Il saggio analizza il quadro normativo europeo - attraverso l’esame delle fonti, dei documenti e della giurisprudenza dell’Unione Europea, ma anche attraverso l’analisi delle sentenze della Corte EDU e delle decisioni del Comitato Economico e sociale europeo, chiamato a vigilare sull’attuazione della Carta sociale europea - per cercare di comprendere se e come l’ordinamento europeo incida sull’ampiezza della tutela della salute che gli Stati membri garantiscono o devono garantire agli immigrati. In relazione all’Unione Europea, dallo scritto emerge innanzitutto come gli interventi a supporto degli Stati, finalizzati favorire il pieno godimento del diritto alla salute da parte degli immigrati, scontino la debolezza delle competenze normative (meramente “di sostegno”) attribuite alle Istituzioni europee, sia in materia sanitaria che in materia di integrazione dei cittadini degli Stati terzi; inoltre, a rendere poco incisive le misure di protezione della salute dei migranti messe in atto dall’UE, contribuisce anche il forte condizionamento esercitato su di esse dalla disciplina che regola l’ingresso in Europa dei cittadini di paesi terzi: le molteplici direttive europee adottate in tale materia determinano, infatti, differenti “status”, in base al tipo di permesso di soggiorno di cui sono titolari i cittadini extraeuropei, status che incidono anche sull’ampiezza dell’accesso ai sistemi sanitari nazionali. Quanto al ruolo svolto dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo ai fini della tutela del diritto alla salute dei migranti, il lavoro evidenzia come, nonostante alcune aperture volte ad estenderne l’ambito di tutela, la giurisprudenza della Corte Edu sia oscillante e testimoni i limiti derivanti dall’assenza di espliciti riferimenti ai diritti sociali nella Convenzione stessa. Un ruolo ben più incisivo potrebbe essere svolto dalla Carta Sociale Europea, che tuttavia –nonostante il grande impegno profuso dal Comitato per assicurarne il rispetto – risente significativamente delle limitazioni poste da molti Stati all’ambito soggettivo della sua applicazione. ----------------- The paper analyses the European legal framework – considered in a broad sense, which means not only examining EU policies and regulation, but also including European Court on Human Rights case law and European Committee on social Right’s decisions – to find out if and how it helps the Member States to increase the possibilities for migrants to access healthcare systems. Regarding health and migrants’ integration policies, the paper outlines how the effects of the European Union’s activity in that field is quite ineffective. The lack of effectiveness depend firstly on the (only) supporting competence given by the Treaties to the European Institutions to regulate both health and migrants integration. Secondly, the effectivity of EU policies enacted to help the Member States in strengthening the protection of migrants’ health is strongly affected by the different status connected to the residence permit held by third countries nationals. According to EU directives, the different kinds of stay permit may also determines the extent of the right of access to healthcare services. Regarding the decision of the HCHR, the study points out how uncertain is the guarantee of social rights based on a broadening interpretation of the Convention, which enshrines essentially human rights and rights of freedom. Lastly, migrants’ right to health could find a better protection based on the European Social Card. Despite the important result achieved by the Committee charged for the control on its respect, the limits put by the State to the subjective scope of the Card leave migrants in many cases out of its field of application.
LA TUTELA DELLA SALUTE DEI MIGRANTI NEL DIRITTO EUROPEO / Alessandra serenella albanese,. - In: RIVISTA AIC. - ISSN 2039-8298. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 1-22.
LA TUTELA DELLA SALUTE DEI MIGRANTI NEL DIRITTO EUROPEO
Alessandra serenella albanese
2017
Abstract
Il saggio analizza il quadro normativo europeo - attraverso l’esame delle fonti, dei documenti e della giurisprudenza dell’Unione Europea, ma anche attraverso l’analisi delle sentenze della Corte EDU e delle decisioni del Comitato Economico e sociale europeo, chiamato a vigilare sull’attuazione della Carta sociale europea - per cercare di comprendere se e come l’ordinamento europeo incida sull’ampiezza della tutela della salute che gli Stati membri garantiscono o devono garantire agli immigrati. In relazione all’Unione Europea, dallo scritto emerge innanzitutto come gli interventi a supporto degli Stati, finalizzati favorire il pieno godimento del diritto alla salute da parte degli immigrati, scontino la debolezza delle competenze normative (meramente “di sostegno”) attribuite alle Istituzioni europee, sia in materia sanitaria che in materia di integrazione dei cittadini degli Stati terzi; inoltre, a rendere poco incisive le misure di protezione della salute dei migranti messe in atto dall’UE, contribuisce anche il forte condizionamento esercitato su di esse dalla disciplina che regola l’ingresso in Europa dei cittadini di paesi terzi: le molteplici direttive europee adottate in tale materia determinano, infatti, differenti “status”, in base al tipo di permesso di soggiorno di cui sono titolari i cittadini extraeuropei, status che incidono anche sull’ampiezza dell’accesso ai sistemi sanitari nazionali. Quanto al ruolo svolto dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo ai fini della tutela del diritto alla salute dei migranti, il lavoro evidenzia come, nonostante alcune aperture volte ad estenderne l’ambito di tutela, la giurisprudenza della Corte Edu sia oscillante e testimoni i limiti derivanti dall’assenza di espliciti riferimenti ai diritti sociali nella Convenzione stessa. Un ruolo ben più incisivo potrebbe essere svolto dalla Carta Sociale Europea, che tuttavia –nonostante il grande impegno profuso dal Comitato per assicurarne il rispetto – risente significativamente delle limitazioni poste da molti Stati all’ambito soggettivo della sua applicazione. ----------------- The paper analyses the European legal framework – considered in a broad sense, which means not only examining EU policies and regulation, but also including European Court on Human Rights case law and European Committee on social Right’s decisions – to find out if and how it helps the Member States to increase the possibilities for migrants to access healthcare systems. Regarding health and migrants’ integration policies, the paper outlines how the effects of the European Union’s activity in that field is quite ineffective. The lack of effectiveness depend firstly on the (only) supporting competence given by the Treaties to the European Institutions to regulate both health and migrants integration. Secondly, the effectivity of EU policies enacted to help the Member States in strengthening the protection of migrants’ health is strongly affected by the different status connected to the residence permit held by third countries nationals. According to EU directives, the different kinds of stay permit may also determines the extent of the right of access to healthcare services. Regarding the decision of the HCHR, the study points out how uncertain is the guarantee of social rights based on a broadening interpretation of the Convention, which enshrines essentially human rights and rights of freedom. Lastly, migrants’ right to health could find a better protection based on the European Social Card. Despite the important result achieved by the Committee charged for the control on its respect, the limits put by the State to the subjective scope of the Card leave migrants in many cases out of its field of application.File | Dimensione | Formato | |
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