Questo contributo prende in esame l’elevato numero di edizioni delle commedie di Terenzio e di Plauto impresse a Milano negli anni 1474-1500, al fine di verificare da un lato le ragioni di una produzione tipografica tanto consistente, e dall’altro a quale pubblico essa si rivolgesse, la sua incidenza sul mercato librario cittadino, e il suo eventuale rapporto con la coeva cultura teatrale della corte sforzesca. L’analisi di alcuni esemplari degli incunaboli ne ha messo in luce la destinazione principalmente scolastica, legata agli insegnamenti di Giorgio Merula e Giovan Battista Pio presso lo Studio di Pavia e le Scuole Palatine di Milano. Diverse evidenze la confermano: l’adozione di una veste editoriale molto semplice, l’assenza di illustrazioni, il continuo aggiornamento filologico dei commenti ai testi e i contenuti esplicativi delle lettere di dedica. I risultati emersi dalla disamina di tutti questi dati inducono a escludere una relazione tra le stampe milanesi delle commedie latine e la voga del loro allestimento teatrale che, negli stessi anni, animava la scena italiana, se pur con modalità e scopi differenti, fra Firenze, Roma e Ferrara.

Un teatro di carta. Gli incunaboli milanesi di Terenzio e Plauto / Passera, Claudio. - In: ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA. - ISSN 1124-0296. - STAMPA. - (2014), pp. 225-290.

Un teatro di carta. Gli incunaboli milanesi di Terenzio e Plauto

PASSERA, CLAUDIO
2014

Abstract

Questo contributo prende in esame l’elevato numero di edizioni delle commedie di Terenzio e di Plauto impresse a Milano negli anni 1474-1500, al fine di verificare da un lato le ragioni di una produzione tipografica tanto consistente, e dall’altro a quale pubblico essa si rivolgesse, la sua incidenza sul mercato librario cittadino, e il suo eventuale rapporto con la coeva cultura teatrale della corte sforzesca. L’analisi di alcuni esemplari degli incunaboli ne ha messo in luce la destinazione principalmente scolastica, legata agli insegnamenti di Giorgio Merula e Giovan Battista Pio presso lo Studio di Pavia e le Scuole Palatine di Milano. Diverse evidenze la confermano: l’adozione di una veste editoriale molto semplice, l’assenza di illustrazioni, il continuo aggiornamento filologico dei commenti ai testi e i contenuti esplicativi delle lettere di dedica. I risultati emersi dalla disamina di tutti questi dati inducono a escludere una relazione tra le stampe milanesi delle commedie latine e la voga del loro allestimento teatrale che, negli stessi anni, animava la scena italiana, se pur con modalità e scopi differenti, fra Firenze, Roma e Ferrara.
2014
225
290
Passera, Claudio
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