Sino all’apertura della Scala di Spalato su spinta veneziana, i mercanti ragusei predominarono nei commerci dell’interno balcanico, di cui sfruttarono ampiamente le risorse, assai ambite dagli operatori occidentali. Il commercio dell’argento, ma anche della cera, del cremisi, dei cavalli, delle pelli e del piombo dei Balcani divennero predominio dei mercanti della città di San Biagio, il cui successo in quei territori fu sicuramente dovuto anche alla maggiore vicinanza della lingua, degli stili, degli usi, dei costumi e della cultura. I mercanti e le compagnie occidentali, anche quelle veneziane, faticarono invece ad avere un ruolo importante e dovettero appoggiarsi agli operatori ragusei, spesso adattando i propri strumenti e tecniche commerciali. Sino ad ora il ruolo dei mercanti ragusei nel commercio balcanico è stato prevalentemente studiato attraverso la ricchissima documentazione notarile presente nell’archivio di Dubrovnik. Con questo nostro intervento intendiamo invece offrire un punto di vista diverso, quello che emerge dai registri e dalle carte degli operatori toscani, in particolare fiorentini, che ebbero intensi rapporti con la città dalmata fra il XV e il XVII secolo. Si tratta dell’avvio di un lungo e intenso progetto di ricerca che parte dall’analisi delle carte dei Cambini e dei Salviati, ma che si propone di passare in rassegna i documenti, ancora conservati negli archivi, di numerosi altri mercanti e compagnie toscane coinvolti in questi traffici.
Il ruolo dei registri contabili fiorentini nello studio del commercio raguseo fra XV e XVI secolo: note dall’Archivio Salviati / paola pinelli. - In: VJESNIK DALMATINSKIH ARHIVA. - ISSN 2757-0932. - STAMPA. - 1/2020:(2020), pp. 208-220.
Il ruolo dei registri contabili fiorentini nello studio del commercio raguseo fra XV e XVI secolo: note dall’Archivio Salviati
paola pinelli
2020
Abstract
Sino all’apertura della Scala di Spalato su spinta veneziana, i mercanti ragusei predominarono nei commerci dell’interno balcanico, di cui sfruttarono ampiamente le risorse, assai ambite dagli operatori occidentali. Il commercio dell’argento, ma anche della cera, del cremisi, dei cavalli, delle pelli e del piombo dei Balcani divennero predominio dei mercanti della città di San Biagio, il cui successo in quei territori fu sicuramente dovuto anche alla maggiore vicinanza della lingua, degli stili, degli usi, dei costumi e della cultura. I mercanti e le compagnie occidentali, anche quelle veneziane, faticarono invece ad avere un ruolo importante e dovettero appoggiarsi agli operatori ragusei, spesso adattando i propri strumenti e tecniche commerciali. Sino ad ora il ruolo dei mercanti ragusei nel commercio balcanico è stato prevalentemente studiato attraverso la ricchissima documentazione notarile presente nell’archivio di Dubrovnik. Con questo nostro intervento intendiamo invece offrire un punto di vista diverso, quello che emerge dai registri e dalle carte degli operatori toscani, in particolare fiorentini, che ebbero intensi rapporti con la città dalmata fra il XV e il XVII secolo. Si tratta dell’avvio di un lungo e intenso progetto di ricerca che parte dall’analisi delle carte dei Cambini e dei Salviati, ma che si propone di passare in rassegna i documenti, ancora conservati negli archivi, di numerosi altri mercanti e compagnie toscane coinvolti in questi traffici.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.