Questo inizio di XXI secolo sta mostrando un Canada allo stesso tempo vitale ed inquieto sul piano museal-expografico. Sono stati aperti in varie parti del paese molti centri culturali indigeni con i loro spazi museali autonomi. Quei “musei tribali” di cui Clifford alla fine degli anni ‘90 aveva offerto un assaggio sono dunque esplosi e i grandi “musei maggioritari” stanno manifestando grande inquietudine, cambiando nome ad esempio, ma anche più radicalmente impianti narrativi ed expografici. I più importanti musei d’arte del paese hanno iniziato ad includere nei loro spazi e nelle loro cornici retorico/narrative manufatti indigeni di epoca storica. Nel testo propongo di osservare l'inclusione di manufatti etnografici, ricategorizzati come opere d’arte, nella National Gallery of Canada alla luce del concetto di artificazione. Questo è a mio avviso da leggere come una delle forme che ha assunto il processo di decolonizzazione, avviato a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, degli spazi museali nei contesti post-coloniali. In particolare propongo di leggere i processi di spostamento e ricategorizzazione di materiali etnografici come una delle forme che ha assunto il più vasto processo di restituzione (della proprietà delle terre, delle storie, dei diritti di pesca e caccia, di repatriation degli oggetti e così via) alle comunità indigene.

Presenze/assenze/spostamenti / EMANUELA ROSSI. - In: ANTROPOLOGIA MUSEALE. - ISSN 1971-4815. - STAMPA. - 40-42:(2018), pp. 119-122.

Presenze/assenze/spostamenti

EMANUELA ROSSI
2018

Abstract

Questo inizio di XXI secolo sta mostrando un Canada allo stesso tempo vitale ed inquieto sul piano museal-expografico. Sono stati aperti in varie parti del paese molti centri culturali indigeni con i loro spazi museali autonomi. Quei “musei tribali” di cui Clifford alla fine degli anni ‘90 aveva offerto un assaggio sono dunque esplosi e i grandi “musei maggioritari” stanno manifestando grande inquietudine, cambiando nome ad esempio, ma anche più radicalmente impianti narrativi ed expografici. I più importanti musei d’arte del paese hanno iniziato ad includere nei loro spazi e nelle loro cornici retorico/narrative manufatti indigeni di epoca storica. Nel testo propongo di osservare l'inclusione di manufatti etnografici, ricategorizzati come opere d’arte, nella National Gallery of Canada alla luce del concetto di artificazione. Questo è a mio avviso da leggere come una delle forme che ha assunto il processo di decolonizzazione, avviato a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, degli spazi museali nei contesti post-coloniali. In particolare propongo di leggere i processi di spostamento e ricategorizzazione di materiali etnografici come una delle forme che ha assunto il più vasto processo di restituzione (della proprietà delle terre, delle storie, dei diritti di pesca e caccia, di repatriation degli oggetti e così via) alle comunità indigene.
2018
40-42
119
122
EMANUELA ROSSI
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