Da molto tempo in varie parti del mondo sono in corso attività volte a quantificare l’impatto dell’ozono sulla vegetazione spontanea per mezzo dell’analisi dei sintomi fogliari. Tali attività trovano la loro base scientifica sulla riproduzione dei sintomi da ozono effettuata sperimentalmente su numerose specie legnose ed erbacee. Tuttavia le indagini di campo propongono problemi tuttora irrisolti che riguardano: (a) la valutazione di specie in cui i sintomi non siano stati riprodotti sperimentalmente; (b) l’effettiva specificità o meno dei sintomi osservati; (c) l’azione di agenti modificanti con speciale riferimento alle condizioni ambientali come le alte radiazioni luminose; (d) la variabilità delle sintomatologie osservate; (e) la concordanza o meno dei sintomi osservati con quelli teorici. Tutte queste condizioni rendono i risultati delle indagini di campo estremamente aleatori, e riteniamo che dopo venti anni di indagini non sia più ammissibile rifugiarsi nella generica definizione di “ozone like”. Le esperienze accumulate nel corso degli anni suggeriscono che è possibile ottenere una ragionevole certezza riguardo alla natura dei sintomi visibili solo se investigazioni sperimentali e indagini di campo sono strettamente correlate sia per quanto riguarda la regione bioclimatica in cui si svolgono tali attività, che per le specie considerate. Inoltre le risposte osservate, ancorché specie-specifiche, devono essere omogenee nell’ambito della medesima specie a livello macroscopico, ultrastrutturale e fisiologico. Nella presentazione vengono riportate due esperienze, condotte in regioni bioclimatiche contrastanti, in cui l’impatto dell’ozono è stato analizzato tramite doppia verifica in condizioni sperimentali ed in campo. In Italia si riporta il caso di studio svolto in aree prealpine, dove i sintomi e le risposte fisiologiche osservate hanno trovato riscontro in esperienze di open-top chamber condotte nelle medesime regioni. In Brasile (foresta atlantica, stato di San Paolo), nonostante la mancanza di sintomi visibili, è stata individuata una specie arborea, Tibouchina pulchra, che mostra caratteristiche risposte ultrastrutturali nei confronti dell’ozono. A nostro parere i risultati raggiunti sono validi per l’area investigata, ma per essere usati come base per indagini più vaste sarebbero necessarie replicazioni sperimentali in regioni climaticamente differenti.

Problemi sulla valutazione dell’impatto di ozono sulla vegetazione spontanea. Casi di studio in Italia e in Brasile / Bussotti, F.; Nunes Vaz Pedroso, A.; Domingos, M.; Tani, C.; Papini, A. - ELETTRONICO. - (2016), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno Giornata di Studio “Ozono e Vegetazione: il contenuto della ricerca italiana (dieci anni dopo …)” tenutosi a Pisa nel 24 Novembre 2016).

Problemi sulla valutazione dell’impatto di ozono sulla vegetazione spontanea. Casi di studio in Italia e in Brasile

BUSSOTTI, FILIPPO;TANI, CORRADO;PAPINI, ALESSIO
2016

Abstract

Da molto tempo in varie parti del mondo sono in corso attività volte a quantificare l’impatto dell’ozono sulla vegetazione spontanea per mezzo dell’analisi dei sintomi fogliari. Tali attività trovano la loro base scientifica sulla riproduzione dei sintomi da ozono effettuata sperimentalmente su numerose specie legnose ed erbacee. Tuttavia le indagini di campo propongono problemi tuttora irrisolti che riguardano: (a) la valutazione di specie in cui i sintomi non siano stati riprodotti sperimentalmente; (b) l’effettiva specificità o meno dei sintomi osservati; (c) l’azione di agenti modificanti con speciale riferimento alle condizioni ambientali come le alte radiazioni luminose; (d) la variabilità delle sintomatologie osservate; (e) la concordanza o meno dei sintomi osservati con quelli teorici. Tutte queste condizioni rendono i risultati delle indagini di campo estremamente aleatori, e riteniamo che dopo venti anni di indagini non sia più ammissibile rifugiarsi nella generica definizione di “ozone like”. Le esperienze accumulate nel corso degli anni suggeriscono che è possibile ottenere una ragionevole certezza riguardo alla natura dei sintomi visibili solo se investigazioni sperimentali e indagini di campo sono strettamente correlate sia per quanto riguarda la regione bioclimatica in cui si svolgono tali attività, che per le specie considerate. Inoltre le risposte osservate, ancorché specie-specifiche, devono essere omogenee nell’ambito della medesima specie a livello macroscopico, ultrastrutturale e fisiologico. Nella presentazione vengono riportate due esperienze, condotte in regioni bioclimatiche contrastanti, in cui l’impatto dell’ozono è stato analizzato tramite doppia verifica in condizioni sperimentali ed in campo. In Italia si riporta il caso di studio svolto in aree prealpine, dove i sintomi e le risposte fisiologiche osservate hanno trovato riscontro in esperienze di open-top chamber condotte nelle medesime regioni. In Brasile (foresta atlantica, stato di San Paolo), nonostante la mancanza di sintomi visibili, è stata individuata una specie arborea, Tibouchina pulchra, che mostra caratteristiche risposte ultrastrutturali nei confronti dell’ozono. A nostro parere i risultati raggiunti sono validi per l’area investigata, ma per essere usati come base per indagini più vaste sarebbero necessarie replicazioni sperimentali in regioni climaticamente differenti.
2016
Giornata di Studio “Ozono e Vegetazione: il contenuto della ricerca italiana (dieci anni dopo …)”
Giornata di Studio “Ozono e Vegetazione: il contenuto della ricerca italiana (dieci anni dopo …)”
Pisa
Bussotti, F.; Nunes Vaz Pedroso, A.; Domingos, M.; Tani, C.; Papini, A
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