Il contributo si propone di presentare i primi risultati di una ricerca ancora in corso che ha come obiettivo l'analisi del ruolo del commercio della cera a Ragusa (Dubrovnik) fra XV e XVI secolo. Le fonti utilizzate consistono principalmente nella contabilità della compagnia ragusea dei fratelli Nicola e Luca Caboga (1427-1433), ma anche in una nutrita serie di lettere e libri di conto di operatori toscani, in particolare pratesi e fiorentini, che nel periodo considerato ebbero stretti e continui rapporti con la piazza dalmata. A fianco dei traffici maggiori, che ruotavano attorno all'argento balcanico, ai panni di garbo dei piccoli centri italiani e al grano pugliese, Ragusa ospitò infatti altre rotte commerciali, assai vivaci e profittevoli, che certamente ebbero carattere complementare, ma che furono ampiamente praticate, oltre che dagli uomini d'affari locali, dagli operatori stranieri che affollavano la città, in primo luogo dai mercanti toscani. Tra queste vi fu sicuramente il commercio della cera di ottima qualità che proveniva dalle zone dell'interno balcanico o dai Principati Romeni. Gli uomini d'affari forestieri però non intervennero nella fase dell'approvvigionamento, monopolizzata dagli operatori ragusei, ma si occuparono esclusivamente della collocazione del prodotto nelle città europee.
"E s'egli regha arienti o cera": prime indagini sul commercio della cera a Ragusa (Dubrovnik) fra XV e XVI secolo / Pinelli, Paola. - In: MÉLANGES DE L'ÉCOLE FRANÇAISE DE ROME. MOYEN AGE. - ISSN 1123-9883. - ELETTRONICO. - 127-2:(2015), pp. 0-0.
"E s'egli regha arienti o cera": prime indagini sul commercio della cera a Ragusa (Dubrovnik) fra XV e XVI secolo
PINELLI, PAOLA
2015
Abstract
Il contributo si propone di presentare i primi risultati di una ricerca ancora in corso che ha come obiettivo l'analisi del ruolo del commercio della cera a Ragusa (Dubrovnik) fra XV e XVI secolo. Le fonti utilizzate consistono principalmente nella contabilità della compagnia ragusea dei fratelli Nicola e Luca Caboga (1427-1433), ma anche in una nutrita serie di lettere e libri di conto di operatori toscani, in particolare pratesi e fiorentini, che nel periodo considerato ebbero stretti e continui rapporti con la piazza dalmata. A fianco dei traffici maggiori, che ruotavano attorno all'argento balcanico, ai panni di garbo dei piccoli centri italiani e al grano pugliese, Ragusa ospitò infatti altre rotte commerciali, assai vivaci e profittevoli, che certamente ebbero carattere complementare, ma che furono ampiamente praticate, oltre che dagli uomini d'affari locali, dagli operatori stranieri che affollavano la città, in primo luogo dai mercanti toscani. Tra queste vi fu sicuramente il commercio della cera di ottima qualità che proveniva dalle zone dell'interno balcanico o dai Principati Romeni. Gli uomini d'affari forestieri però non intervennero nella fase dell'approvvigionamento, monopolizzata dagli operatori ragusei, ma si occuparono esclusivamente della collocazione del prodotto nelle città europee.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.