Il presente contributo è frutto della collaborazione tra Enti di ricerca (Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze e Centro di ricerca Foreste e Legno CREA-FL di Arezzo) e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Direzione Generale delle Foreste). Lo scopo è quello di fornire un quadro attuale della situazione del settore vivaistico forestale in Italia regolato dalla Direttiva Europea 1999/105/CE. L’importanza di un censimento all’attualità risiede nel fatto che l’attività vivaistica è storicamente stata soggetta ad alternanza di periodi di grande attività ad altri decisamente meno intensi. Per gran parte del secolo scorso, grazie alla fervente attività di rimboschimento ai fini del riassetto idrogeologico dell’Appennino centro meridionale e al frequente ricorso alla rinnovazione artificiale, si è assistito alla nascita e allo sviluppo di numerosi vivai che dovevano fornire il materiale d’impianto ai molti cantieri in attività. Negli anni ‘70 il fenomeno più significativo per il comparto vivaistico forestale nazionale è rappresentato dalla progressiva chiusura di molti vivai tanto che circa un decennio dopo, sotto l’impulso di contributi per l’imboschimento di terreni agricoli, si è manifestata palesemente l’inefficienza della vivaistica nazionale nel fare fronte alle nuove richieste. In vari report scientifici finalizzati a valutare l’esito di tali azioni di imboschimento si pone l’accento sul fatto che proprio la scarsa qualità del materiale forestale di riproduzione (MFR) sia stata una delle primarie cause dei frequenti fallimenti osservati. Attualmente la vivaistica forestale suscita interesse per destinazioni del postime di vivaio a nuove finalità di piantagione. Ad un più ridotto interesse per il rimboschimento tradizionale e ad un sempre maggior ricorso alla rinnovazione naturale dei soprassuoli forestali si contrappongono infatti nuove necessità tra le quali possiamo citare: arboricoltura da legno di nuova concezione (impianti policiclici), realizzazione di aree verdi periurbane, rinnovazione artificiale post taglio o evento catastrofico (incendio, tempesta di vento, ecc.), recupero ambientale, fasce alberate di protezione, ecc. Tali nuove esigenze comportano la necessità di innovare i sistemi produttivi per arrivare alla produzione e certificazione di materiali di propagazione di buona qualità, genetica e colturale. Se il ruolo della vivaistica forestale e dei MFR è fondamentale per la sostenibilità economica ed ecologica, esso lo sarà ancor più in relazione alla necessità di far fronte sul breve e sul lungo termine agli effetti del cambiamento climatico. L’indagine oggetto del presente contributo è stata realizzata basandosi su un questionario, inviato alle Regioni, al fine di ottenere informazioni, sia per il comparto pubblico sia per quello privato. Le domande hanno riguardato come principali tematiche: lo stato del recepimento, a livello regionale, della normativa vigente (D. Lgs. 386/03); le modalità di certificazione; il numero dei vivai attivi; l’entità del personale impiegato nell’attività vivaistica; il numero di piante in allevamento nella stagione 2018; il numero di piante concesse, nel 2017, sia ad Enti pubblici sia a privati; infine, sono state richieste informazioni sulle tipologie di intervento a cui il MFR è stato destinato. Parallelamente è stata condotta uno screening, Regione per Regione, delle informazioni immediatamente reperibili sul web. I risultati di questa indagine rappresentano una adeguata base di partenza, relativamente al settore vivaistico, per la redazione del Rapporto Nazionale sullo Stato delle Foreste (RAF Italia), individuato come strumento chiave per le politiche forestali nazionali nel quadro delle azioni di “Monitoraggio, statistiche, ricerca, formazione e informazione” previste dal Testo Unico in materia di Foreste e Filiere Forestali di cui al decreto legislativo 3 aprile 2018, n.34. La lettura critica delle evidenze messe in luce potrà essere particolarmente utile ai fini di un auspicabile futuro adeguamento delle produzioni vivaistiche a standard qualitativi elevati.
Indagine conoscitiva sulla consistenza del comparto vivaistico forestale nazionale - A survey on Italian forest nursery stock production / Alessandra Stefani, Enrico Pompei, Angela Farina, Alberto Manzo, Fulvio Ducci, Alberto Maltoni, Barbara Mariotti, Andrea Tani. - STAMPA. - (2018), pp. 394-396. (Intervento presentato al convegno IV Congresso Nazionale di Selvicoltura Il bosco: bene indispensabile per un presente vivibile e un futuro possibile tenutosi a Torino nel 5-9 Novembre 2018).
Indagine conoscitiva sulla consistenza del comparto vivaistico forestale nazionale - A survey on Italian forest nursery stock production
Alberto Maltoni;Barbara Mariotti
;Andrea Tani
2018
Abstract
Il presente contributo è frutto della collaborazione tra Enti di ricerca (Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze e Centro di ricerca Foreste e Legno CREA-FL di Arezzo) e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Direzione Generale delle Foreste). Lo scopo è quello di fornire un quadro attuale della situazione del settore vivaistico forestale in Italia regolato dalla Direttiva Europea 1999/105/CE. L’importanza di un censimento all’attualità risiede nel fatto che l’attività vivaistica è storicamente stata soggetta ad alternanza di periodi di grande attività ad altri decisamente meno intensi. Per gran parte del secolo scorso, grazie alla fervente attività di rimboschimento ai fini del riassetto idrogeologico dell’Appennino centro meridionale e al frequente ricorso alla rinnovazione artificiale, si è assistito alla nascita e allo sviluppo di numerosi vivai che dovevano fornire il materiale d’impianto ai molti cantieri in attività. Negli anni ‘70 il fenomeno più significativo per il comparto vivaistico forestale nazionale è rappresentato dalla progressiva chiusura di molti vivai tanto che circa un decennio dopo, sotto l’impulso di contributi per l’imboschimento di terreni agricoli, si è manifestata palesemente l’inefficienza della vivaistica nazionale nel fare fronte alle nuove richieste. In vari report scientifici finalizzati a valutare l’esito di tali azioni di imboschimento si pone l’accento sul fatto che proprio la scarsa qualità del materiale forestale di riproduzione (MFR) sia stata una delle primarie cause dei frequenti fallimenti osservati. Attualmente la vivaistica forestale suscita interesse per destinazioni del postime di vivaio a nuove finalità di piantagione. Ad un più ridotto interesse per il rimboschimento tradizionale e ad un sempre maggior ricorso alla rinnovazione naturale dei soprassuoli forestali si contrappongono infatti nuove necessità tra le quali possiamo citare: arboricoltura da legno di nuova concezione (impianti policiclici), realizzazione di aree verdi periurbane, rinnovazione artificiale post taglio o evento catastrofico (incendio, tempesta di vento, ecc.), recupero ambientale, fasce alberate di protezione, ecc. Tali nuove esigenze comportano la necessità di innovare i sistemi produttivi per arrivare alla produzione e certificazione di materiali di propagazione di buona qualità, genetica e colturale. Se il ruolo della vivaistica forestale e dei MFR è fondamentale per la sostenibilità economica ed ecologica, esso lo sarà ancor più in relazione alla necessità di far fronte sul breve e sul lungo termine agli effetti del cambiamento climatico. L’indagine oggetto del presente contributo è stata realizzata basandosi su un questionario, inviato alle Regioni, al fine di ottenere informazioni, sia per il comparto pubblico sia per quello privato. Le domande hanno riguardato come principali tematiche: lo stato del recepimento, a livello regionale, della normativa vigente (D. Lgs. 386/03); le modalità di certificazione; il numero dei vivai attivi; l’entità del personale impiegato nell’attività vivaistica; il numero di piante in allevamento nella stagione 2018; il numero di piante concesse, nel 2017, sia ad Enti pubblici sia a privati; infine, sono state richieste informazioni sulle tipologie di intervento a cui il MFR è stato destinato. Parallelamente è stata condotta uno screening, Regione per Regione, delle informazioni immediatamente reperibili sul web. I risultati di questa indagine rappresentano una adeguata base di partenza, relativamente al settore vivaistico, per la redazione del Rapporto Nazionale sullo Stato delle Foreste (RAF Italia), individuato come strumento chiave per le politiche forestali nazionali nel quadro delle azioni di “Monitoraggio, statistiche, ricerca, formazione e informazione” previste dal Testo Unico in materia di Foreste e Filiere Forestali di cui al decreto legislativo 3 aprile 2018, n.34. La lettura critica delle evidenze messe in luce potrà essere particolarmente utile ai fini di un auspicabile futuro adeguamento delle produzioni vivaistiche a standard qualitativi elevati.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.