L’idea che le emozioni, i sentimenti, l’affettività, le sensazioni, gli stati d’animo c’entrino nel modo in cui lo spazio viene vissuto, percepito, studiato, raccontato, praticato o strutturato non costituisce una “scoperta” degli ultimi anni. Sono piuttosto il riconoscimento esplicito della dimensione emozionale della geografia e l’attenzione alle emozioni come campo di studio – almeno in parte – autonomo ad avere una storia molto più recente, che può essere fatta risalire all’emergere in ambito internazionale dei filoni di ricerca delle “emotional geographies” o delle “affective/affectual geographies”. Anche in Italia, almeno a partire dalle esperienze e riflessioni della seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso, le emozioni hanno costituito una componente assai presente nella geografia e nella riflessione sulla conoscenza geografica, anche se non sono mai state oggetto di una vera e propria esplicitazione come in altri contesti. L’introduzione della componente emozionale nella riflessione geografica non rappresenta, comunque, una rottura rispetto ad alcune tradizioni geografiche. Si rafforza, invece, la convinzione che le emozioni rappresentino una componente irrinunciabile della realtà e del rapporto con lo spazio, e che non sia possibile una conoscenza geografica senza considerare il ruolo giocato dalle emozioni in essa.
Geografia ed emozioni. Andamenti carsici nel dibattito italiano e internazionale / Puttilli, Matteo; Santangelo, Marco. - In: RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA. - ISSN 0035-6697. - STAMPA. - 125:(2018), pp. 227-242.
Geografia ed emozioni. Andamenti carsici nel dibattito italiano e internazionale.
Puttilli, Matteo;SANT'ANGELO, MARCO
2018
Abstract
L’idea che le emozioni, i sentimenti, l’affettività, le sensazioni, gli stati d’animo c’entrino nel modo in cui lo spazio viene vissuto, percepito, studiato, raccontato, praticato o strutturato non costituisce una “scoperta” degli ultimi anni. Sono piuttosto il riconoscimento esplicito della dimensione emozionale della geografia e l’attenzione alle emozioni come campo di studio – almeno in parte – autonomo ad avere una storia molto più recente, che può essere fatta risalire all’emergere in ambito internazionale dei filoni di ricerca delle “emotional geographies” o delle “affective/affectual geographies”. Anche in Italia, almeno a partire dalle esperienze e riflessioni della seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso, le emozioni hanno costituito una componente assai presente nella geografia e nella riflessione sulla conoscenza geografica, anche se non sono mai state oggetto di una vera e propria esplicitazione come in altri contesti. L’introduzione della componente emozionale nella riflessione geografica non rappresenta, comunque, una rottura rispetto ad alcune tradizioni geografiche. Si rafforza, invece, la convinzione che le emozioni rappresentino una componente irrinunciabile della realtà e del rapporto con lo spazio, e che non sia possibile una conoscenza geografica senza considerare il ruolo giocato dalle emozioni in essa.File | Dimensione | Formato | |
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