La contemporaneità è segnata da una riscoperta del ruolo delle reti ambientali, dei percorsi ciclabili e pedonali, degli spazi aperti e del trasporto di massa, come condizione per redistribuire il capitale spaziale, per incrementare la resilienza del sistema insediativo, per ripristinare la continuità tra diversi sistemi ecologici e per incrementa-re la pluralità dei modi di praticare lo spazio (Alexander et al., 1977; Donini, 2008; La Cecla, 2014; Magris, 2005; Jacobs, 1961; Gehl, 1987; Salingaros, 2005; Secchi, 2014). Emerge, dunque, la questione delle discontinuità determinate dalle reti primarie e di distribuzione e dagli elementi discreti che le costituiscono (Pavia, 2015, Secchi, 2005; 2014, Bianchetti, 2014). Questa questione interseca la critica ad alcune figure su cui si fonda l’articolazione delle reti e la ricerca di metafore e di paradigmi alternativi (Ventura, 1989; Magnani, Val, 1989; Magnani, 2005; Pope, 1996; Viganò, 2010). Emerge, dunque, una istanza di domesticazione dei grandi canali viari (Secchi, 2005; Donini, 2008). Questa istanza sempre più spesso si esprime in interventi di trasforma-zione di grandi vie di comunicazione o di loro parti in spazi pedonali multifunzionali. Questi interventi, quando modificano le gerarchie su cui si fondano l’articolazione delle reti della mobilità e le relazioni tra forme del movimento diverse, determinano condizioni di minore funzionalità del sistema della mobilità: le strategie di pedonalizzazione non sono state compiutamente definite entro un sistema teorico coerente, capace di stabilirne i criteri fondamentali, le condizioni e le modalità di implementa-zione. Questo articolo si propone di evidenziare come la gerarchia sia condizione fonda-mentale di alcune proprietà desiderabili dei sistemi della mobilità: la coerenza, la leggibilità, l’inter-connettività delle reti e la sicurezza e la fluidità della circolazione (Jiang, 2009; Marshall, 2005; 2014; Salingaros, 2005; Xie, Levinson, 2007; Yerra, Levinson, 2005). Inoltre, l’articolo inferisce dalle condizioni della gerarchia un metodo qualitativo di controllo e verifica del progetto degli interventi di pedonalizzazione. L’articolo si compone di tre sezioni; la prima definisce la gerarchia, riferendola allo studio delle reti della mobilità, e ne individua le condizioni fondamentali; lo scopo è dimostrare che la gerarchia è condizione di alcune proprietà desiderabili di una rete; la seconda sezione individua la causa della discontinuità delle reti minori e propone una gerarchia dei modi del movimento in funzione delle velocità, come criterio per definire le relazioni tra modi di trasporti diversi lungo un percorso; la terza sezione descrive un metodo analitico qualitativo, fondato sulle condizioni della gerarchia, e ne descrive l’impiego come strumento di verifica di un caso studio, la trasformazione di una arteria stradale in spazio pedonale. Le conclusioni, infine, riprendono i risultati delle sezioni precedenti e ne considerano la validità come criteri per l’ implementazione degli interventi di trasformazione di segmenti della rete viaria.

Il mito della pedonalizzazione o le verità della gerarchia / Alfonso Annunziata; Carlo Pisano. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 2239-4222. - ELETTRONICO. - 272 s.i.:(2017), pp. 557-562.

Il mito della pedonalizzazione o le verità della gerarchia

Carlo Pisano
2017

Abstract

La contemporaneità è segnata da una riscoperta del ruolo delle reti ambientali, dei percorsi ciclabili e pedonali, degli spazi aperti e del trasporto di massa, come condizione per redistribuire il capitale spaziale, per incrementare la resilienza del sistema insediativo, per ripristinare la continuità tra diversi sistemi ecologici e per incrementa-re la pluralità dei modi di praticare lo spazio (Alexander et al., 1977; Donini, 2008; La Cecla, 2014; Magris, 2005; Jacobs, 1961; Gehl, 1987; Salingaros, 2005; Secchi, 2014). Emerge, dunque, la questione delle discontinuità determinate dalle reti primarie e di distribuzione e dagli elementi discreti che le costituiscono (Pavia, 2015, Secchi, 2005; 2014, Bianchetti, 2014). Questa questione interseca la critica ad alcune figure su cui si fonda l’articolazione delle reti e la ricerca di metafore e di paradigmi alternativi (Ventura, 1989; Magnani, Val, 1989; Magnani, 2005; Pope, 1996; Viganò, 2010). Emerge, dunque, una istanza di domesticazione dei grandi canali viari (Secchi, 2005; Donini, 2008). Questa istanza sempre più spesso si esprime in interventi di trasforma-zione di grandi vie di comunicazione o di loro parti in spazi pedonali multifunzionali. Questi interventi, quando modificano le gerarchie su cui si fondano l’articolazione delle reti della mobilità e le relazioni tra forme del movimento diverse, determinano condizioni di minore funzionalità del sistema della mobilità: le strategie di pedonalizzazione non sono state compiutamente definite entro un sistema teorico coerente, capace di stabilirne i criteri fondamentali, le condizioni e le modalità di implementa-zione. Questo articolo si propone di evidenziare come la gerarchia sia condizione fonda-mentale di alcune proprietà desiderabili dei sistemi della mobilità: la coerenza, la leggibilità, l’inter-connettività delle reti e la sicurezza e la fluidità della circolazione (Jiang, 2009; Marshall, 2005; 2014; Salingaros, 2005; Xie, Levinson, 2007; Yerra, Levinson, 2005). Inoltre, l’articolo inferisce dalle condizioni della gerarchia un metodo qualitativo di controllo e verifica del progetto degli interventi di pedonalizzazione. L’articolo si compone di tre sezioni; la prima definisce la gerarchia, riferendola allo studio delle reti della mobilità, e ne individua le condizioni fondamentali; lo scopo è dimostrare che la gerarchia è condizione di alcune proprietà desiderabili di una rete; la seconda sezione individua la causa della discontinuità delle reti minori e propone una gerarchia dei modi del movimento in funzione delle velocità, come criterio per definire le relazioni tra modi di trasporti diversi lungo un percorso; la terza sezione descrive un metodo analitico qualitativo, fondato sulle condizioni della gerarchia, e ne descrive l’impiego come strumento di verifica di un caso studio, la trasformazione di una arteria stradale in spazio pedonale. Le conclusioni, infine, riprendono i risultati delle sezioni precedenti e ne considerano la validità come criteri per l’ implementazione degli interventi di trasformazione di segmenti della rete viaria.
2017
272 s.i.
557
562
Alfonso Annunziata; Carlo Pisano
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