Questo contributo passa in rassegna, sulla scorta di testimonianze diverse, la casistica delle condizioni sintattiche che a Firenze consentono l'omissione del che, a partire dalla distinzione, canonicamente prevista in letteratura, tra “che congiunzione” e “che relativo”. I luoghi in cui a Firenze è prevista l'omissione vengono poi confrontati con quelli in cui essa è attestata nel “neostandard”. L'analisi dei dati sembra indicare che l'omissione fiorentina si inserisce nel quadro della preferenza, diffusa nel parlato, verso procedure sintetiche di organizzazione dell'informazione, che nelle circostanze riconducibili ai nostri esempi si attivano quando l'obiettivo pragmatico prevede l'identificazione semantica di un determinato “tema”, cosa che può legarsi alla necessità di coordinare direttamente le proposizioni per conseguire una particolare incisività stilistica. I profili in cui si manifesta l'ellissi fiorentina risultano inoltre ampiamente sovrapponibili con quelli che nel parlato italiano possono prevedere la presenza del “che polivalente”: l'omissione fiorentina parrebbe così la conferma che la riconosciuta polivalenza del tratto sia connessa al richiamarsi, all'interno di questa clausola, di genericità semantica e di debolezza sintattica. This paper examines, through diverse documents, the syntactic conditions in which che can be omitted in Florence, starting from the traditional difference between che as a conjunction and che as a relative prononun. The cases in which che is ommitted are then compared with those in “neostandard” Italian. The analysis of data indicates that the omission in Florence is part of the larger trend, common in spoken language, of preferring concise organization of information like when the pragmatic goal requires semantic identification of a specific theme (like in the examples presented), that can be related to the need of directly coordinating sentences for a more direct style. The cases of the Florentine ellipsis are likely to correspond to those in which the usage of “che polivalente” is frequent in spoken Italian. The omission in Florence seems to confirm that the multi-purpose che is connected to semantic genericness and weak syntax

La frequente rinuncia al "che" nel parlato fiorentino: caratteristiche del fenomeno e spunti di riflessione per la lingua comune / Binazzi, Neri. - In: STUDI DI GRAMMATICA ITALIANA. - ISSN 0391-4151. - STAMPA. - XXXIII:(2015), pp. 255-293.

La frequente rinuncia al "che" nel parlato fiorentino: caratteristiche del fenomeno e spunti di riflessione per la lingua comune

BINAZZI, NERI
2015

Abstract

Questo contributo passa in rassegna, sulla scorta di testimonianze diverse, la casistica delle condizioni sintattiche che a Firenze consentono l'omissione del che, a partire dalla distinzione, canonicamente prevista in letteratura, tra “che congiunzione” e “che relativo”. I luoghi in cui a Firenze è prevista l'omissione vengono poi confrontati con quelli in cui essa è attestata nel “neostandard”. L'analisi dei dati sembra indicare che l'omissione fiorentina si inserisce nel quadro della preferenza, diffusa nel parlato, verso procedure sintetiche di organizzazione dell'informazione, che nelle circostanze riconducibili ai nostri esempi si attivano quando l'obiettivo pragmatico prevede l'identificazione semantica di un determinato “tema”, cosa che può legarsi alla necessità di coordinare direttamente le proposizioni per conseguire una particolare incisività stilistica. I profili in cui si manifesta l'ellissi fiorentina risultano inoltre ampiamente sovrapponibili con quelli che nel parlato italiano possono prevedere la presenza del “che polivalente”: l'omissione fiorentina parrebbe così la conferma che la riconosciuta polivalenza del tratto sia connessa al richiamarsi, all'interno di questa clausola, di genericità semantica e di debolezza sintattica. This paper examines, through diverse documents, the syntactic conditions in which che can be omitted in Florence, starting from the traditional difference between che as a conjunction and che as a relative prononun. The cases in which che is ommitted are then compared with those in “neostandard” Italian. The analysis of data indicates that the omission in Florence is part of the larger trend, common in spoken language, of preferring concise organization of information like when the pragmatic goal requires semantic identification of a specific theme (like in the examples presented), that can be related to the need of directly coordinating sentences for a more direct style. The cases of the Florentine ellipsis are likely to correspond to those in which the usage of “che polivalente” is frequent in spoken Italian. The omission in Florence seems to confirm that the multi-purpose che is connected to semantic genericness and weak syntax
2015
XXXIII
255
293
Binazzi, Neri
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