Le relazioni delle famiglie Brâncoveanu e Cantacuzino con l’Italia sono state circostanziatamente descritte nel corso del XX secolo da eminenti studiosi, fra cui in particolare, in ambito italiano, lo storico Mario Ruffini e il filologo Ramiro Ortiz. Come noto, lo stolnic Constantin Cantacuzino si laureò in Storia all’Università di Padova, mentre Constantin Brâncoveanu, pur senza recarvisi personalmente, vi mandò a studiare dieci giovani boiardi, oltre a suo figlio Radu nel 1704. Inoltre il principe si rivolgeva alla Zecca di Venezia, quando necessario, come mostrato in dettaglio nei recenti studi condotti dal professor Cristian Luca. Questi contatti, costruiti principalmente grazie al Cantacuzino, resistono anche dopo la scomparsa di questi nel 1688 e l’avvento di Constantin Brâncoveanu. Le collezioni del Museo Nazionale di Arte Romena di Bucarest conservano un interessante corpus di opere di argenteria realizzate negli atelier veneziani, perlopiù commissionate negli ultimi due decenni del XVII secolo e nel primo decennio del XVIII come doni per le fondazioni monastiche sotto la tutela principesca. Gli oggetti presi in analisi in questo studio (tre patene, due chivoturi, un calice e una lampada) sono tutti oggetti d’argento prodotti presso botteghe veneziane nel periodo 1685-1710, con una netta predominanza nel biennio 1709-1710. L’analisi di questo piccolo corpus ci permette in primo luogo di identificare in Șerban Cantacuzino II Măgureanu il principale committente di argenteria presso atelier lagunari, definendo inoltre quali fossero gli atelier veneziani più apprezzati. Infine, l’analisi stilistica di questo corpus ci permette di definire gli elementi decorativi e gli stilemi apprezzati in Valacchia, una parte dei quali – come è noto – ha nel corso del tempo influenzato gli argenti commissionati dalla corte agli orafi transilvani e bulgari di fiducia, essendo quindi funzionale a definire le caratteristiche del gusto di questi due committenti, fra i più bendisposti verso il mercato lagunare. Si è scelto di prendere in analisi il periodo 1685-1710, anziché il canonico 1688-1714, per due motivi: le prime commissioni del futuro principe Constantin Brâncoveanu risalgono al lustro precedente la sua ascesa al trono, quando ricopriva ancora la carica di stolnic, mentre nella fase finale del suo regno (1710-1714) la crisi causata dalle tensioni russo-turche si associa ad una netta diminuzione delle commissioni della corte. A questi fatti si accompagna la morte, nel 1710, dello stesso Șerban Cantacuzino II Măgureanu.

Argenteria veneziana acquistata al tempo di Constantin Brancoveanu da Serban Cantacuzino II Magureanu (1685-1710) / Paolicchi, Anita. - STAMPA. - (2016), pp. 157-173. (Intervento presentato al convegno Brancoveanu 300: epoca brancoveneasca la orizontul modernitatii romanesti tenutosi a Bucuresti nel 18-19/09/2014).

Argenteria veneziana acquistata al tempo di Constantin Brancoveanu da Serban Cantacuzino II Magureanu (1685-1710)

PAOLICCHI, ANITA
2016

Abstract

Le relazioni delle famiglie Brâncoveanu e Cantacuzino con l’Italia sono state circostanziatamente descritte nel corso del XX secolo da eminenti studiosi, fra cui in particolare, in ambito italiano, lo storico Mario Ruffini e il filologo Ramiro Ortiz. Come noto, lo stolnic Constantin Cantacuzino si laureò in Storia all’Università di Padova, mentre Constantin Brâncoveanu, pur senza recarvisi personalmente, vi mandò a studiare dieci giovani boiardi, oltre a suo figlio Radu nel 1704. Inoltre il principe si rivolgeva alla Zecca di Venezia, quando necessario, come mostrato in dettaglio nei recenti studi condotti dal professor Cristian Luca. Questi contatti, costruiti principalmente grazie al Cantacuzino, resistono anche dopo la scomparsa di questi nel 1688 e l’avvento di Constantin Brâncoveanu. Le collezioni del Museo Nazionale di Arte Romena di Bucarest conservano un interessante corpus di opere di argenteria realizzate negli atelier veneziani, perlopiù commissionate negli ultimi due decenni del XVII secolo e nel primo decennio del XVIII come doni per le fondazioni monastiche sotto la tutela principesca. Gli oggetti presi in analisi in questo studio (tre patene, due chivoturi, un calice e una lampada) sono tutti oggetti d’argento prodotti presso botteghe veneziane nel periodo 1685-1710, con una netta predominanza nel biennio 1709-1710. L’analisi di questo piccolo corpus ci permette in primo luogo di identificare in Șerban Cantacuzino II Măgureanu il principale committente di argenteria presso atelier lagunari, definendo inoltre quali fossero gli atelier veneziani più apprezzati. Infine, l’analisi stilistica di questo corpus ci permette di definire gli elementi decorativi e gli stilemi apprezzati in Valacchia, una parte dei quali – come è noto – ha nel corso del tempo influenzato gli argenti commissionati dalla corte agli orafi transilvani e bulgari di fiducia, essendo quindi funzionale a definire le caratteristiche del gusto di questi due committenti, fra i più bendisposti verso il mercato lagunare. Si è scelto di prendere in analisi il periodo 1685-1710, anziché il canonico 1688-1714, per due motivi: le prime commissioni del futuro principe Constantin Brâncoveanu risalgono al lustro precedente la sua ascesa al trono, quando ricopriva ancora la carica di stolnic, mentre nella fase finale del suo regno (1710-1714) la crisi causata dalle tensioni russo-turche si associa ad una netta diminuzione delle commissioni della corte. A questi fatti si accompagna la morte, nel 1710, dello stesso Șerban Cantacuzino II Măgureanu.
2016
Brancoveanu 300: epoca brancoveneasca la orizontul modernitatii romanesti
Brancoveanu 300: epoca brancoveneasca la orizontul modernitatii romanesti
Bucuresti
18-19/09/2014
Paolicchi, Anita
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