L’articolo mette in luce il rapporto tra l’ostilità dei cattolici verso i protestanti presenti in Italia dopo l’Unità e la ricerca dei primi di un riconoscimento del cattolicesimo come religione nazionale. Con tale riconoscimento i cattolici italiani si proponevano di ottenere una riconfessionalizzazione dello stato e la soluzione della questione romana con la restituzione al pontefice di un potere temporale. Dalla fine dell’Ottocento di queste rivendicazioni si fece strumento l’Opera per la preservazione della fede in Roma, fortemente sostenuta dalla Santa Sede, nata con lo scopo specifico di combattere la propaganda protestante a Roma. Essa operò attraverso la stampa ma anche con il sostegno a opere cattoliche di assistenza e istruzione dirette a contrastare quelle protestanti. L’attività di questa istituzione è ricostruita fino al 1930, anno in cui Pio XI ne decise la sostituzione con un’Opera della Preservazione della Fede e per la costruzione delle chiese in Roma. Il nuovo profilo dell’Opera si collocava in un contesto nuovo, segnato da un lato dai Patti Lateranensi (che di fatto accoglievano le rivendicazioni del primo periodo) e dall’altro da un innalzamento del livello culturale della polemica antiprotestante condotta dai suoi vertici, che passò dalla denuncia degli errori dell’”altro” ad una più chiara esposizione dei contenuti del cattolicesimo sulle questioni più controverse con la religione riformata. Non veniva meno tuttavia la rivendicazione al cattolicesimo del titolo di unica religione capace di conferire unità e solidità alla nazione e allo stato italiani e, dunque, la richiesta di una restrizione dei diritti delle minoranze religiose cui lo stato fascista riconosceva lo statuto di “culti ammessi”. L’attività dell’Opera e i suoi sviluppi sono ricostruiti prevalentemente attraverso la sua ampia pubblicistica e, in particolare, attraverso il suo bollettino “Fides”. The article highlights the relationship between the hostility of Catholics toward protestants present in Italy after the Unit and the research by the first of a recognition of Catholicism as national religion. Through a such recognition the Catholics wanted the state was again officially Catholic and gave back to the pontiff his lost territorial power. Since the end of the nineteenth century these claims had been at the center of a specific institution, the Opera per la Preservazione della Fede in Roma, strongly supported by the Holy See and born with the specific purpose of combating the Protestant proselytism in Rome. The activity of this institution is rebuilt in the essay until 1930, when Pius XI decided its replacement with the Opera per la Preservazione della fede e la costruzione di nuove chiese in Roma. The new profile of the Opera was born in a new context, marked by the Lateran Pacts (that answered to the claims of the first period) and by a raising of the cultural level of the polemic against the protestants carried out by its vertices. However, the Opera didn’t stop with the claim to the Catholicism of the title of only religion which could give unity and solidity to the Italian nation and to the Italian state and, therefore, with the request for a restriction of the rights of religious minorities that the fascist state had recognized as "admitted". The activity of the Opera and its developments have been reconstructed mainly through its press and, especially, through its bulletin "Fides".

"Combattere con tutti i mezzi l'eretica setta straniera": antiprotestantesimo e questione nazionale nell'Opera per la Preservazione della Fede in Roma / Paiano, Maria. - In: RIVISTA DI STORIA E LETTERATURA RELIGIOSA. - ISSN 0035-6573. - STAMPA. - 51:(2015), pp. 275-305.

"Combattere con tutti i mezzi l'eretica setta straniera": antiprotestantesimo e questione nazionale nell'Opera per la Preservazione della Fede in Roma

PAIANO, MARIA ANTONIA
2015

Abstract

L’articolo mette in luce il rapporto tra l’ostilità dei cattolici verso i protestanti presenti in Italia dopo l’Unità e la ricerca dei primi di un riconoscimento del cattolicesimo come religione nazionale. Con tale riconoscimento i cattolici italiani si proponevano di ottenere una riconfessionalizzazione dello stato e la soluzione della questione romana con la restituzione al pontefice di un potere temporale. Dalla fine dell’Ottocento di queste rivendicazioni si fece strumento l’Opera per la preservazione della fede in Roma, fortemente sostenuta dalla Santa Sede, nata con lo scopo specifico di combattere la propaganda protestante a Roma. Essa operò attraverso la stampa ma anche con il sostegno a opere cattoliche di assistenza e istruzione dirette a contrastare quelle protestanti. L’attività di questa istituzione è ricostruita fino al 1930, anno in cui Pio XI ne decise la sostituzione con un’Opera della Preservazione della Fede e per la costruzione delle chiese in Roma. Il nuovo profilo dell’Opera si collocava in un contesto nuovo, segnato da un lato dai Patti Lateranensi (che di fatto accoglievano le rivendicazioni del primo periodo) e dall’altro da un innalzamento del livello culturale della polemica antiprotestante condotta dai suoi vertici, che passò dalla denuncia degli errori dell’”altro” ad una più chiara esposizione dei contenuti del cattolicesimo sulle questioni più controverse con la religione riformata. Non veniva meno tuttavia la rivendicazione al cattolicesimo del titolo di unica religione capace di conferire unità e solidità alla nazione e allo stato italiani e, dunque, la richiesta di una restrizione dei diritti delle minoranze religiose cui lo stato fascista riconosceva lo statuto di “culti ammessi”. L’attività dell’Opera e i suoi sviluppi sono ricostruiti prevalentemente attraverso la sua ampia pubblicistica e, in particolare, attraverso il suo bollettino “Fides”. The article highlights the relationship between the hostility of Catholics toward protestants present in Italy after the Unit and the research by the first of a recognition of Catholicism as national religion. Through a such recognition the Catholics wanted the state was again officially Catholic and gave back to the pontiff his lost territorial power. Since the end of the nineteenth century these claims had been at the center of a specific institution, the Opera per la Preservazione della Fede in Roma, strongly supported by the Holy See and born with the specific purpose of combating the Protestant proselytism in Rome. The activity of this institution is rebuilt in the essay until 1930, when Pius XI decided its replacement with the Opera per la Preservazione della fede e la costruzione di nuove chiese in Roma. The new profile of the Opera was born in a new context, marked by the Lateran Pacts (that answered to the claims of the first period) and by a raising of the cultural level of the polemic against the protestants carried out by its vertices. However, the Opera didn’t stop with the claim to the Catholicism of the title of only religion which could give unity and solidity to the Italian nation and to the Italian state and, therefore, with the request for a restriction of the rights of religious minorities that the fascist state had recognized as "admitted". The activity of the Opera and its developments have been reconstructed mainly through its press and, especially, through its bulletin "Fides".
2015
51
275
305
Paiano, Maria
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