Introduzione. La letteratura ha evidenziato il ruolo essenziale della narrazione nell’influenzare le emozioni legate alla memoria autobiografica. La narrazione consente, infatti, di riorganizzare le esperienze personali e di regolare le emozioni legate ai ricordi spiacevoli. Gli effetti della narrazione dipendono però in larga misura dal contesto in cui essa avviene. È stato dimostrato che la narrazione tramite scrittura porta a molteplici benefici emotivi; al tempo stesso, anche la narrazione orale che avviene con un ascoltatore attento e responsivo, rispetto a una narrazione con un ascoltatore distratto, è benefica. Tuttavia, non abbiamo molti dati in merito al confronto diretto tra scrittura e racconto orale sui processi di regolazione emotiva, né l’ascolto empatico è stato comparato con altre modalità di ascolto diverse dall’ascolto distratto. Lo scopo del presente studio è dare una prima risposta a questi due interrogativi. Metodo. 137 adulti emergenti (M = 22,02 DS = 1,96, 67,2% femmine) hanno rievocato un ricordo spiacevole legato alle Scuole Superiori, scegliendo da una lista di emozioni positive e negative le emozioni legate a questo ricordo. Successivamente, i partecipanti sono stati suddivisi in 4 gruppi: 32 hanno raccontato il loro ricordo a un ascoltatore empatico, 35 a un ascoltatore attento ma non empatico, 35 lo hanno messo per iscritto e 35 hanno riflettuto silenziosamente sul ricordo, senza narrarlo. In seguito, è stato chiesto di attribuire le emozioni relative alla narrazione/riflessione svolta; inoltre, i partecipanti che hanno raccontato il ricordo sono stati valutati sui processi di regolazione emotiva legati alla narrazione, in particolare sull’espressione delle emozioni e sulla rivalutazione cognitiva del ricordo. Risultati. La narrazione, sia che avvenga per iscritto, sia che avvenga con due ascoltatori con atteggiamenti differenti, produce un aumento delle emozioni positive (traccia di Pillai = 0,10, F(3,133) = 4,99, p < .01, η2 parziale = 0,10) e una diminuzione di quelle negative (traccia di Pillai = 0,08, F(3,133) = 3,99, p < .01, η2 parziale = 0,08) rispetto alla non-narrazione. Inoltre, in tutti e tre i contesti di narrazione, i partecipanti sono riusciti a esprimere liberamente le loro emozioni nel racconto (F(2,101) = 0,37, p = n.s.), ma soltanto quando hanno parlato con un ascoltatore empatico hanno rivalutato cognitivamente il proprio ricordo (F(2,101) = 4,35, p < 0.05). Discussione e conclusioni. La narrazione, sia che avvenga per iscritto, sia che avvenga in forma di racconto orale condiviso con un ascoltatore, si configura come uno strumento efficace di regolazione emotiva che consente di modificare il tono emotivo spiacevole dei ricordi e di esternare il proprio vissuto. Tuttavia, i ricordi hanno maggiore possibilità di essere rivalutati in una prospettiva positiva soprattutto quando il racconto viene accolto in maniera empatica e co-costruito con un ascoltatore attivo e responsivo.

Scrivere o parlare dei ricordi: il ruolo della narrazione sulla regolazione emotiva / Pascuzzi Debora, Fioretti Chiara. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 161-161. (Intervento presentato al convegno XXXI Congresso Nazionale AIP - Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione tenutosi a Torino nel 17-19 settembre 2018).

Scrivere o parlare dei ricordi: il ruolo della narrazione sulla regolazione emotiva

Pascuzzi Debora
;
Fioretti Chiara
2018

Abstract

Introduzione. La letteratura ha evidenziato il ruolo essenziale della narrazione nell’influenzare le emozioni legate alla memoria autobiografica. La narrazione consente, infatti, di riorganizzare le esperienze personali e di regolare le emozioni legate ai ricordi spiacevoli. Gli effetti della narrazione dipendono però in larga misura dal contesto in cui essa avviene. È stato dimostrato che la narrazione tramite scrittura porta a molteplici benefici emotivi; al tempo stesso, anche la narrazione orale che avviene con un ascoltatore attento e responsivo, rispetto a una narrazione con un ascoltatore distratto, è benefica. Tuttavia, non abbiamo molti dati in merito al confronto diretto tra scrittura e racconto orale sui processi di regolazione emotiva, né l’ascolto empatico è stato comparato con altre modalità di ascolto diverse dall’ascolto distratto. Lo scopo del presente studio è dare una prima risposta a questi due interrogativi. Metodo. 137 adulti emergenti (M = 22,02 DS = 1,96, 67,2% femmine) hanno rievocato un ricordo spiacevole legato alle Scuole Superiori, scegliendo da una lista di emozioni positive e negative le emozioni legate a questo ricordo. Successivamente, i partecipanti sono stati suddivisi in 4 gruppi: 32 hanno raccontato il loro ricordo a un ascoltatore empatico, 35 a un ascoltatore attento ma non empatico, 35 lo hanno messo per iscritto e 35 hanno riflettuto silenziosamente sul ricordo, senza narrarlo. In seguito, è stato chiesto di attribuire le emozioni relative alla narrazione/riflessione svolta; inoltre, i partecipanti che hanno raccontato il ricordo sono stati valutati sui processi di regolazione emotiva legati alla narrazione, in particolare sull’espressione delle emozioni e sulla rivalutazione cognitiva del ricordo. Risultati. La narrazione, sia che avvenga per iscritto, sia che avvenga con due ascoltatori con atteggiamenti differenti, produce un aumento delle emozioni positive (traccia di Pillai = 0,10, F(3,133) = 4,99, p < .01, η2 parziale = 0,10) e una diminuzione di quelle negative (traccia di Pillai = 0,08, F(3,133) = 3,99, p < .01, η2 parziale = 0,08) rispetto alla non-narrazione. Inoltre, in tutti e tre i contesti di narrazione, i partecipanti sono riusciti a esprimere liberamente le loro emozioni nel racconto (F(2,101) = 0,37, p = n.s.), ma soltanto quando hanno parlato con un ascoltatore empatico hanno rivalutato cognitivamente il proprio ricordo (F(2,101) = 4,35, p < 0.05). Discussione e conclusioni. La narrazione, sia che avvenga per iscritto, sia che avvenga in forma di racconto orale condiviso con un ascoltatore, si configura come uno strumento efficace di regolazione emotiva che consente di modificare il tono emotivo spiacevole dei ricordi e di esternare il proprio vissuto. Tuttavia, i ricordi hanno maggiore possibilità di essere rivalutati in una prospettiva positiva soprattutto quando il racconto viene accolto in maniera empatica e co-costruito con un ascoltatore attivo e responsivo.
2018
XXXI Congresso Nazionale AIP - Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione
XXXI Congresso Nazionale AIP - Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione
Torino
Pascuzzi Debora, Fioretti Chiara
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