Con il d.lgs. n. 28 del 2015 è stato introdotto nel sistema penale "comune" l'istituto della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). che comporta la non punibilità di reati che in concreto risultano particolarmente esigui sul piano del disvalore oggettivo. Se da un lato è difficile prevedere l'accoglienza che avrà nella prassi, dall'altro lato risulta però certo che un'applicazione rigorosamente funzionale di tale istituto necessita della consapevolezza culturale che la valutazione di tenuità è strettamente connessa al disvalore del singolo episodio concreto. Ed infatti, esclusa la ratia di deflazione processuale che lo ridurrebbe a un mero beneficio ed escluse eventuali resistenze ad applicarla nel timore di abdicare ad una risposta sanzionatoria da parte dello Stato, la particolare tenuità del fatto è diretta a dare piena attuazione ai principi di "extrema ratio" e proporzione della pena, vale a dire ad escludere la pena rispetto a fatti che in ragione del loro scarso disvalore in concreto non la meritano. In questa prospettiva, poiché la sua applicazione, a differenza della depenalizzazione c.d. in astratto, avviene sotto la pressione di interessi - per così dire - esterni al disvalore del singolo episodio criminoso (si pensi ad esempio alle istanze di prevenzione generale derivanti dalla permanenza della punibilità in astratto della fattispecie criminosa). per un coerente impiego dell'istituto si dovrà fare tutto il possibile per non lasciarsi condizionare dalla pressione di tali interessi "esterni".

L'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto / Bartoli Roberto. - In: DIRITTO PENALE E PROCESSO. - ISSN 1591-5611. - STAMPA. - (2015), pp. 659-671.

L'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto

Bartoli Roberto
2015

Abstract

Con il d.lgs. n. 28 del 2015 è stato introdotto nel sistema penale "comune" l'istituto della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). che comporta la non punibilità di reati che in concreto risultano particolarmente esigui sul piano del disvalore oggettivo. Se da un lato è difficile prevedere l'accoglienza che avrà nella prassi, dall'altro lato risulta però certo che un'applicazione rigorosamente funzionale di tale istituto necessita della consapevolezza culturale che la valutazione di tenuità è strettamente connessa al disvalore del singolo episodio concreto. Ed infatti, esclusa la ratia di deflazione processuale che lo ridurrebbe a un mero beneficio ed escluse eventuali resistenze ad applicarla nel timore di abdicare ad una risposta sanzionatoria da parte dello Stato, la particolare tenuità del fatto è diretta a dare piena attuazione ai principi di "extrema ratio" e proporzione della pena, vale a dire ad escludere la pena rispetto a fatti che in ragione del loro scarso disvalore in concreto non la meritano. In questa prospettiva, poiché la sua applicazione, a differenza della depenalizzazione c.d. in astratto, avviene sotto la pressione di interessi - per così dire - esterni al disvalore del singolo episodio criminoso (si pensi ad esempio alle istanze di prevenzione generale derivanti dalla permanenza della punibilità in astratto della fattispecie criminosa). per un coerente impiego dell'istituto si dovrà fare tutto il possibile per non lasciarsi condizionare dalla pressione di tali interessi "esterni".
2015
659
671
Bartoli Roberto
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1129546
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact