Ancora un incontro e una scommessa. L’incontro è quello tra linguisti e giuristi che si sono di nuovo ritrovati nella Villa di Castello per discutere insieme di lingua e di diritto: di quella lingua giuridica che si manifesta nel processo. Il processo, il luogo dove si accertano i diritti, è anche un banco di prova della lingua del diritto e della sua capacità comunicativa perché è il palcoscenico dove s’incontrano protagonisti diversi. C’è la legge, che talvolta è messa proprio lei sotto processo di fronte alla Corte costituzionale; e ci sono i giudici che sentenza dopo sentenza la legge e il diritto fanno parlare, e che svolgono un ruolo chiave; ma il risultato non s’otterrebbe senza il contributo degli altri attori: gli avvocati, i cancellieri, i consulenti, i poliziotti, i carabinieri, e – soprattutto – le parti private. Ognuno con le sue caratteristiche specifiche di persona, di ruolo e di lingua. E dal confronto tra i suoi diversi aspetti (in campo penale, civile, amministrativo, costituzionale) allora forse il processo più che un crogiuolo è apparso una fucina: un luogo dove si fonde, ma anche – senza confondere – talvolta si crea un lessico nuovo. Il rischio per la lingua giuridica che emerge anche dalla cartina di tornasole del processo è che aumentino i momenti di incomunicabilità: non solo tra i giuristi e i cittadini comuni con evidente pregiudizio alla fine pure per la democrazia, ma anche tra gli stessi cultori del diritto che spesso, tutti presi all’interno dei loro specialismi, non si capiscono più, per paradosso neppure tra loro. Una maggiore consapevolezza linguistica dovrà contribuire a restituire a tutti i giuristi una base culturale comune, che sia di cultura alta e non meramente tecnica, per tornare a comprendersi, e farsi comprendere di più dai cittadini. È il messaggio più importante che è venuto dal convegno grazie proprio all’incrocio dei saperi disciplinari dei linguisti e dei giuristi. In questo senso la scommessa di cui si diceva all’inizio – quella di mettere di nuovo a fronte su un argomento specifico diversi interessi e competenze diverse – è stata vinta. Adesso devono solo maturare buoni frutti.

Lingua e processo. Le parole del diritto di fronte al giudice / Bambi, Federigo. - STAMPA. - (2016), pp. 1-218.

Lingua e processo. Le parole del diritto di fronte al giudice

BAMBI, FEDERIGO
2016

Abstract

Ancora un incontro e una scommessa. L’incontro è quello tra linguisti e giuristi che si sono di nuovo ritrovati nella Villa di Castello per discutere insieme di lingua e di diritto: di quella lingua giuridica che si manifesta nel processo. Il processo, il luogo dove si accertano i diritti, è anche un banco di prova della lingua del diritto e della sua capacità comunicativa perché è il palcoscenico dove s’incontrano protagonisti diversi. C’è la legge, che talvolta è messa proprio lei sotto processo di fronte alla Corte costituzionale; e ci sono i giudici che sentenza dopo sentenza la legge e il diritto fanno parlare, e che svolgono un ruolo chiave; ma il risultato non s’otterrebbe senza il contributo degli altri attori: gli avvocati, i cancellieri, i consulenti, i poliziotti, i carabinieri, e – soprattutto – le parti private. Ognuno con le sue caratteristiche specifiche di persona, di ruolo e di lingua. E dal confronto tra i suoi diversi aspetti (in campo penale, civile, amministrativo, costituzionale) allora forse il processo più che un crogiuolo è apparso una fucina: un luogo dove si fonde, ma anche – senza confondere – talvolta si crea un lessico nuovo. Il rischio per la lingua giuridica che emerge anche dalla cartina di tornasole del processo è che aumentino i momenti di incomunicabilità: non solo tra i giuristi e i cittadini comuni con evidente pregiudizio alla fine pure per la democrazia, ma anche tra gli stessi cultori del diritto che spesso, tutti presi all’interno dei loro specialismi, non si capiscono più, per paradosso neppure tra loro. Una maggiore consapevolezza linguistica dovrà contribuire a restituire a tutti i giuristi una base culturale comune, che sia di cultura alta e non meramente tecnica, per tornare a comprendersi, e farsi comprendere di più dai cittadini. È il messaggio più importante che è venuto dal convegno grazie proprio all’incrocio dei saperi disciplinari dei linguisti e dei giuristi. In questo senso la scommessa di cui si diceva all’inizio – quella di mettere di nuovo a fronte su un argomento specifico diversi interessi e competenze diverse – è stata vinta. Adesso devono solo maturare buoni frutti.
2016
978-88-89369-71-5
Bambi, Federigo
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