Il contributo considera alcuni casi esemplari della circolazione libraria nella Firenze della prima metà del Trecento, in un ambiente in cui furono attivi prosatori, volgarizzatori, commentatori della Commedia di Dante. Si identifica inoltre nel ms. Palatino 11 della Biblioteca Nazionale di Firenze un nuovo autografo del Lancia, che qui viene dettagliatamente studiato e messo in relazione con la produzione del Lancia e di altre personalità a lui prossime.
L’articolo indaga la tradizione di alcuni testi mediolatini relativi ai vizi e alle virtù, in particolare un anonimo “Tractatus de vitiis”, ricavato dal “De virtutibus et de vitiis et de donis Spiritus Sancti” di Alano da Lilla, e il “Tractatus de vitiis et virtutibus” del frate domenicano Guglielmo Peraldo. L’indagine consente di individuare alcune nuove fonti di carattere morale in testi fiorentini: il “Libro de’ vizi e delle virtudi” di Bono Giamboni (seconda metà del sec. XIII), l’“Ottimo commento” alla “Commedia” di Dante (1334ca.), le chiose alla “Commedia” di Andrea Lancia (1341-43). Si annuncia quindi la scoperta di un nuovo autografo del Lancia, il ms. Firenze, Bibl. Nazionale Centrale, Pal. 11. L’analisi del ms. Pal. 11 consente di attribuire al Lancia una nuova opera, rimasta finora ignota: il volgarizzamento dei salmi penitenziali con il relativo corredo delle “Expositiones” di Agostino. Infine, la scoperta di un nuovo volgarizzamento del “Tractatus” di Peraldo, fruito dall’“Ottimo” e nelle chiose Lancia, consente di precisare il rapporto tra questi due commenti danteschi.
Vizi e virtù nella Firenze del Trecento (con un nuovo autografo del Lancia e una postilla sull’Ottimo commento) / Azzetta, Luca. - In: RIVISTA DI STUDI DANTESCHI. - ISSN 1594-1000. - STAMPA. - 8:(2008), pp. 101-142.
Vizi e virtù nella Firenze del Trecento (con un nuovo autografo del Lancia e una postilla sull’Ottimo commento)
AZZETTA, LUCA
2008
Abstract
L’articolo indaga la tradizione di alcuni testi mediolatini relativi ai vizi e alle virtù, in particolare un anonimo “Tractatus de vitiis”, ricavato dal “De virtutibus et de vitiis et de donis Spiritus Sancti” di Alano da Lilla, e il “Tractatus de vitiis et virtutibus” del frate domenicano Guglielmo Peraldo. L’indagine consente di individuare alcune nuove fonti di carattere morale in testi fiorentini: il “Libro de’ vizi e delle virtudi” di Bono Giamboni (seconda metà del sec. XIII), l’“Ottimo commento” alla “Commedia” di Dante (1334ca.), le chiose alla “Commedia” di Andrea Lancia (1341-43). Si annuncia quindi la scoperta di un nuovo autografo del Lancia, il ms. Firenze, Bibl. Nazionale Centrale, Pal. 11. L’analisi del ms. Pal. 11 consente di attribuire al Lancia una nuova opera, rimasta finora ignota: il volgarizzamento dei salmi penitenziali con il relativo corredo delle “Expositiones” di Agostino. Infine, la scoperta di un nuovo volgarizzamento del “Tractatus” di Peraldo, fruito dall’“Ottimo” e nelle chiose Lancia, consente di precisare il rapporto tra questi due commenti danteschi.File | Dimensione | Formato | |
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