Guido Canella ristrutturazione del Palazzo di Giustizia ad Ancona 1975-1989 Dentro un fragile “resto”; Guido Canella: restoration of the Palace of Justice in Ancona, 1975-1989 Inside a fragile "ruin"

Chiamato ad occuparsi della ristrutturazione del Palazzo di Giustizia di Ancona, Guido Canella inserisce all'interno di un fragile “resto”, tenacemente conservato, un’altra architettura, una nuova misura che corre dentro la scatola muraria restaurata del palazzo ottocentesco. Internamente una piazza coperta, dal carattere urbano, in quota sulla quale si affacciano gli uffici giudiziari e le aule dell’ultimo livello. Il saggio esplora, attraverso il filtro della coerente ricerca progettuale e teorica del Maestro, le vicende che determinano la definizione del delicato intervento di recupero e trasformazione di un Palazzo ridotto in rovina dal terremoto all'interno del centro storico. Per questo motivo il lavoro di Ancona è singolare e di grande interesse, poiché Canella è invitato a confrontarsi con il tessuto antico, seppur lacerato, della città marchigiana, dove le architetture si sono affiancate senza soluzione di continuità a definire uno scenario ricco di linguaggi, e dovrà farlo intervenendo materialmente su una fabbrica architettonica esistente. La “rinuncia” di Canella alla costruzione di un nuovo edificio, occasione che avrebbe consentito di incidere maggiormente la scena urbana, è forse ascrivibile a «l’idea di un’architettura come impegno civile» che antepone l’impegno dell’architetto nei confronti della società, rispetto ad un velleitario “esibizionismo” formale e linguistico al quale caparbiamente non si abbandona. Il saggio si inserisce in una ricerca sull'opera teorica e progettuale di Mastri che a partire dal secondo dopoguerra hanno contribuito a delineare l'identità dell'architettura italiana. Appointed for carrying out the restoration of the Palace of Justice in Ancona, Guido Canella inserts, inside a fragile yet tenaciously preserved “ruin”, another architecture, a new measure set within the restored walls of the 19th century palace. On the inside a covered square with urban features overlooked from above by the courtrooms and other judiciary offices. The essay explores, through the filter of the Maestro's coherent design and theoretical research, the events that determined the definition of the delicate intervention of recovery and transformation of a palace reduced to ruins by the earthquake in the historic centre. The essay explores, through the filter of the Maestro's coherent design and theoretical research, the events that determined the definition of the delicate intervention of recovery and transformation of a palace reduced to ruin by the earthquake in the historic centre. It is for this reason that the work undertaken in Ancona is unique and of great interest, since Canella enters into a dialogue with the ancient fabric, however torn, of the city, where architectural structures accumulated side by side uninterruptedly, thus creating a scenario that is linguistically rich, and does so by intervening on an existing building. Canella’s decision to “relinquish” the possibility of constructing a new building, which would have given him a greater opportunity to leave a mark on the city, is perhaps due to the «idea of architecture as a social commitment»6 which places the duty of the architect towards society before any fanciful formal and linguistic “exhibitionism”. The essay is part of a research on the theoretical and design work of Mastri who, starting after World War II, contributed to delineating the identity of Italian architecture.