Il saggio è dedicato a una lettura del libro di Fausto Maria Martini Si sbarca a New York (1930), romanzo e autobiografia sui generis. Il testo, diviso in due parti alquanto eterogenee, è la ricostruzione sentimentale” della giovinezza letteraria del cenacolo crepuscolare romano e dell’avventuroso viaggio-fuga nel nuovo mondo, intrapreso da Martini insieme a Gino Calza Bini e Alberto Tarchiani, subito dopo la morte di Sergio Corazzini (17 giugno 1907). Il mito del viaggio americano, dopo pochi mesi di permanenza a New York, è destinato a dissolversi nel contrasto con una realtà prosaica e «inospite alla poesia». L’immagine di poesia pura, che ancora sostiene i tre giovani poeti, continua a vivere solo nella nostalgica memoria di un passato in cui «la realtà adeguò il sogno e vita e poesia furono una cosa sola». / This essay analyses Fausto Maria Martini’s 1930 autobiographical novel Si sbarca a New York. The text is in effect a “sentimental retelling” of the story of the Roman group of Crepuscolari poets (to whose circle Martini belonged), and to their adventure (and escape) in the New World after Sergio Corazzini’s death (June 17, 1907). The myth of the New World, after just a brief stay in New York, is shattered: the American reality, as Martini, Gino Calza Bini and Alberto Tarchiani soon realize, is a reality that does not leave room for their idea of poetry (it is «inospite alla poesia»). Their image of pure poetry can only be found in the nostalgic memory of a past in which «la realtà adeguò il sogno e vita e poesia furono una cosa sola».

«Si sbarca a New York» di Fausto Maria Martini / Magherini, Simone. - In: STUDI ITALIANI. - ISSN 1121-0621. - STAMPA. - 54, 2015:(2016), pp. 57-79. [http://digital.casalini.it/17241596]

«Si sbarca a New York» di Fausto Maria Martini

MAGHERINI, SIMONE
2016

Abstract

Il saggio è dedicato a una lettura del libro di Fausto Maria Martini Si sbarca a New York (1930), romanzo e autobiografia sui generis. Il testo, diviso in due parti alquanto eterogenee, è la ricostruzione sentimentale” della giovinezza letteraria del cenacolo crepuscolare romano e dell’avventuroso viaggio-fuga nel nuovo mondo, intrapreso da Martini insieme a Gino Calza Bini e Alberto Tarchiani, subito dopo la morte di Sergio Corazzini (17 giugno 1907). Il mito del viaggio americano, dopo pochi mesi di permanenza a New York, è destinato a dissolversi nel contrasto con una realtà prosaica e «inospite alla poesia». L’immagine di poesia pura, che ancora sostiene i tre giovani poeti, continua a vivere solo nella nostalgica memoria di un passato in cui «la realtà adeguò il sogno e vita e poesia furono una cosa sola». / This essay analyses Fausto Maria Martini’s 1930 autobiographical novel Si sbarca a New York. The text is in effect a “sentimental retelling” of the story of the Roman group of Crepuscolari poets (to whose circle Martini belonged), and to their adventure (and escape) in the New World after Sergio Corazzini’s death (June 17, 1907). The myth of the New World, after just a brief stay in New York, is shattered: the American reality, as Martini, Gino Calza Bini and Alberto Tarchiani soon realize, is a reality that does not leave room for their idea of poetry (it is «inospite alla poesia»). Their image of pure poetry can only be found in the nostalgic memory of a past in which «la realtà adeguò il sogno e vita e poesia furono una cosa sola».
2016
54, 2015
57
79
Magherini, Simone
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