L'articolo esamina alcune questioni estetiche sul romanzo sperimentale Finnegans Wake (1939) di James Joyce. Innanzitutto si focalizzerà l'attenzione I) su alcuni principî costituitivi in relazione all'oscurità del romanzo (intesa in entrambi i sensi di tenebra e di mancanza di chiarezza) e, in secondo luogo, II) sull'identità del narratore garante dell'«ordovico». Si tenterà di mostrare infine III) come, nel convergere di narrazione e memoria, l'«atto di oblio» del lettore sia da considerarsi come gesto essenziale al fine di lasciare spazio all'apertura ermeneutica che il Wake esibisce. This paper examines some aesthetic issues concerning James Joyce's experimental novel Finnegans Wake (1939). First of all I will focus my attention I) on some principia, which are related to the novel's obscurity (in both meanings of the word: darkness and lack of clarity), and second II) on the identity of the narrator who holds the «ordovico» together. I will finally III) try to show that by the convergence of memory and narration, the reader's «act of oblivion» is to be considered as an essential gesture to let open the hermeneutic potential exhibited by the Wake.
«Ibscenest nansence!». Oscurità, sogno e tempo in Finnegans Wake / Avolio, Carlo. - In: IMPOSSIBILIA. - ISSN 2174-2464. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 70-83.
«Ibscenest nansence!». Oscurità, sogno e tempo in Finnegans Wake
AVOLIO, CARLO
2014
Abstract
L'articolo esamina alcune questioni estetiche sul romanzo sperimentale Finnegans Wake (1939) di James Joyce. Innanzitutto si focalizzerà l'attenzione I) su alcuni principî costituitivi in relazione all'oscurità del romanzo (intesa in entrambi i sensi di tenebra e di mancanza di chiarezza) e, in secondo luogo, II) sull'identità del narratore garante dell'«ordovico». Si tenterà di mostrare infine III) come, nel convergere di narrazione e memoria, l'«atto di oblio» del lettore sia da considerarsi come gesto essenziale al fine di lasciare spazio all'apertura ermeneutica che il Wake esibisce. This paper examines some aesthetic issues concerning James Joyce's experimental novel Finnegans Wake (1939). First of all I will focus my attention I) on some principia, which are related to the novel's obscurity (in both meanings of the word: darkness and lack of clarity), and second II) on the identity of the narrator who holds the «ordovico» together. I will finally III) try to show that by the convergence of memory and narration, the reader's «act of oblivion» is to be considered as an essential gesture to let open the hermeneutic potential exhibited by the Wake.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.