Corporate governance e doveri di informazione nella crisi d'impresa

Il saggio esamina i doveri di informazione degli organi sociali (e, in primo luogo, tra organi sociali) alla luce delle convergenti indicazioni offerte dalla più recente evoluzione del diritto societario, da un lato, e del diritto della crisi, dall’altro. La predisposizione di adeguati flussi informativi viene a tal fine inquadrata nell’ambito del generale dovere di dotare l’impresa societaria di una struttura organizzativa in grado di cogliere quei segnali di difficoltà, di crescente tensione finanziaria e di aggravamento degli indici di rischio che caratterizzano la delicata fase che si colloca in un’area intermedia tra impresa in normali condizioni di esercizio e impresa in condizioni di crisi conclamata, seppure ancora reversibile (c.d. «twilight zone»). Il fenomeno viene esaminato nella prospettiva della evoluzione che la disciplina registra nello scenario italiano, internazionale ed europeo, alla luce della riforma societaria e fallimentare, con particolare attenzione ai doveri di corretta gestione societaria e imprenditoriale che informano le realtà di gruppo, considerando i doveri relativi alla prevenzione e alla composizione delle crisi di gruppo ed il ruolo – e connessa responsabilità – che gravano sulla società capogruppo in ipotesi di crisi delle società controllate. La trattazione si conclude con l’esame del compito affidato all’organo di controllo delle singole società in crisi e della holding nei casi di crisi o insolvenza di gruppo (e nel gruppo), prefigurando una possibile valorizzazione del ruolo di garanzia di sindaci e revisori nella delicata fase di accertamento della crisi dell’impresa.