Il progetto e la realizzazione della nuova sede della MPS a Colle Val D’Elsa appartiene all’ultimo periodo progettuale di Michelucci. Parallelamente alle tematiche a lui care quali il concetto di “nuova città” con spazi ed architetture basate sulle esigenze dell’individuo, luoghi di vita e di scambi, il maestro in questo periodo rafforzò il rapporto forma-struttura con l’utilizzo dell’acciaio quale materiale “sincero” capace di inserirsi in un contesto storico consolidato, così come accade peraltro per altri interventi quali il Museo della Contrada di Valdimontone a Siena, la Limonaia di Villa Strozzi a Firenze e la chiesa Santa Rosa a Livorno. La struttura portante in acciaio, rosso minio, è esibita in contrapposizione alla torre che ospita i servizi annessi alla banca, rivestita in travertino senese ad opus incertum. L’accostamento fra materiali moderni e della tradizione, tipico delle architetture di Michelucci, consentì di realizzare un edificio dinamico, dal linguaggio contemporaneo ma allo stesso tempo radicato nella storia del luogo. L’edificio è caratterizzato dalla presenza di 5 grandi portali metallici asimmetrici che sostengono tutta la parte centrale dell’edificio: archi a tre cerniere, di luce pari a 17m e passo 8m, composti da profili a C a sezione variabile ed accoppiati, che ne costituiscono l’ossatura principale. I portali sostengono le strutture metalliche secondarie, realizzate con profili tipo HE che portano i solai in lamiera grecata, spesso utilizzata come semplice cassero a perdere. La struttura, appesa ai portali, permise a Michelucci di creare l’elemento distributivo maggiormente rappresentativo costituito da una grande piazza coperta, abbandonando il concetto di edificio-bunker, in favore di uno spazio più vicino alla quotidianità cittadina. L’analisi di questo edificio si inserisce all’interno di un più ampio progetto affrontato dal gruppo di ricerca che si basa sull’analisi del materiale, quasi completamente inedito, presente all’interno dell’Archivio dell’Architetto Bruno Sacchi; architetto mantovano, deceduto nel 2011, che fu stretto collaboratore di Michelucci in questo progetto come in molti altri, a partire dagli anni ’70. La possibilità di accedere al materiale inedito, presente sia in questo archivio sia in quello della Monte dei Paschi di Siena, ha permesso al gruppo di lavoro di ricostruire nella sua interezza l’articolato processo edilizio dell’edificio, di cui qui si presenta una breve sintesi, e di esplicitarne gli aspetti tecnologici e le modalità costruttive.
La sede del Monte dei Paschi di Siena a Colle Val d’Elsa (SI) di Giovanni Michelucci / Bazzocchi, Frida; Vincenzo Di Naso, ; Masi, Andrea. - ELETTRONICO. - 2:(2016), pp. 615-624. (Intervento presentato al convegno Colloqui.At.e 2015 tenutosi a Bologna nel 26/28.11.2015).
La sede del Monte dei Paschi di Siena a Colle Val d’Elsa (SI) di Giovanni Michelucci
BAZZOCCHI, FRIDA;DI NASO, VINCENZO;MASI, ANDREA
2016
Abstract
Il progetto e la realizzazione della nuova sede della MPS a Colle Val D’Elsa appartiene all’ultimo periodo progettuale di Michelucci. Parallelamente alle tematiche a lui care quali il concetto di “nuova città” con spazi ed architetture basate sulle esigenze dell’individuo, luoghi di vita e di scambi, il maestro in questo periodo rafforzò il rapporto forma-struttura con l’utilizzo dell’acciaio quale materiale “sincero” capace di inserirsi in un contesto storico consolidato, così come accade peraltro per altri interventi quali il Museo della Contrada di Valdimontone a Siena, la Limonaia di Villa Strozzi a Firenze e la chiesa Santa Rosa a Livorno. La struttura portante in acciaio, rosso minio, è esibita in contrapposizione alla torre che ospita i servizi annessi alla banca, rivestita in travertino senese ad opus incertum. L’accostamento fra materiali moderni e della tradizione, tipico delle architetture di Michelucci, consentì di realizzare un edificio dinamico, dal linguaggio contemporaneo ma allo stesso tempo radicato nella storia del luogo. L’edificio è caratterizzato dalla presenza di 5 grandi portali metallici asimmetrici che sostengono tutta la parte centrale dell’edificio: archi a tre cerniere, di luce pari a 17m e passo 8m, composti da profili a C a sezione variabile ed accoppiati, che ne costituiscono l’ossatura principale. I portali sostengono le strutture metalliche secondarie, realizzate con profili tipo HE che portano i solai in lamiera grecata, spesso utilizzata come semplice cassero a perdere. La struttura, appesa ai portali, permise a Michelucci di creare l’elemento distributivo maggiormente rappresentativo costituito da una grande piazza coperta, abbandonando il concetto di edificio-bunker, in favore di uno spazio più vicino alla quotidianità cittadina. L’analisi di questo edificio si inserisce all’interno di un più ampio progetto affrontato dal gruppo di ricerca che si basa sull’analisi del materiale, quasi completamente inedito, presente all’interno dell’Archivio dell’Architetto Bruno Sacchi; architetto mantovano, deceduto nel 2011, che fu stretto collaboratore di Michelucci in questo progetto come in molti altri, a partire dagli anni ’70. La possibilità di accedere al materiale inedito, presente sia in questo archivio sia in quello della Monte dei Paschi di Siena, ha permesso al gruppo di lavoro di ricostruire nella sua interezza l’articolato processo edilizio dell’edificio, di cui qui si presenta una breve sintesi, e di esplicitarne gli aspetti tecnologici e le modalità costruttive.File | Dimensione | Formato | |
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