La riforma del 2014, che ha abolito la contumacia, è stata salutata con favore nella parte in cui ha introdotto la sospensione del processo nei confronti dell’irreperibile, mentre ha suscitato perplessità - specie con riferimento ai dicta della Corte europea dei diritti umani - laddove ha previsto la possibilità di procedere in assenza, qualora ricorrano i noti “fatti sintomatici” della conoscenza del procedimento in capo all’imputato. Soltanto con l’ausilio dei princìpi cardine della teoria generale delle prove è possibile pervenire ad una in-terpretazione convenzionalmente conforme delle presunzioni legali coniate dal legislatore. Il lavoro si approccia alla tematica prendendo le mosse dalla teoria generale della prova in materia di presunzioni. Con un approccio originale, il lavoro, da un lato, approfondisce il filone esegetico della Corte europea dei diritti umani in materia di processo in assenza evidenziando anche aspetti meno visibili nell'approccio tradizionale; da un altro lato si confronta con la materia delle presunzioni e con il tema della prova contraria (sotto il profilo dell'onere e dell'oggetto) approfondendo il concetto di praesumptum de praesumpto, Tale ricostruzione è finalizzata ad inquadrare in una solida e consapevole griglia sistematica gli istituti introdotti dal legislatore, onde evidenziarne i limiti. Si solca con rigore metodologico sia il terreno dell'esegesi normativa, sia i paradigmi ricavabili dalla teoria generale della prova, sia il sistema multilivello. L'impatto è da registrarsi sull'interpretazione giurisprudenziale anche sotto il profilo della evidenziazione di lacune normative e di correttivi esegetici. Nell'individuare con un approccio intellettualmente onesto il modello introdotto dal legislatore nel nostro ordinamento anche in contrapposizione con gli archetipi accolti da altri sistemi, il lavoro potrebbe essere preso come punto di riferimento per lo studioso straniero che si accosti alla disciplina con finalità di comparazione.
Processo in absentia a un anno dalla riforma: praesumptum de praesumpto e spunti ricostruttivi / Conti, Carlotta. - In: DIRITTO PENALE E PROCESSO. - ISSN 1591-5611. - STAMPA. - (2015), pp. 461-477.
Processo in absentia a un anno dalla riforma: praesumptum de praesumpto e spunti ricostruttivi
CONTI, CARLOTTA
2015
Abstract
La riforma del 2014, che ha abolito la contumacia, è stata salutata con favore nella parte in cui ha introdotto la sospensione del processo nei confronti dell’irreperibile, mentre ha suscitato perplessità - specie con riferimento ai dicta della Corte europea dei diritti umani - laddove ha previsto la possibilità di procedere in assenza, qualora ricorrano i noti “fatti sintomatici” della conoscenza del procedimento in capo all’imputato. Soltanto con l’ausilio dei princìpi cardine della teoria generale delle prove è possibile pervenire ad una in-terpretazione convenzionalmente conforme delle presunzioni legali coniate dal legislatore. Il lavoro si approccia alla tematica prendendo le mosse dalla teoria generale della prova in materia di presunzioni. Con un approccio originale, il lavoro, da un lato, approfondisce il filone esegetico della Corte europea dei diritti umani in materia di processo in assenza evidenziando anche aspetti meno visibili nell'approccio tradizionale; da un altro lato si confronta con la materia delle presunzioni e con il tema della prova contraria (sotto il profilo dell'onere e dell'oggetto) approfondendo il concetto di praesumptum de praesumpto, Tale ricostruzione è finalizzata ad inquadrare in una solida e consapevole griglia sistematica gli istituti introdotti dal legislatore, onde evidenziarne i limiti. Si solca con rigore metodologico sia il terreno dell'esegesi normativa, sia i paradigmi ricavabili dalla teoria generale della prova, sia il sistema multilivello. L'impatto è da registrarsi sull'interpretazione giurisprudenziale anche sotto il profilo della evidenziazione di lacune normative e di correttivi esegetici. Nell'individuare con un approccio intellettualmente onesto il modello introdotto dal legislatore nel nostro ordinamento anche in contrapposizione con gli archetipi accolti da altri sistemi, il lavoro potrebbe essere preso come punto di riferimento per lo studioso straniero che si accosti alla disciplina con finalità di comparazione.| File | Dimensione | Formato | |
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