Scopo del lavoro la chirurgia laparoscopica e robotica presenta indubbi vantaggi in termini di mini invasività, in ambito urologico rappresentano il trattamento di scelta di molte patologie neoplastiche, funzionali e malformative; scopo dello studio è valutare la morbilità e l’efficacia di queste tecniche nella correzione delle stenosi ureterali (S.U.) di varia eziologia Materiali e metodi sono stati raccolti retrospettivamente i dati di pazienti affetti da S.U. trattate per via laparoscopica o robot- assistita in 9 centri urologici italiani. Le variabili analizzate sono state: età dei pazienti, sede ed eziologia delle stenosi, tempo operatorio e di permanenza dello stent, le complicanze secondo classificazione di Clavien, e l’efficacia nel trattamento ad un follow up minimo di 12 mesi. Risultati tra Gennaio 2008 e Marzo 2014 57 pazienti sono stati operati [(età media 47,8 anni (range 17-74)], tipo e sede della S.U. è riportata in tabella 1, la lunghezza media delle stenosi era di 2,3 cm (range 0,5-5). In 26 pazienti è stata eseguita una resezione ureterale segmentaria con anastomosi termino-terminale, in 27 un’ureterocistoneostomia ed in 4 un’ureterolisi. Tutti gli interventi sono stati eseguiti con approccio trans- peritoneale (41 per via laparoscopica, 16 per via laparoscopica Robot-assistita). Non sono state registrate conversioni a chirurgia open, il tempo operatorio medio è stato di 203 minuti (range 55-720), in tutti i pazienti è stato posizionato uno stent ureterale doppio J. Il tasso di trasfusione è stato del 3,5% [(2/57 pazienti) Clavien gr. 2], in un caso si è verificata una lesione della vena cava (Clavien gr. 2), un solo caso di fistola ureterale è stata trattata con nefrostomia percutanea (Clavien gr. 3a). La degenza media è stata di 6,8 gg (range 4-16), il tempo medio di permanenza dello stent 33,3 gg (range 3-90). 38 dei 57 pazienti hanno raggiunto almeno 12 mesi di follow up, e sono quindi valutabili, con un follow up medio di 34,7 mesi 36 pazienti (94,8%) sono liberi da stenosi mentre in 2 pazienti (5,2%) si è verificata una recidiva. In un caso la recidiva è stata trattata con dilatazione endoscopica con palloncino, nel secondo caso con nefroureterectomia per recidiva neoplastica. Discussione la chirurgia laparoscopica e robotica delle S.U. rappresenta spesso un intervento complesso di chirurgia ricostruttiva, in mani esperte presenta basso rischio di conversione, le complicanze nella nostra serie sono state accettabili, il tasso di re-intervento e di recidiva è basso Conclusioni con i limiti di uno studio retrospettivo i nostri dati dimostrano che la laparoscopica e la robotica sono un trattamento promettente delle S.U. sia in termini di complicanze che di efficacia ad un follow up a medio termine. Idealmente sarebbe auspicabile un prolungamento del follow-up e il disegno di uno studio prospettico di confronto tra le metodiche
TRATTAMENTO LAPAROSCOPICO E ROBOTICO DELLE STENOSI URETERALI (S.U.), DI UNO STUDIO MULTICENTRICO A TRE ANNI DI FOLLOW UP / Zaramella, S.; Minervini, A.; Cocchi, A.; Fantechi, R.; Dente, D.; Parma, P.; Antonelli, A.; Falsaperla, M.; Celia, A.; Rocco, B.; Pagliarulo, V.; Porreca, A.. - STAMPA. - Unico:(2014), pp. 101-101. (Intervento presentato al convegno 87° Congresso Nazionale SIU).
TRATTAMENTO LAPAROSCOPICO E ROBOTICO DELLE STENOSI URETERALI (S.U.), DI UNO STUDIO MULTICENTRICO A TRE ANNI DI FOLLOW UP.
MINERVINI, ANDREA;
2014
Abstract
Scopo del lavoro la chirurgia laparoscopica e robotica presenta indubbi vantaggi in termini di mini invasività, in ambito urologico rappresentano il trattamento di scelta di molte patologie neoplastiche, funzionali e malformative; scopo dello studio è valutare la morbilità e l’efficacia di queste tecniche nella correzione delle stenosi ureterali (S.U.) di varia eziologia Materiali e metodi sono stati raccolti retrospettivamente i dati di pazienti affetti da S.U. trattate per via laparoscopica o robot- assistita in 9 centri urologici italiani. Le variabili analizzate sono state: età dei pazienti, sede ed eziologia delle stenosi, tempo operatorio e di permanenza dello stent, le complicanze secondo classificazione di Clavien, e l’efficacia nel trattamento ad un follow up minimo di 12 mesi. Risultati tra Gennaio 2008 e Marzo 2014 57 pazienti sono stati operati [(età media 47,8 anni (range 17-74)], tipo e sede della S.U. è riportata in tabella 1, la lunghezza media delle stenosi era di 2,3 cm (range 0,5-5). In 26 pazienti è stata eseguita una resezione ureterale segmentaria con anastomosi termino-terminale, in 27 un’ureterocistoneostomia ed in 4 un’ureterolisi. Tutti gli interventi sono stati eseguiti con approccio trans- peritoneale (41 per via laparoscopica, 16 per via laparoscopica Robot-assistita). Non sono state registrate conversioni a chirurgia open, il tempo operatorio medio è stato di 203 minuti (range 55-720), in tutti i pazienti è stato posizionato uno stent ureterale doppio J. Il tasso di trasfusione è stato del 3,5% [(2/57 pazienti) Clavien gr. 2], in un caso si è verificata una lesione della vena cava (Clavien gr. 2), un solo caso di fistola ureterale è stata trattata con nefrostomia percutanea (Clavien gr. 3a). La degenza media è stata di 6,8 gg (range 4-16), il tempo medio di permanenza dello stent 33,3 gg (range 3-90). 38 dei 57 pazienti hanno raggiunto almeno 12 mesi di follow up, e sono quindi valutabili, con un follow up medio di 34,7 mesi 36 pazienti (94,8%) sono liberi da stenosi mentre in 2 pazienti (5,2%) si è verificata una recidiva. In un caso la recidiva è stata trattata con dilatazione endoscopica con palloncino, nel secondo caso con nefroureterectomia per recidiva neoplastica. Discussione la chirurgia laparoscopica e robotica delle S.U. rappresenta spesso un intervento complesso di chirurgia ricostruttiva, in mani esperte presenta basso rischio di conversione, le complicanze nella nostra serie sono state accettabili, il tasso di re-intervento e di recidiva è basso Conclusioni con i limiti di uno studio retrospettivo i nostri dati dimostrano che la laparoscopica e la robotica sono un trattamento promettente delle S.U. sia in termini di complicanze che di efficacia ad un follow up a medio termine. Idealmente sarebbe auspicabile un prolungamento del follow-up e il disegno di uno studio prospettico di confronto tra le metodicheFile | Dimensione | Formato | |
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