Sin dal XVII secolo, con la teoria di Bacone sulla superiorità dei diritti umani sul mondo naturale, l'aspirazione dell'uomo verso lo sviluppo tecnologico ed economico ha assunto una posizione di scontro con le questioni ecologiche. Questo scontro ha progressivamente prodotto diversi squilibri e fragilità prefigurando, oltre ai chiari rischi ambientali, una più ampia crisi sociale ed economica che richiede una radicale trasformazione degli strumenti e delle strategie di azione. Questo contributo intende analizzare due fattori di fragilità che nel tempo hanno fortemente segnato i territori dell’alta pianura Veneta: la pratica di escavazione della ghiaia – fonte ancora necessaria di materie prime per l’industria edilizia, che però si ripercuote sull'equilibrio naturale, creando pesanti alterazioni sul paesaggio, sull'ambiente e sui suoi habitat – e le condizioni di rischio idrogeologico, testimoniato ogni anno da diversi fenomeni alluvionali alternati a estesi periodi di siccità. Attraverso l’analisi di questi due temi, questo contributo intende presentare un caso studio fondato sull’applicazione di pratiche spontanee di escavazione superficiale della ghiaia, in grado di arginare il rischio idrogeologico negli estesi territori della città diffusa veneta. I risultati dello studio, testato nel progetto Venetian Bassorilievi, illustrano come un approccio di natura strategica possa offrire una nuova prospettiva per il governo dei processi di trasformazione urbana e territoriale, originati dall’estesa crisi del territorio agricolo in contesti dispersi.
Cave e acqua: da fragilità a strumenti per una strategia di evoluzione del territorio veneto / Carlo Pisano; Veronica Saddi. - CD-ROM. - (2018), pp. 0-0. (Intervento presentato al convegno 2nd International Forum on Architecture and Urbanism TERRITORI FRAGILI / FRAGILE TERRITORIES Paesaggi_Città/Landscapes_Cities_Architecture tenutosi a Pescara nel 8-10 novembre 2018).
Cave e acqua: da fragilità a strumenti per una strategia di evoluzione del territorio veneto
Carlo Pisano
;
2018
Abstract
Sin dal XVII secolo, con la teoria di Bacone sulla superiorità dei diritti umani sul mondo naturale, l'aspirazione dell'uomo verso lo sviluppo tecnologico ed economico ha assunto una posizione di scontro con le questioni ecologiche. Questo scontro ha progressivamente prodotto diversi squilibri e fragilità prefigurando, oltre ai chiari rischi ambientali, una più ampia crisi sociale ed economica che richiede una radicale trasformazione degli strumenti e delle strategie di azione. Questo contributo intende analizzare due fattori di fragilità che nel tempo hanno fortemente segnato i territori dell’alta pianura Veneta: la pratica di escavazione della ghiaia – fonte ancora necessaria di materie prime per l’industria edilizia, che però si ripercuote sull'equilibrio naturale, creando pesanti alterazioni sul paesaggio, sull'ambiente e sui suoi habitat – e le condizioni di rischio idrogeologico, testimoniato ogni anno da diversi fenomeni alluvionali alternati a estesi periodi di siccità. Attraverso l’analisi di questi due temi, questo contributo intende presentare un caso studio fondato sull’applicazione di pratiche spontanee di escavazione superficiale della ghiaia, in grado di arginare il rischio idrogeologico negli estesi territori della città diffusa veneta. I risultati dello studio, testato nel progetto Venetian Bassorilievi, illustrano come un approccio di natura strategica possa offrire una nuova prospettiva per il governo dei processi di trasformazione urbana e territoriale, originati dall’estesa crisi del territorio agricolo in contesti dispersi.File | Dimensione | Formato | |
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