Attraverso 4 esempi, il saggio affronta il tema dei funerali dei militanti della lotta armata rimasti uccisi in scontri con la polizia, ne ricostruisce le modalità, la partecipazione e le reazioni, confermando i riti funebri come momenti politicamente sensibili, utili a comprendere la lacerazione prodotta dagli di piombo; e a riflettere sul significato attribuito alla morte (e quindi alla vita) nel momento in cui il secolo breve volge al tramonto. L’interesse per il tema appare tanto più giustificato per un periodo come gli anni ’70 italiani, nel quale la violenza politica e l’eversione armata, sia di destra che di sinistra, raggiungono livelli imparagonabili al resto d’Europa, per durata, intensità e radicamento sociale, rovesciando sulla società italiana un carico di lutto che penetra nella vita quotidiana del paese e pone la morte, nella sua versione violenta e politicamente motivata, al centro della vita pubblica. I funerali degli anni di piombo, in quanto espressioni rituali di questo lutto collettivo, costituiscono un punto di osservazione assai suggestivo, in grado di dire molto della società italiana degli anni ’70, in un momento in cui si può parlare di irruzione o meglio di ritorno della morte, apparentemente e progressivamente bandita dopo il trauma della seconda guerra mondiale. Nei funerali dei militanti presi in esame riemergono tradizioni non omogenee, addirittura contrapposte che, mescolandosi tra loro ed esprimendo esigenze diverse dal passato, finiscono inevitabilmente per allontanarsi da quello che erano state, in un contesto nel quale le ideologie e i riferimenti identitari del ’900 cominciano a entrare in crisi. Nel loro intreccio di vecchio e nuovo, i rituali funerari sembrano cogliere al di là di ogni consapevolezza i cambiamenti in corso, i più sotterranei, restituendo i termini di un mondo in via di sparizione. In questo senso essi si rivelano un osservatorio prezioso dal quale la violenza politica e il terrorismo di sinistra appaiono il frutto, senz’altro uno dei più amari, della tormentata transizione italiana dalle certezze dell’età dell’oro, e più in generale del secolo breve, agli orizzonti politici e mentali che sarebbero stati definiti solo con la caduta del muro di Berlino.
"Ognuno pianga i suoi". Morte, riti funebri e lotta armata nell'Italia degli anni '70 / monica Galfre'. - In: MEMORIA E RICERCA. - ISSN 1127-0195. - STAMPA. - 2018:(2018), pp. 317-340.
"Ognuno pianga i suoi". Morte, riti funebri e lotta armata nell'Italia degli anni '70
monica Galfre'
2018
Abstract
Attraverso 4 esempi, il saggio affronta il tema dei funerali dei militanti della lotta armata rimasti uccisi in scontri con la polizia, ne ricostruisce le modalità, la partecipazione e le reazioni, confermando i riti funebri come momenti politicamente sensibili, utili a comprendere la lacerazione prodotta dagli di piombo; e a riflettere sul significato attribuito alla morte (e quindi alla vita) nel momento in cui il secolo breve volge al tramonto. L’interesse per il tema appare tanto più giustificato per un periodo come gli anni ’70 italiani, nel quale la violenza politica e l’eversione armata, sia di destra che di sinistra, raggiungono livelli imparagonabili al resto d’Europa, per durata, intensità e radicamento sociale, rovesciando sulla società italiana un carico di lutto che penetra nella vita quotidiana del paese e pone la morte, nella sua versione violenta e politicamente motivata, al centro della vita pubblica. I funerali degli anni di piombo, in quanto espressioni rituali di questo lutto collettivo, costituiscono un punto di osservazione assai suggestivo, in grado di dire molto della società italiana degli anni ’70, in un momento in cui si può parlare di irruzione o meglio di ritorno della morte, apparentemente e progressivamente bandita dopo il trauma della seconda guerra mondiale. Nei funerali dei militanti presi in esame riemergono tradizioni non omogenee, addirittura contrapposte che, mescolandosi tra loro ed esprimendo esigenze diverse dal passato, finiscono inevitabilmente per allontanarsi da quello che erano state, in un contesto nel quale le ideologie e i riferimenti identitari del ’900 cominciano a entrare in crisi. Nel loro intreccio di vecchio e nuovo, i rituali funerari sembrano cogliere al di là di ogni consapevolezza i cambiamenti in corso, i più sotterranei, restituendo i termini di un mondo in via di sparizione. In questo senso essi si rivelano un osservatorio prezioso dal quale la violenza politica e il terrorismo di sinistra appaiono il frutto, senz’altro uno dei più amari, della tormentata transizione italiana dalle certezze dell’età dell’oro, e più in generale del secolo breve, agli orizzonti politici e mentali che sarebbero stati definiti solo con la caduta del muro di Berlino.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.