La riscoperta del paesaggio culturale preromano nei Golfi di Napoli e di Salerno: mitografia, realtà archeologica e valorizzazione futura La conoscenza e la conservazione dei paesaggi culturali passa per l’interpretazione e la fruizione dei luoghi originari della storia, riscoprendo la geografia umana degli antichi insediamenti nei Golfi di Napoli e Salerno. La proposta intende fornire un contributo per identificare e leggere questi paesaggi seguendo i campi meno esplorati dell’osservazione e nuove metodiche di studio a carattere multidisciplinare. In età preromana la Campania è una regione di frontiera nella quale convivono e si confrontano indigeni, Etruschi e Greci. È una frontiera fatta di città, come documentato dalla realtà archeologica e dagli scrittori antichi, che distingue l’area campana rispetto ai territori e alle genti circostanti invece caratterizzati da forme di organizzazione non centralizzate. Alle poleis greche di Cuma, Neapolis, Poseidonia, si aggiungono le fondazioni etrusche nell’Agro Picentino e nella piana campana, con Capua posta da Strabone (V, 3, 3) a capo di dodici città; fondazioni etrusche sono considerate Ercolano e Pompei (V, 4, 8) nel Golfo di Napoli, Marcina nel Golfo di Salerno (V, 4, 13). Condiviso è il modo di concepire e rappresentare il paesaggio della città: lo spazio urbano è circoscritto dalle mura, limite fisico ma ancor più religioso e ideologico; all’interno sono definiti gli spazi privati e produttivi, le aree pubbliche e quelle santuariali. Aree sacre, con specifiche funzioni, segnano anche lo spazio sub-urbano, le aree agricole circostanti e le terre più lontane a rappresentare la proiezione della città sul suo territorio. La città è soprattutto un sistema politico e ideologico. In essa si producono le riflessioni etnografiche sulla Campania antica rappresentate in chiave mitostorica: basti pensare alle tradizioni sulla fondazione di Capua, alla figura di Eracle in relazione a Ercolano e Pompei, alle complesse elaborazioni a proposito del viaggio di Odisseo sulle coste campane. Ne scaturisce un “paesaggio culturale” che, in una prospettiva di valorizzazione, può essere al tempo stesso mitologico e archeologico. The rediscovery of the pre-Roman cultural landscape in the Gulfs of Naples and Salerno: mythography, archaeology and future enhancement. The knowledge and the preservation of cultural landscapes passes through the interpretation and use of the original sites of history, rediscovering the human geography of the ancient settlements in the Gulf of Naples and Salerno. The proposal aims to contribute to identify and understand these landscapes, following the unexplored fields of observation and new multidisciplinary methods of study. In pre-Roman times, Campania is a frontier region in which coexist indigenous, Etruscans and Greeks. It is a frontier made of cities, as documented by the archaeological reality and by ancient writers, which distinguishes the region compared to the surrounding territories, characterized on the contrary by forms of not centralized organization. There are the Greek poleis of Cuma, Neapolis, Poseido and also the Etruscan foundations in the Agro Picentino and the Campania ground, with Capua, placed by Strabone (V, 3, 3), at the head of twelve cities. Herculaneum and Pompeii (V, 4, 8) are considered Etruscan foundations in the Gulf of Naples, and Marcina in the Gulf of Salerno (V, 4, 13). The way to conceive and represent the urban landscape is the following: urban space is confined by walls, a physical limit but even more religious and ideological. Within the walls there are private and productive spaces, public areas and sanctuaries, sacred areas with specific functions. The sub-urban space, surrounding agricultural areas and the most distant lands represent the projection of the city on its territory. The city is primarily a political and ideological system. From here, ethnographic reflections on ancient Campania are produced, like the traditions about the foundation of Capua, the figure of Heracles in relation to Herculaneum and Pompeii, the complex computations about the Odysseus' journey along the coasts of Campania. The result is a "cultural landscape" which, in an enhancement view, can be both mythological and archaeological.
La riscoperta del paesaggio culturale preromano nei Golfi di Napoli e di Salerno: mitografia, realtà archeologica e valorizzazione futura / Centauro, Giuseppe Alberto; Iannone, Guido; Pellegrino, Carmine. - STAMPA. - ...:(In corso di stampa), pp. 0-0. (Intervento presentato al convegno La Baia di Napoli. strategie integrate per la conservazione e la fruizione del paesaggio culturale tenutosi a Napoli nel 5-6/12/2016).
La riscoperta del paesaggio culturale preromano nei Golfi di Napoli e di Salerno: mitografia, realtà archeologica e valorizzazione futura.
CENTAURO, GIUSEPPE ALBERTO;IANNONE, GUIDO;
In corso di stampa
Abstract
La riscoperta del paesaggio culturale preromano nei Golfi di Napoli e di Salerno: mitografia, realtà archeologica e valorizzazione futura La conoscenza e la conservazione dei paesaggi culturali passa per l’interpretazione e la fruizione dei luoghi originari della storia, riscoprendo la geografia umana degli antichi insediamenti nei Golfi di Napoli e Salerno. La proposta intende fornire un contributo per identificare e leggere questi paesaggi seguendo i campi meno esplorati dell’osservazione e nuove metodiche di studio a carattere multidisciplinare. In età preromana la Campania è una regione di frontiera nella quale convivono e si confrontano indigeni, Etruschi e Greci. È una frontiera fatta di città, come documentato dalla realtà archeologica e dagli scrittori antichi, che distingue l’area campana rispetto ai territori e alle genti circostanti invece caratterizzati da forme di organizzazione non centralizzate. Alle poleis greche di Cuma, Neapolis, Poseidonia, si aggiungono le fondazioni etrusche nell’Agro Picentino e nella piana campana, con Capua posta da Strabone (V, 3, 3) a capo di dodici città; fondazioni etrusche sono considerate Ercolano e Pompei (V, 4, 8) nel Golfo di Napoli, Marcina nel Golfo di Salerno (V, 4, 13). Condiviso è il modo di concepire e rappresentare il paesaggio della città: lo spazio urbano è circoscritto dalle mura, limite fisico ma ancor più religioso e ideologico; all’interno sono definiti gli spazi privati e produttivi, le aree pubbliche e quelle santuariali. Aree sacre, con specifiche funzioni, segnano anche lo spazio sub-urbano, le aree agricole circostanti e le terre più lontane a rappresentare la proiezione della città sul suo territorio. La città è soprattutto un sistema politico e ideologico. In essa si producono le riflessioni etnografiche sulla Campania antica rappresentate in chiave mitostorica: basti pensare alle tradizioni sulla fondazione di Capua, alla figura di Eracle in relazione a Ercolano e Pompei, alle complesse elaborazioni a proposito del viaggio di Odisseo sulle coste campane. Ne scaturisce un “paesaggio culturale” che, in una prospettiva di valorizzazione, può essere al tempo stesso mitologico e archeologico. The rediscovery of the pre-Roman cultural landscape in the Gulfs of Naples and Salerno: mythography, archaeology and future enhancement. The knowledge and the preservation of cultural landscapes passes through the interpretation and use of the original sites of history, rediscovering the human geography of the ancient settlements in the Gulf of Naples and Salerno. The proposal aims to contribute to identify and understand these landscapes, following the unexplored fields of observation and new multidisciplinary methods of study. In pre-Roman times, Campania is a frontier region in which coexist indigenous, Etruscans and Greeks. It is a frontier made of cities, as documented by the archaeological reality and by ancient writers, which distinguishes the region compared to the surrounding territories, characterized on the contrary by forms of not centralized organization. There are the Greek poleis of Cuma, Neapolis, Poseido and also the Etruscan foundations in the Agro Picentino and the Campania ground, with Capua, placed by Strabone (V, 3, 3), at the head of twelve cities. Herculaneum and Pompeii (V, 4, 8) are considered Etruscan foundations in the Gulf of Naples, and Marcina in the Gulf of Salerno (V, 4, 13). The way to conceive and represent the urban landscape is the following: urban space is confined by walls, a physical limit but even more religious and ideological. Within the walls there are private and productive spaces, public areas and sanctuaries, sacred areas with specific functions. The sub-urban space, surrounding agricultural areas and the most distant lands represent the projection of the city on its territory. The city is primarily a political and ideological system. From here, ethnographic reflections on ancient Campania are produced, like the traditions about the foundation of Capua, the figure of Heracles in relation to Herculaneum and Pompeii, the complex computations about the Odysseus' journey along the coasts of Campania. The result is a "cultural landscape" which, in an enhancement view, can be both mythological and archaeological.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.