Nella seconda metà del XV secolo, i vani più significativi di Palazzo Vecchio furono profondamente modificati. La ristrutturazione coinvolgeva i vani di maggior luce del palazzo, destinati a contenere pubbliche assemblee e quindi a ospitare un gran numero di persone, i cui orizzontamenti sarebbero stati soggetti a carichi sollecitazioni rilevanti. I grandi vani dei diversi piani ebbero differente destino: al primo piano fu conservata una grande sala, l’attuale Salone dei Duecento, mentre al piano superiore l’ambiente unico fu diviso e si ricavarono due differenti sale, le odierne Sala dell’Udienza e Sala dei Gigli. Tutte le sale furono anche dotate di splendidi soffitti a cassettoni. Per realizzare l’opera i solai trecenteschi furono rimossi e al loro posto realizzati solai lignei di una tecnologia altamente innovativa: si impiegarono travi alte fino a 112 cm e larghe fino a 55 cm, con una luce di quasi 16 metri. Nell’impossibilità di trovare alberi capaci di fornire travi di questa dimensione, si realizzarono travi composte, con la parte inferiore continua e la superiore in tre pezzi, saldamente collegate fra loro. Inoltre il solaio fu irrigidito in senso trasversale, con cerchiature metalliche contrastate da serie di croci di S. Andrea lignee. La decisione di porre un setto murario in falso sopra il solaio del secondo piano fu anch’essa risolta con una tecnologia innovativa: nello spessore del muro fu realizzato un grande arco laterizio, le cui spinte furono contrastate da tirante metallico posto alla base. A questo arco furono appesi tiranti metallici, che sostenevano alla base, inserita nello spessore del solaio, una trave, su cui fu fatto poggiare il muro. Il magistero dei carpentieri e maestri muratori rinascimentali fiorentini rimane a tutt’oggi insuperato.
I solai e soffitti quattrocenteschi di Palazzo Vecchio a Firenze / Giorgi, Luca. - ELETTRONICO. - Sezione 2B: Conoscenza dell’edificio: casi-studio a cura di Maurizio De Vita:(2017), pp. 548-558. ( I Convegno della Società Italiana per il Restauro dell’Architettura (SIRA) Roma 26-27 settembre 2016).
I solai e soffitti quattrocenteschi di Palazzo Vecchio a Firenze
GIORGI, LUCA
2017
Abstract
Nella seconda metà del XV secolo, i vani più significativi di Palazzo Vecchio furono profondamente modificati. La ristrutturazione coinvolgeva i vani di maggior luce del palazzo, destinati a contenere pubbliche assemblee e quindi a ospitare un gran numero di persone, i cui orizzontamenti sarebbero stati soggetti a carichi sollecitazioni rilevanti. I grandi vani dei diversi piani ebbero differente destino: al primo piano fu conservata una grande sala, l’attuale Salone dei Duecento, mentre al piano superiore l’ambiente unico fu diviso e si ricavarono due differenti sale, le odierne Sala dell’Udienza e Sala dei Gigli. Tutte le sale furono anche dotate di splendidi soffitti a cassettoni. Per realizzare l’opera i solai trecenteschi furono rimossi e al loro posto realizzati solai lignei di una tecnologia altamente innovativa: si impiegarono travi alte fino a 112 cm e larghe fino a 55 cm, con una luce di quasi 16 metri. Nell’impossibilità di trovare alberi capaci di fornire travi di questa dimensione, si realizzarono travi composte, con la parte inferiore continua e la superiore in tre pezzi, saldamente collegate fra loro. Inoltre il solaio fu irrigidito in senso trasversale, con cerchiature metalliche contrastate da serie di croci di S. Andrea lignee. La decisione di porre un setto murario in falso sopra il solaio del secondo piano fu anch’essa risolta con una tecnologia innovativa: nello spessore del muro fu realizzato un grande arco laterizio, le cui spinte furono contrastate da tirante metallico posto alla base. A questo arco furono appesi tiranti metallici, che sostenevano alla base, inserita nello spessore del solaio, una trave, su cui fu fatto poggiare il muro. Il magistero dei carpentieri e maestri muratori rinascimentali fiorentini rimane a tutt’oggi insuperato.| File | Dimensione | Formato | |
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