Il contributo analizza la narrazione di Boccaccio nelle Esposizioni sulla Commedia di Dante mostrando la genesi dell'interpretazione di Boccaccio rispetto alla vicenda di Francesca da Rimini.
Nelle «Esposizioni sopra la "Comedia"» Boccaccio propone un racconto della vicenda di Paolo e Francesca, gli amanti dannati da Dante in «Inf.» V, che a lungo è stato ritenuto frutto della fantasia del celebre narratore. Il contributo rende noto un documento finora ignoto, anteriore di oltre 30 anni la narrazione di Boccaccio, che mostra con precisi riscontri testuali come una simile narrazione circolasse a Firenze da molti anni, lasciando una traccia scritta almeno già dagli anni Trenta e Quaranta del Trecento. Grazie alle chiose dell'Ottimo commento (1334ca.) e, soprattutto, di Andrea Lancia (1341-43ca.) si ricostruiscono alcuni aspetti della prima fortuna fiorentina della «Commedia», mostrando come l'attenzione al testo dantesco da parte di Boccaccio, che a tale tradizione attinse a piene mani, segni il culmine di un processo di riappropriazione della figura e dell'opera del poeta che ebbe la sua origine subito dopo la sua morte e che conobbe la massima fioritura entro la prima metà del Trecento.
Vicende d'amanti e chiose di poema. Alle radici di Boccaccio interprete di Francesca / Azzetta, Luca. - In: STUDI SUL BOCCACCIO. - ISSN 0585-4997. - STAMPA. - 37:(2009), pp. 155-170.
Vicende d'amanti e chiose di poema. Alle radici di Boccaccio interprete di Francesca
AZZETTA, LUCA
2009
Abstract
Nelle «Esposizioni sopra la "Comedia"» Boccaccio propone un racconto della vicenda di Paolo e Francesca, gli amanti dannati da Dante in «Inf.» V, che a lungo è stato ritenuto frutto della fantasia del celebre narratore. Il contributo rende noto un documento finora ignoto, anteriore di oltre 30 anni la narrazione di Boccaccio, che mostra con precisi riscontri testuali come una simile narrazione circolasse a Firenze da molti anni, lasciando una traccia scritta almeno già dagli anni Trenta e Quaranta del Trecento. Grazie alle chiose dell'Ottimo commento (1334ca.) e, soprattutto, di Andrea Lancia (1341-43ca.) si ricostruiscono alcuni aspetti della prima fortuna fiorentina della «Commedia», mostrando come l'attenzione al testo dantesco da parte di Boccaccio, che a tale tradizione attinse a piene mani, segni il culmine di un processo di riappropriazione della figura e dell'opera del poeta che ebbe la sua origine subito dopo la sua morte e che conobbe la massima fioritura entro la prima metà del Trecento.File | Dimensione | Formato | |
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