Il contributo indaga la difficile nascita del Teatro Club nell’annus mirabilis 1957 e fa luce sulle ragioni che ispirarono la sua creazione e il suo sviluppo. Si sofferma sulle scelte culturali della coppia Guerrieri-d’Arbeloff, tese all’emancipazione del teatro dallo stato di arte elitaria, chiuso in spazi confezionati e appannaggio della grande e media borghesia e dei suoi riti identitarii, alla sua democratizzazione e alla sua diffusione in ogni strato sociale e generazionale. Tratteggia le rare qualità di Gerardo Guerrieri, utopista e umanista geniale, acuminato critico, esigente lettore, storico informato in grado di padroneggiare tutti i media allora conosciuti (radio tv cinema editoria, oltre al teatro) e di disseminare l’importanza del teatro ben oltre i confini nazionali. Il contributo ricostruisce il ruolo determinante svolto dal centro teatrale romano, alternativo rispetto alla politica culturale dei primi, neonati teatri stabili, che, nel disegnare cartelloni sperimentali, puntava sulla scoperta di orizzonti teatrali fino ad allora inediti. In un confronto serrato con il teatro europeo di tradizione (la Comédie-Française, la Shakespeare Company, il Deutsches Theater) e le avanguardie teatrali, giunse in Italia per il suo tramite il cosiddetto Nuovo teatro, una lunga teoria di insuperati artisti: il Living Theatre, Peter Brook, Antoine Vitez, Tadeusz Kantor, Peter Stein, Eugenio Barba, prima e durante gli anni caldi del movimento studentesco, mentre al varco del ’68 una intera generazione andava alla ricerca di nuovi miti. This study analyzes the difficult birth of Teatro Club in 1957 and provides the reasons that inspires its creation and developement. It pauses on cultural choices of the Guerrieri-D’Arbeloff couple, that brings theatre from an elitarian condition of an art just for middle classes as a ritual in closed spaces, to its democratisation and diffusion in every social class and generation. It traces the rare exceptional qualities of Gerardo Guerrieri, a genial utopist and humanist, a smart critic and an exigent reader, but also a learned historian that control all the known media (radio tv cinema publishing, besides theatre) and that brings the importance of theatre beyond the borders of the Nation. The text looks over the importance of Rome situation in theatre: the capital city builds an alternative way to the cultural politics of new borned ‘Teatri stabili’ with an experimental programme based on the discovery of the new theatrical scene. Looking at the traditional european theatre (the Comédie-Française, the Shakespeare Company and the Deutsches Theater) and at the avantgarde, Guerrieri could brings in Italy the New theatre, with unmatched artists, such as Living Theatre, Peter Brook, Antoine Vitez, Tadeusz Kantor, Peter Stein, Eugenio Barba, before and during the years of student movement, while the whole ’68 generation where searching for new ideals.

L'uomo con la macchina da spettacolo. Epifanie 'guerriere' nel Teatro Club e oltre / Teresa, Megale. - In: BIBLIOTECA TEATRALE. - ISSN 0045-1959. - STAMPA. - 121-122:(2017), pp. 103-120.

L'uomo con la macchina da spettacolo. Epifanie 'guerriere' nel Teatro Club e oltre

Teresa Megale
2017

Abstract

Il contributo indaga la difficile nascita del Teatro Club nell’annus mirabilis 1957 e fa luce sulle ragioni che ispirarono la sua creazione e il suo sviluppo. Si sofferma sulle scelte culturali della coppia Guerrieri-d’Arbeloff, tese all’emancipazione del teatro dallo stato di arte elitaria, chiuso in spazi confezionati e appannaggio della grande e media borghesia e dei suoi riti identitarii, alla sua democratizzazione e alla sua diffusione in ogni strato sociale e generazionale. Tratteggia le rare qualità di Gerardo Guerrieri, utopista e umanista geniale, acuminato critico, esigente lettore, storico informato in grado di padroneggiare tutti i media allora conosciuti (radio tv cinema editoria, oltre al teatro) e di disseminare l’importanza del teatro ben oltre i confini nazionali. Il contributo ricostruisce il ruolo determinante svolto dal centro teatrale romano, alternativo rispetto alla politica culturale dei primi, neonati teatri stabili, che, nel disegnare cartelloni sperimentali, puntava sulla scoperta di orizzonti teatrali fino ad allora inediti. In un confronto serrato con il teatro europeo di tradizione (la Comédie-Française, la Shakespeare Company, il Deutsches Theater) e le avanguardie teatrali, giunse in Italia per il suo tramite il cosiddetto Nuovo teatro, una lunga teoria di insuperati artisti: il Living Theatre, Peter Brook, Antoine Vitez, Tadeusz Kantor, Peter Stein, Eugenio Barba, prima e durante gli anni caldi del movimento studentesco, mentre al varco del ’68 una intera generazione andava alla ricerca di nuovi miti. This study analyzes the difficult birth of Teatro Club in 1957 and provides the reasons that inspires its creation and developement. It pauses on cultural choices of the Guerrieri-D’Arbeloff couple, that brings theatre from an elitarian condition of an art just for middle classes as a ritual in closed spaces, to its democratisation and diffusion in every social class and generation. It traces the rare exceptional qualities of Gerardo Guerrieri, a genial utopist and humanist, a smart critic and an exigent reader, but also a learned historian that control all the known media (radio tv cinema publishing, besides theatre) and that brings the importance of theatre beyond the borders of the Nation. The text looks over the importance of Rome situation in theatre: the capital city builds an alternative way to the cultural politics of new borned ‘Teatri stabili’ with an experimental programme based on the discovery of the new theatrical scene. Looking at the traditional european theatre (the Comédie-Française, the Shakespeare Company and the Deutsches Theater) and at the avantgarde, Guerrieri could brings in Italy the New theatre, with unmatched artists, such as Living Theatre, Peter Brook, Antoine Vitez, Tadeusz Kantor, Peter Stein, Eugenio Barba, before and during the years of student movement, while the whole ’68 generation where searching for new ideals.
2017
121-122
103
120
Teresa, Megale
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