Il processo di formazione ai ruoli di genere è talmente precoce che i suoi effetti si manifestano già nei primi anni di vita, proprio per questo rischiano di essere confusi per “naturali”. Al centro di tutto c’è un sistema di aspettative sociali differenziate che gli/le adulti/e mettono in atto ogni giorno per fare in modo che i bambini e le bambine arrivino progressivamente a corrispondere alle immagini che si hanno degli uni e delle altre. Gli stereotipi di genere risultano infatti limitanti e pressanti nel processo di costruzione identitaria, sia femminile che maschile. Quali sono gli attori che entrano in campo nel pilotare questa caratterizzazione dell'infanzia così rigidamente polarizzata sul dualismo maschile/femminile? La famiglia e la scuola, in quanto principali agenzie di socializzazione, sono tradizionalmente considerate i primi ambiti di formazione di un’identità di genere nei bambini e nelle bambine. Se la famiglia, da un lato, rappresenta un luogo di riproduzione delle più tradizionali visioni del maschile e del femminile, dall’altro, sta assumendo, a seguito di un’accresciuta consapevolezza del valore dell’infanzia e di una “nuova cultura della genitorialità”, nuove configurazioni improntate a un maggiore ascolto del bambino e a una rinegoziazione interna dei ruoli di genere e generazionali di tutti i suoi membri. La scuola, allo stesso tempo, evidenzia esperienze di sperimentazione e promozione di progetti di “educazione di genere e all’affettività” che restano però minoritarie rispetto ad un modello di scuola dominante che, anziché fungere da motore di cambiamento sociale, tende a reiterare, e dunque a legittimare, un immaginario sul femminile e sul maschile fortemente deficitario e limitante sia per le bambine che per i bambini. Nota: Questo lavoro è frutto della collaborazione delle due autrici. Tuttavia la redazione finale è da attribuirsi a Caterina Satta per il paragrafo 1 e a Irene Biemmi per il paragrafo 2.
Infanzia, educazione e genere. La costruzione delle culture di genere tra contesti scolastici, extrascolastici e familiari / Biemmi, Irene; Satta, Caterina. - In: AG-ABOUT GENDER. - ISSN 2279-5057. - ELETTRONICO. - n. 6:(2017), pp. 1-21.
Infanzia, educazione e genere. La costruzione delle culture di genere tra contesti scolastici, extrascolastici e familiari
Biemmi, Irene
;
2017
Abstract
Il processo di formazione ai ruoli di genere è talmente precoce che i suoi effetti si manifestano già nei primi anni di vita, proprio per questo rischiano di essere confusi per “naturali”. Al centro di tutto c’è un sistema di aspettative sociali differenziate che gli/le adulti/e mettono in atto ogni giorno per fare in modo che i bambini e le bambine arrivino progressivamente a corrispondere alle immagini che si hanno degli uni e delle altre. Gli stereotipi di genere risultano infatti limitanti e pressanti nel processo di costruzione identitaria, sia femminile che maschile. Quali sono gli attori che entrano in campo nel pilotare questa caratterizzazione dell'infanzia così rigidamente polarizzata sul dualismo maschile/femminile? La famiglia e la scuola, in quanto principali agenzie di socializzazione, sono tradizionalmente considerate i primi ambiti di formazione di un’identità di genere nei bambini e nelle bambine. Se la famiglia, da un lato, rappresenta un luogo di riproduzione delle più tradizionali visioni del maschile e del femminile, dall’altro, sta assumendo, a seguito di un’accresciuta consapevolezza del valore dell’infanzia e di una “nuova cultura della genitorialità”, nuove configurazioni improntate a un maggiore ascolto del bambino e a una rinegoziazione interna dei ruoli di genere e generazionali di tutti i suoi membri. La scuola, allo stesso tempo, evidenzia esperienze di sperimentazione e promozione di progetti di “educazione di genere e all’affettività” che restano però minoritarie rispetto ad un modello di scuola dominante che, anziché fungere da motore di cambiamento sociale, tende a reiterare, e dunque a legittimare, un immaginario sul femminile e sul maschile fortemente deficitario e limitante sia per le bambine che per i bambini. Nota: Questo lavoro è frutto della collaborazione delle due autrici. Tuttavia la redazione finale è da attribuirsi a Caterina Satta per il paragrafo 1 e a Irene Biemmi per il paragrafo 2.File | Dimensione | Formato | |
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