Saggio contenuto all'interno del numero monografico "I cattolici nella fabbrica del cinema e dei media: produzione, opere, protagonisti (1940-1970)" a cura di Raffaele De Berti. La rivista “Schermi. Storia e cultura del cinema e dei media in Italia” è Open Access, soggetta a doppio referaggio (con almeno un revisore esterno alla redazione) e alla supervisione di un comitato scientifico internazionale. L’impatto, i legami e l’influenza della cultura cattolica sulle trasmissioni televisive, in particolare italiane, sono un ambito da tempo studiato e ampiamente documentato nei suoi aspetti soprattutto istituzionali – con un’attenzione ai legami tra il governo del sistema radiotelevisivo e le strategie di comunicazione di area cattolica – e contenutistici – con il rilevo degli interventi progettuali o censorii sulla programmazione generale e sulle singole trasmissioni. Tuttavia lo studio delle caratteristiche della comunicazione televisiva religiosa è un ambito del tutto inesplorato. Se una certa attenzione è stata riservata alla comunicazione filmica religiosa attestata in quegli stessi anni – da Roberto Rossellini a Romolo Marcellini o Pier Paolo Pasolini – nessuna attenzione è stata dedicata a come effettivamente siano ideate, costruite, program¬mate e coordinate le singole trasmissioni religiose della televisione pubblica italiana. Il saggio dunque affronta per la prima volta un argomento ancora in gran parte sconosciuto, fronteggiando inoltre la difficile reperibilità di queste trasmissioni (in una fase in cui la registrazione dei programmi televisivi era fortemente limitata), esaminate a partire dai materiali superstiti conservati negli archivi Rai ma anche dalla ricostruzione resa possibile grazie all’indagine sui paratesti e sulla pubblicistica dell’epoca. Vengono dunque analizzate le trasmissioni religiose della televisio¬ne italiana tra il 1954 e il primi anni ‘70, con particolare attenzione al vero e proprio divismo scatenato dalle rubriche televisive di Padre Mariano (al secolo Paolo Roasenda). Il saggio prende in esame non solo il forte incremento di queste particolari trasmissioni televisive e i contenuti ivi affrontati, quanto – con un approccio metodologico inedito nei Television Studies italiani – la complessa storia media¬le in cui si trovano inserite e alla forte consapevolezza che rivelano delle caratteristiche del linguaggio audiovisivo, della forza dell'immagine televisiva e della cultura visuale in cui essa si trova inserita. Essay contained in the monographic issue "Catholics in the cinema and media factory: production, works, protagonists (1940-1970)" edited by Raffaele De Berti. The journal “Schermi. Storia e cultura del cinema e dei media in Italia” is Open Access, subject to double peer reviews (with at least one external reviewer) and subject to the supervision of an international scientific committee. The impact, the links and the influence of Catholic culture on television broadcasts, particularly in Italy, have long been studied and widely documented especially in its institutional aspects - giving attention to the links between the government of the radio and television system and the communication strategies of the Catholic area - and in its contents – surveying the planning or censorship interventions on general scheduling and on individual broadcasts. However, the study of the characteristics of religious television communication is completely unexplored. If some attention was paid to religious films attested in those same years - from Roberto Rossellini to Romolo Marcellini or Pier Paolo Pasolini - no attention was paid to how individual religious broadcasts were actually conceived, built, programmed and coordinated in Italian public TV service. The essay therefore addresses for the first time a topic still largely unknown, also facing the difficult availability of these broadcasts (in a phase in which the TV recording was severely limited); it examines this field starting from the surviving materials preserved in the Rai archives. but also from the reconstruction made possible thanks to the investigation on the paratexts and on the publications of the time. The religious broadcasts of Italian television between 1954 and the early 1970s are therefore analyzed, with particular attention to the real stardom unleashed by the television programs by Father Mariano (aka Paolo Roasenda). The essay examines not only the strong increase of these particular TV broadcasts and the contents addressed therein, but - with a methodological approach unpublished in Italian Television Studies - the complex media history in which they are involved and the strong awareness they reveal of specific audiovisual language, of the strength of the TV image and of the visual culture in which it is inserted.
L'immagine della fede sul piccolo schermo. Le rubriche religiose televisive / paola valentini. - In: SCHERMI. - ISSN 2532-2486. - ELETTRONICO. - 1:(2017), pp. 193-216.
L'immagine della fede sul piccolo schermo. Le rubriche religiose televisive
paola valentini
2017
Abstract
Saggio contenuto all'interno del numero monografico "I cattolici nella fabbrica del cinema e dei media: produzione, opere, protagonisti (1940-1970)" a cura di Raffaele De Berti. La rivista “Schermi. Storia e cultura del cinema e dei media in Italia” è Open Access, soggetta a doppio referaggio (con almeno un revisore esterno alla redazione) e alla supervisione di un comitato scientifico internazionale. L’impatto, i legami e l’influenza della cultura cattolica sulle trasmissioni televisive, in particolare italiane, sono un ambito da tempo studiato e ampiamente documentato nei suoi aspetti soprattutto istituzionali – con un’attenzione ai legami tra il governo del sistema radiotelevisivo e le strategie di comunicazione di area cattolica – e contenutistici – con il rilevo degli interventi progettuali o censorii sulla programmazione generale e sulle singole trasmissioni. Tuttavia lo studio delle caratteristiche della comunicazione televisiva religiosa è un ambito del tutto inesplorato. Se una certa attenzione è stata riservata alla comunicazione filmica religiosa attestata in quegli stessi anni – da Roberto Rossellini a Romolo Marcellini o Pier Paolo Pasolini – nessuna attenzione è stata dedicata a come effettivamente siano ideate, costruite, program¬mate e coordinate le singole trasmissioni religiose della televisione pubblica italiana. Il saggio dunque affronta per la prima volta un argomento ancora in gran parte sconosciuto, fronteggiando inoltre la difficile reperibilità di queste trasmissioni (in una fase in cui la registrazione dei programmi televisivi era fortemente limitata), esaminate a partire dai materiali superstiti conservati negli archivi Rai ma anche dalla ricostruzione resa possibile grazie all’indagine sui paratesti e sulla pubblicistica dell’epoca. Vengono dunque analizzate le trasmissioni religiose della televisio¬ne italiana tra il 1954 e il primi anni ‘70, con particolare attenzione al vero e proprio divismo scatenato dalle rubriche televisive di Padre Mariano (al secolo Paolo Roasenda). Il saggio prende in esame non solo il forte incremento di queste particolari trasmissioni televisive e i contenuti ivi affrontati, quanto – con un approccio metodologico inedito nei Television Studies italiani – la complessa storia media¬le in cui si trovano inserite e alla forte consapevolezza che rivelano delle caratteristiche del linguaggio audiovisivo, della forza dell'immagine televisiva e della cultura visuale in cui essa si trova inserita. Essay contained in the monographic issue "Catholics in the cinema and media factory: production, works, protagonists (1940-1970)" edited by Raffaele De Berti. The journal “Schermi. Storia e cultura del cinema e dei media in Italia” is Open Access, subject to double peer reviews (with at least one external reviewer) and subject to the supervision of an international scientific committee. The impact, the links and the influence of Catholic culture on television broadcasts, particularly in Italy, have long been studied and widely documented especially in its institutional aspects - giving attention to the links between the government of the radio and television system and the communication strategies of the Catholic area - and in its contents – surveying the planning or censorship interventions on general scheduling and on individual broadcasts. However, the study of the characteristics of religious television communication is completely unexplored. If some attention was paid to religious films attested in those same years - from Roberto Rossellini to Romolo Marcellini or Pier Paolo Pasolini - no attention was paid to how individual religious broadcasts were actually conceived, built, programmed and coordinated in Italian public TV service. The essay therefore addresses for the first time a topic still largely unknown, also facing the difficult availability of these broadcasts (in a phase in which the TV recording was severely limited); it examines this field starting from the surviving materials preserved in the Rai archives. but also from the reconstruction made possible thanks to the investigation on the paratexts and on the publications of the time. The religious broadcasts of Italian television between 1954 and the early 1970s are therefore analyzed, with particular attention to the real stardom unleashed by the television programs by Father Mariano (aka Paolo Roasenda). The essay examines not only the strong increase of these particular TV broadcasts and the contents addressed therein, but - with a methodological approach unpublished in Italian Television Studies - the complex media history in which they are involved and the strong awareness they reveal of specific audiovisual language, of the strength of the TV image and of the visual culture in which it is inserted.File | Dimensione | Formato | |
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