra due cattedrali”, sorta di piazza sospesa sulle rovine di un frammento dell’antica Cadice, e la Casa de Blas a Madrid sono le due architetture che lo scritto, infine, approfondisce, poiché sintesi costruita dei temi affrontati.
Alberto Campo Baeza. Sulla soglia della bellezza / Alberto Pireddu. - In: FIRENZE ARCHITETTURA. - ISSN 1826-0772. - STAMPA. - (2012), pp. 30-39.
Alberto Campo Baeza. Sulla soglia della bellezza
PIREDDU, ALBERTO
2012
Abstract
L’articolo si apre con una rilettura del celebre saggio di Kazimir Malevich La lumière et la couleur, sulla luce, il colore e la materia, e analizza criticamente l’opera dell’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza, che ritrova nella gravità e nella luce i propri temi fondamentali. La luce è per Campo Baeza “la forza della levità”, l’imprescindibile materiale con cui conferire allo spazio creato l’anima di una tensione, ponendo l’architettura in relazione con l’uomo e il proprio tempo. La “certezza” del bianco è la base “solida” ed “efficace” di questa luminosa distillazione: il bianco è il luogo dove la diversità non è visibile, il simbolo di una sostanza inalterabile che sta oltre la forma, lo spazio ed il tempo e nella quale si con-fondono il silenzio, la semplicità e la bellezza. Sulle orme di Adriano, Bernini, Mies van der Rohe e, non ultimi, dei suoi più diretti maestri - Alejandro De la Sota, Francisco Javier Sáenz de Oiza, Miguel Fisac e Javier Carvajal - l’architetto di Cadice intraprende la strada, pericolosa e rivoluzionaria, della bellezza. Ed in questa ricerca, che si oppone tenacemente alla mediocre stabilità su cui riposa gran parte dell’architettura contemporanea, risiedono la forza e l’importanza del suo lavoro. Il progetto “Tra due cattedrali”, sorta di piazza sospesa sulle rovine di un frammento dell’antica Cadice, e la Casa de Blas a Madrid sono le due architetture che lo scritto, infine, approfondisce, poiché sintesi costruita dei temi affrontati.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.