L’avvento della c.d. era digitale, oltre a generare nuove minacce criminali, ha trasformato la fisionomia delle vecchie forme di criminalità, determinando una crescita esponenziale della frequenza con cui gli illeciti comuni sono perpetrati attraverso lo strumento digitale. In questi casi, la prova dell’illecito finisce per annidarsi nel sistema informatico che, quindi, non rappresenta più l’elemento costitutivo della fattispecie o il mezzo attraverso il quale viene realizzato l’illecito, ma diviene fonte di prova reale dalla quale attingere quell’evidenza digitale che assurge al ruolo di elemento di prova nel processo penale. Uno degli strumenti tecnici a disposizione degli investigatori per la ricerca della prova in ambito digitale è rappresentato dal c.d. “captatore informatico”. In questo contributo - seguendo le orme della prassi operativa e interpretando le risposte della giurisprudenza - si cercherà di capire se ed entro quali limiti tale atipico mezzo di ricerca della prova può trovare cittadinanza all’interno del nostro ordinamento giuridico. Il punctum dolens è sempre lo stesso: trovare un giusto equilibrio tra le necessità di accertamento del fatto, per fini di tutela sociale, e la tutela dei diritti fondamentali degli individui coinvolti in tale attività di accertamento.
Il virus di Stato nel diritto vivente tra esigenze investigative e tutela dei diritti fondamentali / Torre, Marco. - In: DIRITTO PENALE E PROCESSO. - ISSN 1591-5611. - STAMPA. - 21:(2015), pp. 1163-1172.
Il virus di Stato nel diritto vivente tra esigenze investigative e tutela dei diritti fondamentali
Torre, Marco
2015
Abstract
L’avvento della c.d. era digitale, oltre a generare nuove minacce criminali, ha trasformato la fisionomia delle vecchie forme di criminalità, determinando una crescita esponenziale della frequenza con cui gli illeciti comuni sono perpetrati attraverso lo strumento digitale. In questi casi, la prova dell’illecito finisce per annidarsi nel sistema informatico che, quindi, non rappresenta più l’elemento costitutivo della fattispecie o il mezzo attraverso il quale viene realizzato l’illecito, ma diviene fonte di prova reale dalla quale attingere quell’evidenza digitale che assurge al ruolo di elemento di prova nel processo penale. Uno degli strumenti tecnici a disposizione degli investigatori per la ricerca della prova in ambito digitale è rappresentato dal c.d. “captatore informatico”. In questo contributo - seguendo le orme della prassi operativa e interpretando le risposte della giurisprudenza - si cercherà di capire se ed entro quali limiti tale atipico mezzo di ricerca della prova può trovare cittadinanza all’interno del nostro ordinamento giuridico. Il punctum dolens è sempre lo stesso: trovare un giusto equilibrio tra le necessità di accertamento del fatto, per fini di tutela sociale, e la tutela dei diritti fondamentali degli individui coinvolti in tale attività di accertamento.File | Dimensione | Formato | |
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IL VIRUS DI STATO NEL DIRITTO VIVENTE TRA ESIGENZE INVESTIGATIVE E TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI.pdf
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