Potere, soggettività e immagini del mondo

Il contributo punta di tratteggiare una fenomenologia elementare e una ontologia minima del potere, analizzando, in una prospettiva latamente realista, alcune forme elementari e alcune caratteristiche invarianti delle relazioni di potere. La tesi di fondo è quella della dipendenza delle relazioni di potere da fattori soggettivi, e, più in particolare, da quella costellazione di credenze, significati, passioni che definisce la fisionomia di una determinata forma di soggettività. Per comprendere, anche dal punto di vista genealogico, la relazione fra soggettività e forme di potere farò ricorso, sulla scia di Weber e Blumenberg, alla nozione di immagine del mondo (Weltbild): a quell’insieme più o meno coerente di credenze, di assunti cognitivi su ‘come è fatto il mondo’ (l’uomo, la storia, la natura, la società) che svolgono una fondamentale funzione di orientamento pratico, definendo il frame all’interno del quale gli individui interpretano se stessi, strutturano i propri desideri e le proprie aspettative, elaborano le proprie rappresentazioni di ciò che è necessario e di ciò che è possibile, danno forma alle proprie idee di giustizia, progettano le proprie strategie. L’attivazione di relazioni di potere non è legata, quindi, alla disuguaglianza quantitativa dei poteri, ma alla diversità dei desideri e alle rappresentazioni sullo stato del mondo. Le relazioni di potere hanno un prerequisito soggettivo che le sottrae al dominio della mera logica della quantità. The contribution aims to outline an elementary phenomenology and a minimal ontology of power, analyzing, in a realistic perspective in a broad sense, some elementary forms and some invariant features of power relations. The main thesis is that of the dependence of power relations on subjective factors and, more particularly, on that constellation of beliefs, meanings, passions that defines the physionomy of a certain form of subjectivity. To understand, also from the genealogical point of view, the relationship between subjectivity and forms of power will be used, in the wake of Weber and Blumenberg, the notion of world view (Weltbild): that series of beliefs, more or less coherent, cognitive assumptions on "how the world is made" (man, history, nature, society) which play a fundamental function of practical orientation, defining the framework within which individuals interpret themselves, structure their own desires and expectations, elaborate their representations of what is necessary and what is possible, forms their ideas of justice, plans their strategies. The activation of power relations is therefore not linked to the quantitative inequality of powers, but to the diversity of desires and representations on the state of the world. Power relations have a subjective prerequisite that takes them away from the mere logic of quantity.