Per uno storico dell’architettura parlare di luce e di illuminazione significa citare Vitruvio e il suo De Architectura. Corretto orientamento e disposizione per la migliore captazione della radiazione solare sono per Vitruvio i cardini del progetto di un edificio: la distribuzione funzionale degli spazi interni è legata alla luce ed alla “luce d’apertura”, cioè la luce provenente dalle porte/finestre (con “lumen” sene definisce l’ampiezza). Lo storico insiste poi sulla cultura Occidentale: la luce è nel mito di Prometeo, dall’immaginario simbolico, alla luce fatta di ombra ed oscurità del Medioevo, al Rinascimento con la “Pittura di luce” fatta di luce e colore e colore della luce nelle profondità, forme e “prospettive aeree”, fino alla luce artificiale della seconda metà dell’Ottocento da cui ha origine l’esplosione di architetture luminose e di espressioni artistiche e pittoriche del Moderno e delle Avanguardie. Su questo sfondo si introduce il Fisico che richiama la Relatività e la meccanica quantistica. Il Fisico evidenzia come lo spazio rappresentato, vissuto e costruito oggi, le tecniche e tecnologie di cui disponiamo, sarebbero impensabili, senza una riflessione sulle straordinarie proprietà fisiche della luce, la sua indipendenza dal sistema di riferimento dell’osservatore, la velocità di propagazione nel vuoto. Il legame e quindi la comunicazione tra Storico e Fisico sta proprio nella luce e nella sua capacità di trasmettere informazione e quindi di collegare soggetti con forme mentis ed approcci diversi. La luce difatti mette in moto processi di semiosi pur non rientrando in alcun sistema di significazione: non è un “testo”, è materia “imponderabile” e la sua sub-segnicità orienta le azioni, contribuisce alla comunicazione/trasmissione di pensieri, sentimenti e sensazioni, al ritmo circadiano, alle scelte nel fare. La luce, direbbe Pierce, è un representamen un segno che crea nella mente del soggetto che lo riceve, un segno equivalente, una rappresentazione mentale, l’idea posta nel confine tra sensorialità e cognizione. La luce è canale di comunicazione tra due soggetti con linguaggi differenti, divenendo interpretante del primo, trasmesso al secondo. La luce dà forma, senso e significato agli oggetti e agli spazi e li colora evidenziando luminosità, contrasto e brillantezza.

La Luce come Formante Plastico dell’Architettura. Scambio di riflessioni tra un fisico tecnico ed uno storico dell’architettura / Carla Balocco; Mauro Cozzi. - In: LUCE. - ISSN 1828-0560. - STAMPA. - 325:(2018), pp. 28-32.

La Luce come Formante Plastico dell’Architettura. Scambio di riflessioni tra un fisico tecnico ed uno storico dell’architettura

Carla Balocco
;
2018

Abstract

Per uno storico dell’architettura parlare di luce e di illuminazione significa citare Vitruvio e il suo De Architectura. Corretto orientamento e disposizione per la migliore captazione della radiazione solare sono per Vitruvio i cardini del progetto di un edificio: la distribuzione funzionale degli spazi interni è legata alla luce ed alla “luce d’apertura”, cioè la luce provenente dalle porte/finestre (con “lumen” sene definisce l’ampiezza). Lo storico insiste poi sulla cultura Occidentale: la luce è nel mito di Prometeo, dall’immaginario simbolico, alla luce fatta di ombra ed oscurità del Medioevo, al Rinascimento con la “Pittura di luce” fatta di luce e colore e colore della luce nelle profondità, forme e “prospettive aeree”, fino alla luce artificiale della seconda metà dell’Ottocento da cui ha origine l’esplosione di architetture luminose e di espressioni artistiche e pittoriche del Moderno e delle Avanguardie. Su questo sfondo si introduce il Fisico che richiama la Relatività e la meccanica quantistica. Il Fisico evidenzia come lo spazio rappresentato, vissuto e costruito oggi, le tecniche e tecnologie di cui disponiamo, sarebbero impensabili, senza una riflessione sulle straordinarie proprietà fisiche della luce, la sua indipendenza dal sistema di riferimento dell’osservatore, la velocità di propagazione nel vuoto. Il legame e quindi la comunicazione tra Storico e Fisico sta proprio nella luce e nella sua capacità di trasmettere informazione e quindi di collegare soggetti con forme mentis ed approcci diversi. La luce difatti mette in moto processi di semiosi pur non rientrando in alcun sistema di significazione: non è un “testo”, è materia “imponderabile” e la sua sub-segnicità orienta le azioni, contribuisce alla comunicazione/trasmissione di pensieri, sentimenti e sensazioni, al ritmo circadiano, alle scelte nel fare. La luce, direbbe Pierce, è un representamen un segno che crea nella mente del soggetto che lo riceve, un segno equivalente, una rappresentazione mentale, l’idea posta nel confine tra sensorialità e cognizione. La luce è canale di comunicazione tra due soggetti con linguaggi differenti, divenendo interpretante del primo, trasmesso al secondo. La luce dà forma, senso e significato agli oggetti e agli spazi e li colora evidenziando luminosità, contrasto e brillantezza.
2018
325
28
32
Carla Balocco; Mauro Cozzi
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